5 pensieri riguardo “La fisica al cesso”

  1. Non credo che lo spago, se fosse fatto come la catenella del cesso porterebbe allo stesso risultato. Quella particolare catenella ha un punto di torsione/piegatura molto basso quindi mentre cade verso il basso tenta di piegarsi ma questo movimento imprime alla catena una minima spinta verso l’alto. Le piccole spinte si sommano e creano il punto/arco di caduta. Se la catenella la fai di spago non avrà lo stesso effetto forse lo ottieni se inamidi e tieni rigida la struttura.

  2. 1) se la catenella fosse tirata fuori dal barattolo ed il barattolo fosse su un tavolo, l’effetto sarebbe lo stesso?

    Voglio dire: mi pare chiaro che il tutto “si innesca” se la catenella viene tirata fuori dal barattolo e lasciata cadere da un altezza di un metro e mezzo circa; in questo modo il peso della parte esterna al barattolo è sufficiente per tirarsi appresso una spira di catenella nel barattolo; quando questa spira finisce nella parte “in caduta” fa lo stesso con una spira nel barattolo e così via.

    Ma cosa accadrebbe se la spira cadesse sul tavolo? In altri termini l’altezza della parte esterna rispetto alla capacità di innesco sulla parte che resta nel barattolo NON mi pare trascurabile.

    Da questo punto di vista, se lo si facesse con dello spago in matassa (nella tipica forma commerciale a rocchetto), l’effetto sarebbe probabilmente lo stesso, a condizione di aumentare ancora l’altezza (la lunghezza e quindi il peso) della parte esterna.
    Nel caso dello spago l’attrito sarebbe molto maggiore che non nel caso di una catenella fatta di segmenti e palline.
    Lo facevo dal balcone quando ero bambino e mi divertivo (con poco) a verificare se diverse disposizioni dello spago arrotolato implicassero altezze della colonna di spago tirante molto diverse, ceteris paribus.

    2) Il fatto che la catenella sia fatta di segmenti rigidi e palline, fa sì che la catenella DEBBA descrivere un arco prima di cadere. forse è difficile (ma lo è davvero?!) spiegare perché sembra che con il procedere del fenomeno l’altezza del vertice della curva descritta dalla catenella AUMENTI di quota.

    Ma è solo questa la parte di tutta la vicenda che sembra non avere una spiegazione ovvia.

  3. La caduta della catena, con l’arco, si innesca nel momento in cui la catenella ha uno spazio sufficiente per definire l’arco stesso.
    Se appoggi il vaso su di un tavolo e fai coincidere la caduta alla base (quindi sul piano) l’effetto non si verifica in modo evidente perché manca la velocità.
    La velocità di caduta è il fattore che crea l’arco, oltre la distanza dal punto di innesco. Segmenti e palline ampliano il loro arco proprio per la forza di spinta che si crea.
    C’è anche il fattore “spire”. Se per intenderci la catenella fosse stesa su di un piano ,e fatta cadere, disegnerebbe un arco in prossimità dell’angolo del piano ma non avrebbe lo stesso effetto.
    In pratica quello che vedi è l’effetto di più fattori: velocità di caduta, peso del corpo, proprietà del corpo, concentrazione delle masse.
    La quota dell’arco è dovuta alla velocità di caduta, se cambi il materiale (PVC per mantenere la rigidità), noterai un effetto simile ma non aumenterebbe la quota relativa in quanto la catena fatta in PVC non avrebbe un peso significativo per la spinta verticale. La spinta verticale, aumento di quota, avviene proprio perché il peso del corpo crea una forza sui segmenti che non riuscendo a sprigionarsi in altri luoghi si sprigiona in verticale ergo in quota.

    Per fare una prova empirica vai in un BRICO prendi un vaso, prendi la catenella, e prova. Tanto anche se tagli un pezzo di catenella non ti dicono nulla, al limite dici che ti sei sbagliato e non era quello che volevi 🙂

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