Porno tax.
Il 2 gennaio è anche l’ultimo giorno utile per le persone fisiche per versare l’acconto dell’addizionale Irpef del 25% sulla “produzione e vendita di materiale pornografico o di incitamento alla violenza“, (la cosiddetta “tassa etica”), relativa all’anno 2013 non effettuato entro la scadenza del 2 dicembre 2013. Per i soggetti Ires la scadenza della “porno tax” è invece il 9 gennaio.
Delle due facce di questa tassa, pornografia e violenza, quale poteva essere quella che ne sarebbe divenuta la vulgata?
Ammettete che la “tassa sulla violenza”… suona brutto. Invece tassa etica, o porno tax (in inglese poi), è molto molto meglio, perché sembra che si tassino i pipparoli.
Da Fisco, pioggia di scadenze a gennaio: dalla “porno tax” al canone per la Rai – Repubblica.it.
Però se il metro di giudizio è questo:
http://ilcomizietto.wordpress.com/2010/01/14/lenigmista/
ho come l’impressione che a pagare siano solo i pipparoli e nemmeno tutti, solo quelli che non hanno internet e comprano in Italia. Quindi che facciamo? Chiudiamo i sexy shop? Come con l’aumento dell’iva: diminuiscono i consumi e non prendono nulla, nemmeno il 20% di prima. Ma questi geni dell’economia dove li coltivano?
Non li coltivano mica, è vegetazione spontanea che cresce tra i sassi