Bruno Trentin, 8 giugno 1992

Dobbiamo tagliare ogni legame compromissorio con la gestione consociativa del collocamento, degli appalti, delle assunzioni nella pubblica amministrazione perché questi sono i terreni propizi alla penetrazione della mafia, non solo nello Stato, ma anche nel sindacato. Solo così possiamo dimostrare che facciamo sul serio, che siamo, agli occhi dei cittadini, un interlocutore credibile per una battaglia contro la mafia. Proprio come riusciva a fare Giovanni Falcone che nello sfascio delle istituzioni e dello Stato sociale, a Palermo e per i siciliani, era lo Stato, uno Stato per il quale valeva la pena battersi.

Da Strage politica o mafiosa? Parla Bruno Trentin – Rassegna

I coglioni sono un problema di pancia

se distogliessimo per un momento lo sguardo dal nostro monumentale ombelico, e ci guardassimo attorno, e magari dessimo un’occhiata all’indietro, forse intuiremmo il capolavoro di un’Europa che per la prima volta nella storia ci ha riempito la pancia, e consegnato l’inestimabile libertà di essere tanto scemi.

Da Il suprematismo vittimista – La Stampa

Braccialetti

Compro un libro da 70,00 € di copertina e 59,50 € di prezzo scontato con spedizione un giorno gratuita su amazon.it.
Arriva con la confezione perfettamente intatta ma completamente rovinato, con alcuni strappi sulla rilegatura e tutto il cellophane strappato.
Se ne deduce che l’hanno spedito malgrado fosse danneggiato.
Faccio il reso e mi viene chiesto cosa volessi; rispondo che volevo il libro che ho ordinato.
Me ne mandano un altro che arriva in condizioni da bancarella, senza nemmeno il cellophane.
Faccio il reso e chiedo il rimborso.

Compro il libro da 70,00 € di copertina e 59,50 € di prezzo scontato con spedizione un giorno gratuita su hoepli.it.
Arriva con la confezione perfettamente intatta e completamente avvolto nel pluriball, perfettamente cellophanato.
Come un libro da 70,00 €, tipo.

Se qualcuno ha voglia, calcoli il costo in inquinamento e risorse naturali di questa politica commerciale del cazzo.

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Il libro è questo: Pura Alfa Romeo – Stefano d’Amico.

Telefonare pallido ed assorto

Mi pare che il tema dell’uso del cellulare in auto torni periodicamente; temo di non poter essere originale rispetto alle altre volte che se ne è parlato.
La novità è che si propone l’obbligo di disattivare l’interfaccia del telefono mentre l’auto è in movimento1.

In macchina si può fare tutto: truccarsi, navigare tra otto sotto-menu nel bancomat a centro plancia per alzare la temperatura del clima, riconfigurare a 130 km/h parte del quadro TFT che ha sostituito gli strumenti, cercare di centrare il millimetro quadro del touch screen che consente di passare dal navigatore alla radio.
Tutte cose che non sono nient’affatto pericolose alla guida.

Però telefonare no, quello no.

Quindi il telefono è il babau, ma si continuano a leggere recensioni e prove entusiastiche per tutti questi ciaffi inutili e pericolosi, e si arriva persino a dire che “per auto di questa categoria” ce ne vorrebbero, ed uno se ne aspetta, pure di più.

Allora decidiamo una volta per tutte: o siamo contro tutte le distrazioni e cominciamo a stigmatizzarle tutte e con forza, oppure finiamola di lavarci la coscienza esecrando il cellulare mentre sdilinquiamo per tutto il resto.

Allora: facciamo che chi farcisce le vetture di ciaffi2 che distraggono li debba disattivare mentre la macchina è in movimento?
Dai facciamolo!
Facciamo che uno debba aspettare fino all’autogrill successivo per cambiare la fragranza di bordo dal sotto-menu del tablet a centro plancia?!

Sia chiaro, io sono contro tutte le distrazioni per chi guida.
Non mi rassicura sapere che potrei morire sulle strisce perché uno cambia la regolazione del massaggio dei sedili, invece che telefonare alla nonna, perché quest’ultima cosa, e solo questa, non può farla in movimento.

