Ci hanno coinvolto in una catena di Sant’Antonio telematica, e lo hanno fatto nel modo più femminile che c’è, ovvero dicendo “tanto non lo farà, vedrete”.
Essendo non più ospedalizzato ma convalescente, ho deciso di partecipare per la mia quota per passarmi un quartodorello.
Premetto che non prolungherò la catena esplicitamente, quindi potremmo iniziare con
0) Odio le catene di Sant’Antonio.
Cinque cose che non vi ho mai detto.
Invece le sapete tutte:
1) Non mi piacciono gli esseri la cui intelligenza è curvata sotto il peso dei genitali. Quelli che fanno le cose “in quanto”. Mi piacciono quelli che li usano e ci si divertono, non quelli che ne sono schiavi.
2) Odio quelli che non m’insegnano nulla. Odio quelli che non sanno insegnare. Odio quelli che invece di insegnare sottolineano la distanza tra se e gli altri.
3) Odio quelli che il calcio, quasi più del calcio, uno sport da italiani in canottiera, calzoncini carta da zucchero con tasche, calzini bianchi e mocassini.
4) Ritengo di essere rimasto abbondantemente più maturo e disincantato della grandissima parte delle mie conoscenze, pur avendo arrestato la maturazione quando ero un bambino-troppo-cresciuto-per-la-sua-età. Avevo 11 anni e ci scrissi una canzone su:
Ehi, tu piccolo uomo
Troppo cresciuto per la tua età
ma troppo poco cresciuto per
sapere come il mondo va
5) Mi faccio un’idea negativa e quasi inscalfibile di chiunque abbia un televisore in casa. Tolgo il quasi per coloro che inoltre non hanno una libreria.
Se qualcuno di quelli collegati a lato volesse raccogliere… desista.