Sono in treno (FL1), il che è assurdo con quel che pago di bollo e assicurazione per tenere la macchina ferma, ma tant’è, oggi va così.
Ricordo che nella mia fanciullezza c’erano le tessere e i biglietti.
Le prime erano Intera rete o Linea singola, i biglietti erano a corsa singola.
Addirittura ricordo il controllore seduto di fianco alla porta posteriore sul trespolo, con la biglietteria coperta dalla tendina in legno doghettato stretto.
Come che fosse passava il controllore e diceva bigliettiprego, tu tiravi fuori quello che avevi, lui lo guardava e lì finiva.
Si avvertono i signori viaggiatori che durante il controllo dei titoli di viaggio elettronici è necessario esibire un documento attestante l’identità e la ricevuta dell’avvenuta ricarica indicante l’importo acquistato
L’Alta Velocità lo ha reso meno assurdo…
La questione identitaria è invece una notevole seccatura, almeno per me. Ho figli minori a cui compro biglietti dai siti su cui sono registrato. Sono registrato io, però… poi mando loro il biglietto per email, oppure direttamente dal sito Trenitalia via sms aggiuntivo al loro numero. ma è sempre emesso a mio nome e, quando si tratta di indicare il mome del viaggiatore non accetta altri nomi che il mio. Sino ad oggi nessuno ciu ha fatto caso…
Cosa sia la “ricarica indicante l’importo acquistato” mi sfugge.
Buon viaggio.
In effetti mancava l’elemento centrale: ero sulla FL1, non su un treno a lunga percorrenza.
Il titolo elettronico (perché a chiamarla Tessera fa brutto) sarebbe un pezzo di plastica col chip il cui lettore non è in dotazione ai controllori, che dunque pretendono documento e scontrino (e non è certo per colpa loro, che non hanno il lettore).
Ovviamente nessuno s’è posto il problema che a quel punto, bastano scontrino e documento e la tessera non serve ad un cazzo. Ma se non ce l’hai scatta la multa (anche avendo solo documento e scontrino).
Il problema di questo paese è che non prendono mai a calci in culo nessuno, dei numerosi giullari che lo governano.
Con ATM (Milano):
1) ho la tessera con chip per entrare in metro.
2)la tessera di carta per viaggiare negli autobus del SITAM (ovvero autobus non ATM che hanno la stessa bigliettazione)
3) e fotocopia di carta dello scontrino dell’abbonamento. Non lo scontrino originale perché è su carta chimica e dopo un po’ non si legge.
Inutile dire che con i biglietti elettronici hanno aggiunto la tessera col chip, non tolto le altre due. In questo caso sono i mezzi del SITAM che non si sono adeguati al cambiamento di ATM. Però prima di iniziare la rivoluzione dei biglietti nessuno ha pensato di mettere d’accordo tutti quelli che li usavano.
Non sono dei geni?
Ricordo la libidine del coriandolo magnetico verdino in apposito contenitore marrone con dietro la foto del latore che usavo tutti i giorni da Gessate a Corvetto (con incontro di rugby a Centrale). Ma anche se il tutto era una imitazione racchia della settimanale parigina, era UNA.
Il “Comma 22” dal vivo…
È che non ho avuto abbonamenti prima della rivoluzione bigliettifera. 🙂
Comunque hanno aggiunto senza togliere, questo è certo.