The Dear Old iPad


Pare che qualcuno si sia sorpreso del fatto che il nuovo iPad invece che chiamarsi iPad 3 si chiami The New iPad.
In un paese in cui ci sono compagnie telefoniche locali che si chiamano I Don’t Care ed I Don’t Mind e che sono quelle con le tariffe più care (se chiedete di passarvi un numero ad esempio in un albergo, vi viene chiesto “con quale compagnia volete effettuare la telefonata?”), il mio pensiero corre al cliente medio al quale viene chiesto cosa vuole comprare?
Il nuovo iPad comunque lo chiamiate, costa più del vecchio che tuttavia resta a listino, ed è un’ottima occasione.

Ah, quindi resta a listino?

AppleInsider oggi pubblica l’ennesimo capitolo dell’agiografia di Jobs1 ricordandoci che la semplificazione del naming dei prodotti si dovette a Jobs nel 1997.
Non ci credo.
Jobs resterà famoso per aver toppato quasi tutto (come quell’altro lì, quello dei 640 Kb…) ma fortunatamente circondato da gente che gli ha rintuzzato le cazzate; pare che l’ultimo della serie sia stato Ron Johnson2 e che l’abbia convinto che gli Apple Retail Store non dovessero essere solo per i creativi (tutti e venti, sul pianeta) ma per tutti.
Poi durante i keynote Jobs ripeteva la solita messa cantata con i numeri3 sorprendenti fatti dai Retail Store, ovvero fatti grazie a qualcun altro.

Torniamo alla semplificazione dei nomi.
Riprendiamo la tesi: il fatto che il nuovo iPad non si chiami iPad 3, ma solo iPad, è un ritorno alla semplificazione voluta da Jobs.
Allora:

  1. È vero, come dice l’articolista di AI che ad un certo punto nel 1997 il lineup di Apple era di due macchine, ma lo stesso articolista ne sbaglia i nomi; li chiama PowerMac G3 e PowerBook G3. Invece il primo si chiamava PowerMacintosh G3. Poca cosa direte voi, e invece no. il PowerMac fu il G4, e l’elisione volle essere significativa del passaggio dalla vecchia architettura PowerPC G3 alla nuova G4. Il fatto che anche un agiografo sbagli fa capire quanto quella politica di masturbazione sui nomi dei prodotti fosse fallace e resti, per gran parte delle persone, sconosciuta.
  2. Proprio perché alla gente delle politiche di naming non fotte nulla, il PowerMacintosh G3 fu chiamato comunemente G3, il suo successore bianco e blu fu chiamato G3 bianco e blu e poi ci fu il G4
  3. Già, ci fu il G4. Ce ne furono dieci versioni
    • Power Mac G4 (FW800)
    • Power Mac G4 (Mirrored Drive Doors 2003)
    • Power Mac G4 (Mirrored Drive Doors)
    • Power Mac G4 (Quicksilver 2002)
    • Power Mac G4 (Quicksilver)
    • Power Mac G4 (Digital Audio)
    • Power Mac G4 (Cube)
    • Power Mac G4 (Gigabit Ethernet)
    • Power Mac G4 (AGP Graphics)
    • Power Mac G4 (PCI Graphics)

    E come le si distingueva? aggrappandosi a quel poco che ci era dato: doppio drive, digital audio, gigabit ethernet, ecc. Un vero porcile4.

  4. La stessa situazione si è sempre avuta per i portatili, per i quali ad esempio il nome PowerBook G3 non è mai stato usato da nessuno, e sono stati invece chiamati con i loro nomi in codice:
    • Wall Street
    • Lombard
    • Pismo

    La stessa casa madre per non impazzire fu costretta a identificarli, nelle pagine di assistenza, come

    • Original
    • Bronze Keyboard
    • FireWire
  5. Tralasciamo per pietà considerazioni analoghe per l’iPod (con ghiera, senza, con ghiera rotante, con alabarda spaziale, maglio perforante, ecc.)
  6. Per l’iPhone, guarda caso, ogni modello ha un suo nome:
    • iPhone
    • iPhone 3G
    • iPhone 3GS
    • iPhone 4
    • iPhone 4S

    E Jobs c’era. Ed oggi a listino ce ne sono tre modelli diversi…

  7. l’iPad 2 fu introdotto dallo stesso Jobs

Secondo me così come l’OS X 10.8 uscirà senza nessuna novità e dopo solo un anno solo per poter pareggiare il conto con Windows 85 e non dare la sensazione che Apple resti indietro (D’altronde Microsoft è passata da XP™ a 7 per dare la sensazione di essere avanti…), così probabilmente il nome iPad 3 è stato evitato solo per non darla vinta ai siti di rumors che a dispetto delle presunta segretezza totale globale imposta da Apple al pianeta, avevano già ricostruito pezzo a pezzo quello che sarebbe stato annunciato poi. Quindi il nome è stato l’unica sorpresa6, 7.

* * *

  1. AppleInsider.com – New iPad adopts simple product naming Steve Jobs brought to Apple in 1997
  2. CNN Money – Ron Johnson: Retail’s new radical
  3. eDue – It’s fenomenal (Incredible, Amazing, boom!)
  4. Apple Support – PowerMac G4
  5. eDue – Otto pari
  6. eDue – a = 2 arctan (h/2d)
  7. MANTELLINI, Massimo – Risoluzionario?

Immagine da http://photos.appleinsider.com/AppleNames.031012.003.jpg1

Autore: eDue

Bieco illuminista

9 pensieri riguardo “The Dear Old iPad”

  1. Sono passato da iPad 1 a iPad 2 e ne avrei potuto tranquillamente fare a meno. Per questo aspetterò iPad 4… saltare una generazione fa bene… anche se il retina display e cosucce come personal hotspot, retina display e (wow..) il software di dettatura mi sembrano assai interessanti.

  2. Io sono passato da iPad 0 a iPad 2 e potrei farne a meno, ma non tranquillamente.
    Come puoi vedere ( http://edue.wordpress.com/letture/ ) adesso leggo parecchi e-Book, perché in casa non mi entrano più i libri, che stimo su un paio di migliaia.

    Poi ci leggi alcune riviste elettroniche che prima avevano metri lineari di librerie a prendere polvere e infine quando viaggio lo trovo utile.

    Nulla che non possa fare altrimenti, ci mancherebbe, ma è comodo.

    Visto che ci leggo, del nuovo mi attira solo lo schermo.
    Ovvero l’unica cosa diversa dal mio 🙂

  3. Per “leggere” (solo quello) un Kindle da € 99,00 che è più leggero, pratico e con una leggibilità molto migliore…, no?
    Impressionante la lista… ma c’è una cosa che mi lascia assai perplesso: ADAMS, Douglas – Guida galattica per gli autostoppisti [—–]…….

  4. Sono fatto all’antica: non voglio portarmi appresso un oggetto per ogni funzione (che pare sia il trend del futuro, certificato anche da Doctorow), ma meno roba porto appresso più mi sento evoluto.

    Quindi portare ANCHE un Kindle per leggere non mi pare il caso.
    Inoltre l’interfaccia del Kindle non la vedevo dai tempi dello Spectrum; oppure se la vuoi rapportare ai nostri giorni, la vedo ancora al Bancomat.

    Per quanto riguarda la guida per autostoppisti, sì l’ho trovata una cazzata galattica.

  5. Concordo su “less is more…” ed io mi porto appresso o iPad o Kindle, la cui intefaccia è, effettivamente, pessima. Peccato per Adams…

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