* * *

  1. Telefonini: e se toccasse a chi li produce impedirne l’uso alla guida? | Il blog
  2. eDue – I ciaffi

8 Most Under Appreciated Group B Cars

Citroën BX 4TC

FIA Homologation no.: B279

It’s not a good sign when a manufacturer conceives, designs, tests, builds, races, and sells a car—before trying to buy them all back again. Citroën did just that, when its hugely impressive BX 4TC fell well short of expectations. In racing, it arrived too late and simply wasn’t fast enough: its engine was underpowered and the hydropneumatic suspension had a difficult time coping with all that weight slung out beyond the front tires.

As groupbrally.com notes, “The BX 4TC competed in one World Rally Championship rally, suffered three mechanical failures, was rolled back onto the boat, and was never seen again in competition”. Around 60 road cars were sold, before their owners were asked to kindly, uh, have them crushed.

Da 8 Most Under Appreciated Group B Cars • Petrolicious

Giorgio Terruzzi racconta Didier Pironi

Aveva una compagna quando scomparve tra le onde. Il suo nome: Catherine Goux. Poco dopo la fine di Didier nacquero due gemelli. I loro nomi: Gilles e Didier. Mi sembrò una delicatezza preziosa, il primo segno felice dopo una serie inguardabile di ombre scure. Due bambini, due nomi, in memoria di una amicizia perduta, di un rimpianto da addolcire.

Da Giorgio Terruzzi racconta Didier Pironi

iDiot (Glass Edition)

The design problem was highlighted in a report earlier this month that noted Apple Park employees were bumping into glass panes separating the collaborative “pods” that make up the facility’s interior. Workers had taken to applying sticky notes on clear surfaces, but the markers were supposedly being removed because they detracted from the building’s design.

Da Cupertino official warned Apple of potential Apple Park glass impacts 9 months ago

La legge vieta l’overdesign

Vediamo i fatti. Le ultime grandi nevicate sono state nel 1956, nel 1985 e nel 2012. Cioè in media ogni 28 anni. Stavolta invece dall’ultima ne sono passati 6, e in mezzo molte altre nevicate anomale. La legge vieta l’overdesign, cioè gli investimenti ingiustificati, anche rispetto alla sistematicità degli eventi. E il grande freddo nel Lazio non era considerato sistematico. Ma abbiamo imparato la lezione e adesso si cambia.

via «Le scaldiglie non sono una cosa marginale» – Il Post

Guardiamoci negli occhi | Francesco Costa

Io vivo in una delle città più prospere e meglio amministrate d’Italia, sono un uomo, ho la cittadinanza italiana, sono relativamente giovane, sono normodotato, sono autosufficiente, sono eterosessuale, sono bianco, non ho figli, ho un lavoro stabile e che mi piace e uno stipendio che mi permette di vivere serenamente. Sono letteralmente il ritratto del privilegio, in un posto come l’Italia del 2018. Non sono al riparo da tutto – uso le strade e gli ospedali che usiamo tutti, pago le tasse, mi affido alle forze dell’ordine per la mia sicurezza, eccetera – ma comunque vada me la caverò. Posso permettermi di votare per “dare un segnale” o perché Renzi mi sta sul cazzo, posso votare per contestare una sola questione – che sia il caso Regeni o la gestione dei flussi migratori – infischiandomene del fatto che il ministro degli Interni Matteo Salvini e quello degli Esteri Carlo Sibilia proprio su quelle questioni avrebbero fatto e faranno molto peggio. Io lo posso fare, starò bene comunque, anzi, magari mi tolgo pure una soddisfazione. Se però siete donne, studenti, stranieri, genitori, malati, disoccupati, precari, disabili, omosessuali, non bianchi, se non potete vaccinarvi, o se avete a cuore la serenità di almeno una di queste categorie di persone, io ve lo dico, guardiamoci negli occhi: forse non ve lo potete permettere, di giocare col fuoco.

Da Guardiamoci negli occhi | Francesco Costa