Sarà quest’ultimo ad elaborare il paletto del 3% sul Pil, nato però, per sua stessa ammissione, senza alcuna base scientifica: «Prendemmo in considerazione i 100 miliardi del deficit pubblico di allora. Corrispondevano al 2,6 % del Pil. Ci siamo detti: un 1% di deficit sarebbe troppo difficile e irraggiungibile. Il 2% metterebbe il governo sotto troppa pressione. Siamo così arrivati al 3%. Nasceva dalle circostanze, senza un’analisi teorica».
Aujourd’hui en France Le Parisien rivela un altro virgolettato di Abeille: «Abbiamo stabilito la cifra del 3 per cento in meno di un’ora. È nata su un tavolo, senza alcuna riflessione teorica. Mitterrand aveva bisogno di una regola facile da opporre ai ministri che si presentavano nel suo ufficio a chiedere denaro […]. Avevamo bisogno di qualcosa di semplice. Tre per cento? È un buon numero, un numero storico che fa pensare alla trinità».
L’altro giorno c’era gente che si lamentava perché in un’università pubblica italiana si è tenuta una lectio magistralis sull’esorcismo, ma nessuno che lo faccia per l’esistenza della facoltà di economia.
Una volta era obbligatoria la naia. Io la reintrodurrei, anche per le donne, ovvimante, ma sotto forma di lavoro nei campi. Senza macchinari a motore e prodotti chimici di sintesi. Nei campi con vanghe, zappe, rastrelli, cestelli, coltelli, falci, pioli e letame. Tanto letame, naturale, biologico. 12 mesi a coltivare orti dello Stato. Ma la naia va fatta prima dell’università, non dopo. E prima anche del lavoro. A 18 anni ti fermi, vanghi, e poi riprendi la tua vita.
Poi vediamo se vengono in mente i 3% all’indovino.
Sì, prima dell’università è meglio:
http://www.ilpost.it/2014/01/30/stephen-glass-giornalista-bugie/