Ai politologi del giorno dopo, vorrei ricordare due cosette in merito agli eletti.
Gli eletti in parlamento sono stati scelti dalle segreterie dei partiti, nel migliore dei casi; nel peggiore sono stati imposti a queste dalle cosche di riferimento. Comunque non da chi li ha votati.
Gli eletti nelle amministrazioni locali, se candidati col metodo delle primarie, sono stati votati da persone non iscritte al PD nel migliore dei casi; potenzialmente da iscritti di altri partiti, nel peggiore.
Quindi sono due i sistemi elettorali da cambiare: quello nazionale per il parlamento e quello delle primarie. Il primo in modo che i partiti propongano e non dispongano i candidati; il secondo in modo che la facciamo finita di presentare gente di destra se vince il candidato del PD o gente che sfrutta il PD per i cazzi suoi in tutti gli altri casi.
Non per rispetto al PD, ma per chi è iscritto del PD.
Infine sul fatto che debbano essere i partiti a proporre i candidati e non si possano candidare singoli cittadini fuori dalle logiche di partito, non è una bella cosa in assoluto, ma è questo che prevede la nostra organizzazione in forma di stato.
Si può cambiare, forse si dovrebbe, ma non si può disattenderlo.
Altrimenti lasciare tutto com’è e continuare a discutere del nulla ed a sorprendersi del verificarsi sempre della peggiore delle ipotesi.
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