Uno dei problemi del PD, ammesso che esista, sono quelli che ne fanno parte, ne raggiungono alcuni massimi locali, e usano la loro posizione per criticarlo.
Il pokerista Adinolfi (ve lo ricordate? quello de iMille, quello degli under quaranta, il blogger) voleva ammazzare il padre; Renzi e Civati vogliono rottamare l’attuale classe dirigente come se non ne facessero parte, in base alla data di nascita.
Idee politiche robuste, visione e politica con la p maiuscola.
E tutte cose che al cittadino non solo interessano meno di un cazzo, ma che gli danno modo di dubitare che la nuova guardia del PD passi gran parte del suo tempo a fottere la vecchia, rimanendo, in tutto questo, poco tempo per pensare a cose più importanti.
Intendiamoci anche sulle cose più importanti: una campagna contro il grattarsi l’acne già sarebbe più importante.
Tutti rampanti cresciuti nell’umido del periodo della segreteria Veltroni, uno che dopo aver continuato l’opera di demolizione del verde periferico romano inziata da Rutelli a favore di quartieri dormitorio, centri commerciali sempre rigorosamente il più grande d’europa e palazzinari, ha finito col demolire un terzo secco dell’elettorato del PD.
Si chiama vocazione maggioritaria.
Cos’hanno in comune tutti costoro? Vedono come occasioni mancate ogni tentativo non riuscito di trasformare il PD in una forza di centro-destra.
Continuano a perdere elettori, ed ogni volta ritrovano come soluzione quella di essere sempre più pubblicamente ispirati al magistero della santa romana chiesa, non perdono occasione per ricordare di essere cresciuti nel refettorio di Don Qualcosa, propongono toponimi di santi, vescovi, cardinali e papi.
A proposito di Papi.
Una cosa che diverte in tutto questo è che mentre a destra si continua a ecumenizzare sul culto di un settantacinquenne con le analisi incasinate, dalla stessa parte ma marginali i giovani del PD vorrebbero diventare dei leader solo per meriti anagrafici.
Divertente perché l’Italia è e sarà sempre più un paese di vecchi: vorranno essere un’élite…
Eppure tutti gli schieramenti in parlamento perseguono la trasformazione del nostro modello sociale in quello americano, quello che dopo i quarant’anni sei un fallito e prima sei un macchinario poco costoso ma molto flessibile.
Una prospettiva che chi vota a destra per definizione non capisce; e quindi non capisce nemmeno perché dovrebbe preferire il centro-destra alla destra. Ma che agli altri, che pure malgrado tutto esistono, semplicemente non piace.
Hai espresso in poche righe la realtà del PD come neanche Ilvo Diamanti avrebbe saputo fare. 🙂