Il traffico nelle grandi città è a livelli intollerabili, e parimenti lo è l’inquinamento.
La soluzione è semplice, usare il mezzo pubblico.
Compri un biglietto con un SMS, aspetti il mezzo pubblico, sali, prenoti, arrivi scendi.
Che ci vuole?
Eppure non è così, la gente continua a riempire le nostre città d’arte di macchine, ci si stressa dentro, si agita, s’incazza e non arriva mai, non trova parcheggio; le piazza in seconda o terza fila, prende multe, bestemmia, se prende il vigile, pensa a quanto gli costa fare il pieno, e tutta quella benzina sprecata nel traffico, invece che sfrecciare sulle strade vuote delle pubblicità.
E poi tagliandi, assistenza, assicurazioni, incidenti, CID (che come RAI – Radio Televisione Italiana, dovrebbe essere RTI, no?! CID è Costatazione Amichevole d’Incidente, CAI, e se lo noti t’incazzi anche per questo), e risarcimenti che non arrivano.
E te la strusciano, te la graffiano, te la taggano a spray fucsia, lavami zozzo, e te la rubano. Col cazzo c’ho messo il satellitare, oddio il telefono sono quelli del satellitare, famme core, m’aàstanno a aàrubbà! Oddio er còre, mortacci era’n farzo allarme. Aho, moòmale!
Perché?
Ho deciso faccio un’intervista ad un campione rappresentativo: chiedo.
Capiremo.
Chiederò:
Con questi presupposti, ed altri che al momento ignoro, e tutte le conseguenze di questi presupposti, perché seguitare a prendere la macchina?
Eccone uno: io.
Mi chiedo: perché?!
Rispondo: perché la gente non si lava, mangia la bagnacauda, ha il dentifricio all’aglio, il deodorante alla molfetta, usa lo shampoo al concime, e tossisce, si scaccola e le appiccica sugli appositi sostegni, sputa (magari non vorrebbe, ma sai com’è l’insalata: s’infila), ti pesta i piedi e li tolga da qui sotto, gli squilla il cellulare e mentre parla gli squilla l’altro e non sente e urla e aspe’! mà?! ahò? mesènti?!
E zignori io vive in parcheggio, e musichette e trombette e zampogne, e attention au voleurs (beware to pickpockets).
E i finestrini? Sigillati, da tradotta militare, perché c’è l’aria condizionata; almeno nel progetto iniziale del mezzo c’era. E l’altro mezzo?
Hai presente, mi dico per tutta risposta, quando entri nella tua maledetta macchina?
Chiudi lo sportello, metti su un CD, e vai. Basta prendere tutto con calma.
Non sono io a dover rinunciare alla macchina, sono gli altri che devono rinunciare a convincermi che muoversi in una stalla è segno di civiltà.
Del resto con quello che comporta averla e tenerla ferma, permettete che se risano l’economia nazionale comprandola nuova ogni tre anni, e ritocco il PIL con l’indotto, poi la uso pure?
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