Redditometro nullo: viola la privacy. Il fisco cancelli i dati dei contribuenti

(…) Il Tribunale napoletano definisce il redditometro “non solo illegittimo, ma radicalmente nullo”: infatti, il decreto ministeriale che lo introduce sarebbe stato emanato al di fuori delle norme tributarie della legalità costituzionale e comunitaria”.

L’illegittimità si manifesta in più violazioni che sono già state denunciate da una serie di sentenze dei tribunali italiani (violazione dei criteri di accertamento, eccessiva genericità dei dati ISTAT, violazione del principio di personalità dell’accertamento). Tuttavia, la sentenza in oggetto sottolinea, in particolare, l’aspetto della violazione della privacy posta dall’Agenzia delle Entrate.1

Non solo, ma come ho scritto più volte, è anche intrinsecamente idiota andare a rompere i coglioni a quelli che pagano in maniera tracciabile. Visto che il redditometro viene composto tutto da spese tracciate, quello che ne risulta è che chi si fa fare scontrino e fattura rischia controlli, chi vive al nero no.

Pare ovvio, certo, in Italia; altrove uno si aspetterebbe che i controlli servano per stanare quelli che vivono al nero. E invece no, quelli non hanno nulla da temere.

Faccio anche presente che di tutto quello che ha fatto (anzi ha detto di voler fare) il governo Monti, è rimasto solo il superbollo, di cui i tedeschi ci stanno ancora ringraziando.
Anche chi ha fornito l’infrastruttura dei cervelloni2,3, ringrazierà ancora per anni.

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  1. Redditometro nullo: viola la privacy. Il fisco cancelli i dati dei contribuenti
  2. eDue – Il grande cervellone
  3. eDue – Gigaflop

Autore: eDue

Bieco illuminista

6 pensieri riguardo “Redditometro nullo: viola la privacy. Il fisco cancelli i dati dei contribuenti”

  1. Sono perplesso: è vero che è “più facile” tracciare il “chiaro” piuttosto che il “nero”… ma da qualche parte, sia pure con qualche approssimazione, si dovrà pur cominciare, no? Sarò “strano” ma a me l’interesse “sociale” della lotta all’evasione pare prevalente sul diritto alla privacy. E ppoi il controllo – se ho ben compreso – non incide, come sostiene il tribunale, sulla “libertà di spesa” (con i miei soldi faccio quel che voglio – giusto), ma sulla congruità della capacità di spesa: hai speso “100”, dici di aver incassato “20”, mi dici dove hai rimediato gli altri “80”? Non mi pare scandaloso.

  2. Il problema te lo spiego subito.
    Se una persona è disoccupata, con questo sistema deve morire di inedia.
    Se spende per mangiare, come fa?
    Avrà qualcuno che gli regala dei soldi (ad esempio i genitori) o addirittura gli compra da mangiare.
    Ad uno così, gli mandiamo un bell’accertamento, così quei pochi spicci che racimola con l’elemosina di prossimità li spende di tributarista.
    E se tua madre tiene i soldi della pensione a casa e con quelli ti aiuta, siccome non fa un bonifico tu non puoi dimostrare che tua madre ti aiuta, e il tributarista non può che arrendersi all’evidenza che tu non possa giustificare il tuo tenore di vita, ovvero che tu esista.

    Sembra una provocazione, ma è già successo.

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    In un momento di crisi come questo dovresti benedire quelli che spendono e spendendo fatturano, perché pagano tasse. Se s’innesca la paura che spendendo rischi di finire nell’ingranaggio (e non ci prendiamo per il culo, i controlli fiscali invertono l’onere della prova in modo che ti convenga pagare, e già questo…) sì c’è una concreta possibilità che tutto quanto sopra incida sulla libertà di spesa.

    Certo che l’interesse sociale è prevalente, ma basta già quel che c’è senza continuare a tracciare e spiare di tutti così, con il dubbio di che fine facciano quei dati e che comunque i dati una volta che ci sono posso essere letti anche da chi non dovrebbe. Ci sono dentisti che dichiarano meno dei propri dipendenti.

    D’altro canto, sinceramente, tu pensi davvero che uno che elude il fisco vada in giro a spendere con nome, cognome e codice fiscale? Cioè io non ho mai dichiaro redditi e m’intesto un Porsche?

    Secondo me l’interesse sociale vorrebbe che si aumentasse il gettito allargando la base imponibile, ma se poi metti il superbollo sulle macchine di lusso, succede che non le vendi e perdi l’IVA; fatti un conto: su 100.000 euro l’IVA sono 20.000 e spicci (arrotondiamo), il superbollo sono massimo 3200; se dividi 20 per 3,2, quanti anni di superbollo ti sei fottuto non vendendone UNA? Non solo ma i 20.000 li prendi subito, gli stessi prima che li prendi col superbollo, considerato che va a decrescere con l’età della macchina, ce ne vogliono 12. Con tutto ciò uno che comunque la macchina se la compra (intestandosela e facendosela fatturare) rischia pure di finire nei casini?

    E, ovviamente uno che la prende a leasing in Germania, resta completamente sconosciuto al fisco italiano e ci fa ruote equivalenti di manutenzione sulle nostre strade e rischio di incidenti, ecc.

  3. Sono stato tamponato da un Mercedes SL AMG da € 160,000,00. Scambio di generalità e documenti: il Mercedes è di un ristorante. Capisco che tu debba portare i quarti di bue dal macello alle cucine, capisco che il Ducato non è un gran che… ma nel SL ci porti comodamente delle cotolette (già affettate), non altro. Questo deve diventare impossibile.
    Vicino a casa mia c’è una scuola americana da € 25.000,00 annui, io sto benino eh, ma ho 3 figli e non me la posso permettere…. eppure c’è la fila. Bene, bravi, ma i ragazzi iscritti hanno un nome e cognome, non sono una s.r.l., vediamo dov’è la schedina del superenalotto che gli consente la frequenza per i 12 anni di corso?
    Le famiglie italiane che prenotano una settimana in montagna con il Club Med ad € 14.000,00 a settimana – una settimana, dico – se dovessero dichiarare meno di €40.000,00 all’anno – per dire, qualche domandina gliela vogliamo porre? No?

  4. Non guardare il dito.

    Non ti viene da pensare che l’SL AMG gli sia consentito dalla normativa?

    E per risolvere il problema di beni strumentali alle attività che sfiorano il ridicolo andiamo a pettinare le vite di tutti gli italiani. Ce l’hai chiaro che il governo e forse la legislatura finirà per la vendetta di un evasore condannato?

    Scrivevo

    Cercare di decimare tutto quello che si muove nel tentativo
    di ridurre statisticamente i resistenti è equivalente a far saltare una metropolitana all’ora di punta con l’ obiettivo di fottere i dannati borseggiatori.

    A quanto pare l’esasperazione verso quelli in SL porte persone ragionevoli all’autoflagellazione, sperando poi che in questo modo si risolva qualcosa…

    Mala tempora currunt.

  5. Che gli sia consentito dalle leggi, lo so… ma non è “giusto”… (anche se trovare il limite di “giusto” è un problemino mica da ridere…)
    Se un evasore condannato fa saltare governo e legislatura.. .non è che per avere stabilità io possa legalizzare l’evasione, o no?

  6. Attenzione non confondiamo: io non l’avrei fatto un governo con un evasore, ma nemmeno prima che lo diventasse ufficialmente e definitivamente.

    Quello che dico, è che se una legge è sbagliata non è facendone un’altra sbagliata che le due s’annullano. Dopo ne hai due sbagliate, e le leggi sbagliate creano mostri.

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