Ieri Monti ha detto che il suo candidato ideale in Lombardia è un volto nuovo, tale Albertini, che non ha giocato nel Milan e non fa il DJ. Questo è il rischio dei volti nuovi, che non se ne sa nulla. Pare che anche quelli dell’UDC lo conoscano.
Per un movimento che ha avuto l’endorsment vaticano (avranno confuso il significato di “prendere i voti”) la parte principale della proposta politica sono idee nuove e volti nuovi:
Franco Frattini, Mario Mauro e 11 deputati usciti dal Pdl, da Cazzola alla Bertolini a Stracquadanio, ufficializzeranno in questi giorni il movimento “Italia popolare per Monti” (o “Popolari per Monti”) con chiaro link al Ppe. Ma in assenza di una loro lista – fatta salva la blindatura degli stessi Frattini, Mauro e Mantovano in quella unitaria al Senato – resta il dilemma di dove candidare gli altri alla Camera.1
non dimenticando Fini e Rutelli.
A quest’ultimo manca poi, tra le migrazioni tra gruppi parlamentari e ideologie, solo Alba dorata.
Pare anche che Monti abbia dato del professore a Brunetta, che s’è giustamente risentito, ed abbia detto al PD che deve evitare di candidare le sue ali estreme, che ne bloccherebbero l’azione di governo. Al proposito ricordo il De Crescenzo:
Siamo angeli con un’ala soltanto e possiamo volare soltanto restando abbracciati
e mi domando: avendo l’arcangelo2 Mario solo l’ala destra estrema, com’è che s’è messo in testa di fare pure l’usciere al parlamento prossimo venturo?
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