Mi pare che Renzi conti sul fatto che nessuno in questo momento possa assumersi l’onere di “sprofondare il paese in agonia in una nuova crisi politica”.
Se fosse, l’attuale minoranza PD non sarebbe ricandidata e diverrebbe l’ennesima molecola di sinistra extraparlamentare.
La legge elettorale, infatti, non è stata cambiata (non so se ve ne siete accorti, ma se ne è solo molto parlato) e, a parte i criteri di assegnazione dei seggi (dovuti alla bocciatura della Consulta del Porcellum), il bastone resta in mano alle segreterie dei partiti, che continueranno a scegliere i candidati, e quindi gli eletti.
Dal punto di vista delle dinamiche interne al partito, Renzi potrebbe avere ragione.
Ma a Renzi, come a buona parte dei suoi predecessori dell’era repubblicana, sfugge il motivo per cui si va a votare: chiedere un parere dei cittadini sul proprio operato passato e sui programmi futuri.
Togliamoci subito il dente della seconda cosa. Programmi futuri di Renzi: tutto.
Qualcuno dirà che questo è accaduto con le europee, da cui uscì il famoso 41% circa, che adesso ci vene scalpellato sui coglioni ad ogni pie’ sospinto.
Sì, ma le europee sono una cosa, le politiche nazionali sono un’altra.
E il miglior risultato del PD alle politiche, piaccia o meno, è ancora quello dell’ufficiale di stato civile Veltroni.
Ora, se con le politiche si chiede un giudizio sul proprio operato passato, Renzi ha, per dirla con Malvino1, presieduto un governo che
dichiara di incarnare il dinamicissimo modello del fare per fare, e che ha fatto? Un cazzo di niente.
Certo, per poterlo dichiarare senza tema di smentita andrebbero presi gli atti governativi e parlamentari e calcolato l’impatto sul paese che questi atti hanno prodotto.
Ma all’elettore medio (anche a quello quadratico medio) gli atti non interessano; interessano i conti della serva tra un prima ed un dopo.
E prima ancora interessa la sensazione che ha verso quel che vive.
Ammesso pure che gli atti dicano il contrario di quello che Malvino e tutti quello che lo sottoscrivono sente, la realtà è che nessuno imputa a questo governo un peso sulla propria vita quotidiana superiore a quello di una mole di idrogeno.
Di contro, il peso pratico, economico e emotivo che tutti ci portiamo appresso è enorme.
Finora Renzi ha fatto Grillo, ha noleggiato un blindato con idrante antisommossa, l’ha caricato a merda e l’ha sparata su tutto quello che non capisce e di cui pure parla.
Solo che sparando nel mucchio, si prendono tutti indistintamente, anche coloro che hanno riposto in te una speranza.
Che, facciamo finta, sono circa il 41% del totale; quindi sparando merda, hai 4,1 su 10 di probabilità di prenderli; Nate SILVER direbbe2 che è come darlo certo.
Quindi va bene cannoneggiare entro le mura i pochi resistenti, ma non sono quelli che poi ti votano.
Quelli, invece, sono mesi che sentono botti, e devono constatare che sono tutti a salve.
Sicuri che questi vadano ancora a votare e che, semmai fosse, voterebbero te?
E sicuri che a qualcuno freghi ancora un cazzo delle dinamiche interne di un partito?
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Nessuno in questo momento si può sentire di “sprofondare il paese in agonia in una nuova crisi politica”.
Se questo fosse vero, non avremmo dovuto votare negli ultimi cinquant’anni, ovvero dopo il boom degli anni ’60.
La realtà è che tutti i numerosissimi governi caduti prematuramente dal dopoguerra ad oggi, non sono mai caduti se non per logiche terze rispetto agli interessi del paese.
E se dopo sei mesi di governo il paese ancora è in agonia (ancora, ma non certo da sei mesi), e le stime sono al ribasso – e questo sì che è record del mondo – non sarà che l’azione del governo si è dimostrata per l’ennesima volta inadeguata?
Quella del rottamatore non è stata una delusione, perché le delusioni derivano dalle illusioni, ma è stato altro tempo perso.
Direi che continuare a perderne appresso al comico toscano è ben peggio che tornare a votare e scegliere uno a caso purché diverso.
Ormai solo la legge dei grandi numeri può portarci fuori dal pozzo nero.
Sulle dinamiche interne nessun dubbio: cambierà il leader e la platea rivolgerà gli stessi squittii al prossimo.
Solo una cosa vorrei precisare del mio pensiero: io non ho mai detto che Renzi fa politiche di destra; al limite fa chiacchiere di destra.
O politiche malviniane, che dir si voglia.
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