Il “doppiese”

La battuta «ma che stai dicendo?» è un ottimo esempio di doppiese.Con doppiese si intende una particolare variante della lingua italiana, per come la si ascolta e la si parla negli adattamenti di film, docufiction e serie TV. Il doppiese nasce dall’incontro tra due diversi fiumi di orrore: da un lato, una dizione di vecchio stampo teatrale, che si vorrebbe priva di accenti riconducibili a una città precisa, ma porta con sé una lieve cadenza romana (“e” chiuse battono “e” aperte 7 a 1); dall’altro, un metodo di traduzione per cui ogni parola del testo originale viene resa in italiano nel modo più letterale possibile.

Da Il “doppiese”, la lingua irreale delle traduzioni – Il Post

Autore: eDue

Bieco illuminista

Un commento su “Il “doppiese””

  1. Mi sono sentito vendicato per tutta quella marea di “fottutissimo” che da anni sopporto (a stento) in frasi che (almeno da Orvieto in giù) richiederebbero un’altra cazzo di espressione.
    Anche se, per fare un piacere ad un’amica, anni fa, accettai un incarico di una traduzione “spezzatino”… (un capitolo a me, uno a te, un altro a lui), ed impazzii nel trovare una traduzione accettabile al personaggio del capito che mi era toccato: l’espressione “giant hairy spider” non lasciava molti dubbi ma, io sperai sino all’ultimo, forse era un’espressione idiomatica, uno slang che io non conoscevo. Fu solo la mattina successiva, alla consegna della traduzione, che la persona che aveva il capitolo prima del mio mi disse che quel “gigantesco ragno peloso” spuntato fuori dal nulla ra una trovata geniale.

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