Pisciot

Nel 2001 Frédéric Brochet dell’Università di Bordeaux invitò 57 intenditori ad assaggiare e descrivere un bicchiere di vino bianco e uno rosso. In realtà si trattava dello stesso vino bianco che in un caso era stato dipinto di rosso con un colorante alimentare. Gli esperti però descrissero il vino apparentemente rosso con termini solitamente usati per quel genere di vino. In un altro esperimento Brochet invitò i giudici ad assaggiare un pregiato Bordeaux e un vino da tavola. Si trattava dello stesso vino proveniente da bottiglie diverse ma gli esperti descrissero quello spacciato per pregiato come “amabile”, “legnoso”, “equilibrato” e “rotondo” e l’altro come “debole”, “leggero”, “piatto” e “difettoso”.1,2

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Autore: eDue

Bieco illuminista

3 pensieri riguardo “Pisciot”

  1. Bevo poco e quando bevo mi piace bere bene. Leggo, mi informo, quando ci riesco.. assaggio. In linea di principio per un vino “ordinario” non spendo più di € 18,00 a bottiglia che, in occasione di “follie” arrivano intorno ai € 50,00. Oltre non vado perché credo di non essere in grado di distinguere apprezzabilmente le sottili differenze, che pure ci sono.
    Sono capitato in una cena della A.I.S. in cui c’era libero accesso ad una cantina di una quarantina di vini diversi, ovviamente tutti di livello e costo impegnativo… non tutti i vini da € 150,00 a bottiglia (ed oltre) valevano tale prezzo, soprattutto a confronto con concorrenti di simile categoria, ma a metà prezzo. Ma sono confronti che noi umani non possiamo neanche sognarci…

  2. Ho degli amici sommelier; uno insegna in una scuola di sommellerie.
    Ne parliamo. Molto.

    Resto convinto che a parte le moine sappiano distinguere una coca cola da un vino, ed un vino che sa di tappo (in quanto sa di tappo) da uno che no. Quest’ultimo lo so distinguere anch’io. Astemio.

    Il resto sono minchiate; l’esperimento Brochet che cito dovrebbe essere la pietra tombale. Ma come tutte le religioni non puoi togliere il rito ad uno cui piace.

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    Io sono un fumatore di Toscano.
    Mi piace l’Antico.
    Non sono un fumatore, bada; sono uno cui piace ogni tanto un buon Toscano.

    Odio quelli che lo portano all’orecchio per sentire se “canta” (manco fosse Bocelli), quelli che lo leccano da punta a punta e quelli che lo spuntano a sputo.
    Il Toscano è un sigaro particolare; C’è una grossa differenza di fascia tra il Kentucky dell’Antico, dell’Originale e del Riserva e quella del Toscano e del Garibaldi.
    Ma sono tabacchi diversi.

    I tabacchi scuri sono più dolci, perché nella fermentazione il colore gli deriva dalla presenza di zucchero? Per i cubani, forse. Ma i Toscani sono scuri per affumicatura; tu capisci che dopo tre cicli di affumicatura per totali venti giorni anche il compensato di pino diventerebbe scuro, no?
    Fine.

    Il resto, anche lì, sono minchiate.
    Fumare alla maremmana, fumare smezzandolo, fumare l’ammezzato del Garibaldi (che è più lungo di un Toscanello e di una metà in generale), dicono dia sensazioni diverse.
    E vorrei vedere che tenere un sigaro in bocca per venti minuti o per due ore non cambi nulla nella nostra percezione.

    La verità è che chi ne fuma più di uno a settimana, dal secondo in poi non sente più un cazzo. E non lo capisce, se non smette. Però giustamente ne parla; cos’altro potrebbe fare?

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