Il segno all’incontrario

Dicevo solo ieri1 che le primarie hanno dimostrato che quando chiedi ai cittadini chi vorrebbero per una carica, questi lo scelgono, e poi lo votano alle elezioni.

Accade che alle primarie i candidati sconfiggano quelli dei partiti e vengano dal di fuori (e non dico dalla società civile, perché non è che quella dentro sia incivile, così come i cittadini rispetto ai parlamentari sarebbero le persone comuni o gli uomini della strada, nelle redazioni).

Accade, insomma, che candidati scelti dai cittadini, vincano le elezioni contro candidati scelti da tutto eccetto che da chi li vota; l’attuale governo (che non è maggioranza in parlamento e men che mai nel paese) se ne è accorto alla ultime amministrative.

Beh, è di oggi una proposta di legge2 che vorrebbe di fatto svuotare le primarie del loro significato rendendole di fatto un teatrino persino più pietoso dei questo scorcio di regime calante, eclissato da ogni forma di dappochezza e nanismo istituzionale.

Si potrà utilizzare per i governatori, i sindaci e i presidenti di provincia. Per poter partecipare è necessario essere iscritti al partito che le indice o essere sostenitori, per i quali sarà previsto un registro ad hoc.

Si applicherebbe, ovviamente, solo alle amministrative e non al candidato presidente del consiglio, che come sappiamo è una carica ereditaria e vitalizia salvo che non si abdichi.
Strano che non abbiano pensato di estenderla ai referendum.

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  1. eDue – Questo è il più importante
  2. La Repubblica.it – Primarie, il Pdl presenta una legge ma sono esclusi i candidati premier

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Immagine da http://it.wikipedia.org/wiki/File:Licio_Gelli_tessera_fascio.jpg

Autore: eDue

Bieco illuminista

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