Solo nel pride (Signora mia)

In banca, non so perché, il sesso conta.
Conta in modo diverso, ma conta.
Me n’ero accorto giù al nord quando ci lavoravo, ma da allora sono passati 12 anni, riflettevo poi.

Stamane in banca, sedevo vicino ad una (che spero fosse tireopatica) in tranquilla attesa che la cassiera finisse di fare pucci pucci con una signorinella che oh, ah, sapessi, quando da una stanza attigua esce un trans (ho sperato) in là con gli anni, di quelle all’antica per capirsi, ovvero di quelle che non le caricheresti in macchina nemmeno come ferita grave per non sporcare la tappezzeria, preferendogli un’omissione di soccorso e la relativa detenzione.

Tempo di elaborare il concetto della ferita grave da parati, che questa (che poi scoprirò essere la direttrice pro tempore), con un certo piglio, decide di invertire la camminata marziale per tornare, intuibilmente, da dov’era venuta.

Complice il linoleum aziendale, complici dei tacchi da 17 dietro e da 7 davanti, complice la superficie del battistrada di non più di 3 centimetri quadrati, complice la non più giovane età, complice l’extension delle sopracciglia, complice il campanaccio da mucca in bigiotteria alle orecchie che avrà inciso sull’equilibrio, la tizia sforbicia da centravanti e stramazza in rovesciata.

Immediato il soccorso delle femmine presenti.
Ma come sta, ma come saràsuccèsso, ma come mmai, ma mammamia noncipossopensare, ma arrischiodirompersiqualcosa, ma sta bene, ma…

E’ ferita?!

Lei da brava sergentemaggiore di fronte alle reclute, scatta in piedi, barcolla un po’, e poi dice, tenendosi una zampa su un chiappa:

Eh, che volete farci….

* * *

Uno.
Osservo che (compreso il sottoscritto) nessuno dei maschietti presenti, salvo quelli della banca che forse ne avrebbero solo voluto constatare il decesso, ha mosso un sopracciglio.
Due.
Quanti tra questi avranno pensato “Ma cambiete ‘ste cazzo de scarpe” dopo l'”Eh, che volete farci…”?

Autore: eDue

Bieco illuminista

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