Massimo MANTELLINI pubblica alcune riflessioni sulle conseguenze dell’introduzione di iPad da parte di Apple.
La tesi è che questo prodotto potrebbe essere un vero cavallo di Troia per la libertà dell’utente.
Potrebbe, ma non sarebbe una novità.
E non è chiaro per quale utente.
Perché l’utente che conosco io sono io, e qualcuno che non sono io.
Io non comprerò l’iPad, perché non saprei proprio che farmene.
Ma conosco gente che su XP™ ha ancora oggi lo sfondo col campo di grano, su Vista™ la tenda di camera da pranzo giallo-verde e ovviamente adesso con Windows™ 7 l’uccellino e i fiorellini attorno al logo di.
E, badate, quelli che avevano trovato XP™ sulla macchina oggi hanno XP™, quelli che ci hanno trovato Vista™ oggi ce l’hanno ancora; quindi non è che quelli che hanno Windows™ 7 sono persone che hanno aggiornato; hanno solo preso la macchina da meno tempo.
E non hanno mai fatto un aggiornamento, perché messi in guardia (da noi) che ogni tendina che chiede una conferma è un virus malvagio, dicono sempre No, per principio.
Questi forse avranno scelto il computer, fisicamente, ma non sanno nemmeno di essere utenti Microsoft™. Forse hanno già sentito Windows™ da qualche parte, ma lungi da loro averlo scelto e sapere quale versione hanno.
Sono persone poco libere, che non sarebbero in grado non di migrare i propri dati verso altri sistemi, ma nemmeno di andarli a cercare sul disco; se gli sparisce l’icona Documenti dal Desktop sono persi. E ti telefonano.
Sono deficienti?
No, sono ignoranti.
Di informatica, s’intende; perché di altre cose potrebbero anche essere dei luminari.
La loro libertà in ambito informatico è seriamente compromessa dalla loro ignoranza.
Per chi magari dell’informatica ha fatto un mestiere, e magari ha maturato nel tempo quella bella faccia da cazzo dell’informatico che sa, verso quelli che chiama sagacemente utonti, questi tipi di limitazioni sono palesi e incredibili. Ma per gli altri non esistono.
Quando andate dal dentista con un dente completamente roso dalla carie, vie siete mai sentiti dare delle teste di minchia?
No?! Strano, perché per lui è evidente che una carie di terza classe trascurata faccia quella fine.
Ma non capisco: perché le stesse critiche non vengano mosse alla televisione.
Forse qualcuno di voi autoproduce i suoi programmi televisivi?
Decide i palinsesti?
E’ libero o meno di sintonizzare i canali nella sequenza che preferisce e sopratutto sa come farlo?
Oppure qualcuno è obbligato a comprare l’iPad e quindi non può fuggirne l’abbraccio mortale?
E l’asset management di Amazon che cancella titoli dai Kindle a suo arbitrio, cosa avrebbe di tanto diverso? Che essendo il Kindle meno fico dell’iPad è meno pericoloso in termini di diffusione?
Allora Zune™, il cui Store ha chiuso garantendo però agli utenti ben sedici mesi (ancora) della loro musica? E poi?!
D’altro canto è abbastanza inutile chiedere alle persone non interessate alla tecnologia di abbracciare movimenti contro o pro a priori: costoro non possono usare formati sconosciuti e periferiche liberissime ma che sembrano disegnate da sadici solo in nome di una battaglia che non è la loro.
Se i prodotti Apple sono fatti meglio verso quel target di mercato, la gente li comprerà di più.
Se a noi non piacciono o non servono (è il mio caso, almeno aprioristicamente, perché come tutti quelli che ne parlano non l’ho mai visto e men che mai l’ho avuto in mano) non li compriamo; ma non per evitare il grande fratello.
Perché si dà il caso che tra questi che si sentono un po’ strettini a non poter disporre pienamente di un coso come l’iPad, ce ne sono alcuni che poi mettono le loro foto su Picasa™, mandano la posta con GMail™, raccontano i cazzetti loro su Blogger™, condividono i propri documenti su Google™ Docs™, conversano su Google™ Buzz™, cercano ostelli su Google™ Maps™, lasciando a Google™ il compito di radiografarci, leggere la nostra posta, associare al nostro profilo di consumatori il fatto che preferiamo mostrarci in mutande davanti allo specchio del cesso con delle trecce posticce, che abbiamo del tempo libero ad una certa ora del giorno perché aggiorniamo il blog o usiamo Buzz™ e che andremo in vacanza alla locanda Sirk a Brugge da 7 a 21 agosto prossimi.
Volando Easyjet™, collegamento sponsorizzato™.
Per non dire del fatto che ultimamente abbiamo cercato con insistenza un rimedio per le emorroidi, mentre avevamo aperto il solito tab con la posta di Gmail™ su Chrome™.
E quanti altri cazzo di affari loro vogliono condividere con Google™ per farsi profilare meglio?
Cosa manca a questi per essere dei criceti che stanno affannosamente correndo nella ruota cercando di raggiungere il fondo dipinto su una parete della gabbietta?
E perché, visto che siamo dei tecnici e ci pasciamo di informatica, non snobbare le tante gratuità in cambio di cazzi nostri che la rete offre e non installare un proprio mailserver a casa, registrare un dominio e gestirlo con DynDNS™, installare un’istanza di WordPress™ presso di noi e usare due o tre prodottini di Free Software per condividere le nostre foto ed i nostri documenti direttamente, il tutto senza intermediari?
Grandissimo! Complimenti
Rispondo all’ultimo capoverso: perché mia moglie chiederebbe il divorzio. 🙂 Ma conosco smanettoni che lo fanno. Sono scapoli.
Per il resto sottoscrivo tutto, anche se sono informatico con la faccia che sa. 🙂
Grande! E per la posta, che suggerisci al posto del fantastic GMail? 😉
Io ho la mia posta elettronica (importante) con un provider di prossimità, con una sede vicino casa, al quale posso sempre tirare un sampietrino in caso di bisogno e soprattutto, scarico la posta con il protocollo SPOP e *non* uso IMAP.
In questo modo, fatto salvo l’obbligo di conservare il traffico di e-Mail imposto dalle normative vigenti, qualunque uso non ortodosso del mio traffico di posta elettronica non può che essere doloso.
Per il resto vale quello che leggi nell’ultimo capoverso del post.
Ottimo articolo. Non ho mai cariato un dente e per fortuna non uso solo servizi Google 😛 Ciao 😀