Ma perché in primo luogo sono in circolazione delle monetine che nessuno sembra voler usare? C’è una ragione pratica e valida in ogni parte del mondo, ha spiegato Luca Fantacci, professore di economia all’Università Bocconi ed esperto di storia dei sistemi monetari: «Ovviamente, più ci sono in circolazione monete che rappresentano frazioni di valore, più è possibile prezzare con precisione un certo bene. Se fossero diffuse solo monete elettroniche, come carte di credito e bancomat, non ci sarebbero problemi. Ma visto che solo una minoranza dei pagamenti si effettuano con questi mezzi, sono necessarie monete di piccolo valore».
Inoltre, quando quasi vent’anni fa i tecnici europei cominciarono a pensare a sistemi pratici per introdurre l’euro, la nuova moneta europea che avrebbe soppiantato le monete nazionali, le monetine erano considerate quasi essenziali. L’idea era che permettendo la circolazione di monete di valore così basso sarebbe stato possibile convertire con più precisione i vecchi prezzi in euro e quindi limitare l’aumento dei prezzi al dettaglio. Per quanto secondo la percezione comune in Italia dopo l’introduzione dell’euro i prezzi siano raddoppiati, innumerevoli ricerche hanno dimostrato che i prezzi non sono affatto aumentati e l’inflazione, rispetto ai decenni precedenti, è rimasta considerevolmente più bassa. Una piccola parte di questo risultato è dovuta anche alle piccole monete che oggi nessuno sembra più usare.
Poi è accaduto che:
- 2.000 lire = 2 €, ma uno studio smentisce; solo che i bliglietti dell’autobus sono passati in una notte da 1.500 lire e 1€ (1.936,27 lire, per dire) ed il parcheggio da 1.000 lire/ora a 1 €. Ma lo studio avrà avuto in paniere nastri per magnetofono, girabacchino per motocarrozzette e carta meccanografica per telescrivente Roneo, che non sono aumentati dopo l’euro
- ‘ste cazzo de monetine non le vuole nessuno, ma…
- …nel frattempo sono aumentate le commissioni sui pagamenti elettronici.
Io mi sto ancora immaginando quel pipparolo che ha combattuto per fissare il cambio lira/euro a 1.936,27 assieme alla regola della conversione bancaria in lotti da 5.000,00 € e poi risuddivisi nell’equivalente in lire, sui quali ho lavorato.
E il tutto mi ricorda tanto il tecnici europei ed il parametro del 3%: cacato come numero causuale e divenuto un dogma.
Non ho ricordi di aumenti ingiustificati, a dire il vero. Non a tappeto, per lo meno. Però stiamo parlando di ricordi.
Quello sulle commissioni sui pagamenti elettronici per me è un vero mistero. Le prime a guadagnarci sarebbero le banche. Mistero… vista l’efficienza con cui lavorano, no, non è un mistero per nulla.