Per quello si chiamano “lettori”

Ieri Massimo MANTELLINI parlava del sistema di commenti al sito de L’Unità: Lontano dai propri lettori – manteblog; riporto qui la mia riflessione in merito, partendo dal fatto che avevo già usato quella testata (!) per esprimere il mio parere1 in merito ai commenti sui giornali.

Ho già detto molte volte che secondo me i commenti alle notizie non hanno senso. Non voglio entrare nel caso specifico che non conosco (non leggo l’Unità in alcuna forma, il caso in argomento m’è stato segnalato) e non ho un account Facebook (e non lo aprirò certo per fare un favore a Zuckenberg).

Però i presupposti sono:

1) I commenti alle notizie sono inutili.
Una notizia è una notizia. Non è una verità (no, sia chiaro) è una racconto di un avvenimento. Fatto da un essere umano con le sue idee e i suoi limiti. Può essere fatto con serietà o con assoluta mancanza della stessa, ma non è certamente commentando “sei la solita merda, tu ed il tuo giornale di fascisti (komunisti, zekke, skins, nazzi, ecc.)” che l’informazione migliora. E poi i commenti vanno letti; non da chi li dovrebbe moderare, ma anche dagli altri. E leggere paginate di “sei una mmerda” non aggiunge valore a nessuno. D’altro canto moderare i commenti oltre ad essere costoso è prono ad accuse di cenzura (letterale) di partigianeria, ecc.
E per fare cosa, poi?
Mettiamo che un commento possa aggiungere segnale alla notizia: possa. Come si fa a trasformare l’ipotetica in un’affermativa? Controllando.
A parte la divertente assonanza Con-Trollando, il problema è che spessissimo si assiste a notizie che non sono altro che rilanci di rilanci di vaccate. Non le si controlla, e si vorrebbero controllare le fonti dei commenti?
I giornali hanno i commenti alle notizie perché fa duepuntozzero.

2) I commenti sono il sale dei blog.
Ma i blog sono per definizione unilaterali, partigiani, tendenziosi e possono (non devono) contenere semplici opinioni. Ecco lì i commenti hanno senso, e vanno moderati per non diventare tutti-contro-tutti-portiere-volante. Ma vanno moderati con un parametro, che se è pubblico è meglio (ma non deve), che riguarda solo l’ospite e come tale lo rappresenta.

3) Il fatto di poter commentare una notizia non è democrazia; la democrazia è avere parte della facoltà di incidere nelle decisioni, non poterle criticare senza che nessuno ti cachi. E non è certamente scrivendo “mmerda” nei commenti ad una notizia di giornale che si cambiano le sorti di un paese. Al limite la democrazie deve poter garantire libertà di espressione, anche di quelli che non hanno nulla da dire; ma, appunto, apriti un blog.

3) Non ti piace un giornale? Non leggerlo. Non serve a nulla commentarne le notizie.

4) Non ti piace un blog? Non frequentarlo. Se lo frequenti, accetti in toto le politiche del proprietario.

5) sul alcuni siti di meteorologia, si possono lasciare commenti alle previsioni del tempo2. Abbiate pazienza ma preferisco guardare la vernice asciugarsi™.

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  1. eDue – Sfigati 2.0
  2. eDue – Signora Mia 2.0

Autore: eDue

Bieco illuminista

2 pensieri riguardo “Per quello si chiamano “lettori””

  1. Io non sopporto i “Mi Piace”. Anche ai post che scrivo…

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