Non per altro (196/2003)

Leggo stamane alla biglietteria della stazione un bel cartellone luminoso:

Per ragioni di privacy gli utenti sono pregati di aspettare il proprio turno

Non è dunque per il motivo, sul quale hanno evidentemente mentito i miei a suo tempo, che attendere il proprio turno è per questioni di senso civico e convivenza civile; non per il fatto che tutti assieme davanti allo sportello (pragmaticamente e senso civico a parte, dunque) il bigliettaio non saprebbe a chi cazzo dare retta.

No, è per la privacy.

Dunque al controllore che mi domandasse dove vado e se ho il biglietto potrei anche dire “si faccia i cazzi suoi” o “Il cliente si avvale della facoltà di non rispondere”?!

Autore: eDue

Bieco illuminista

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