Come si fa a competere con un pazzo, con un tizio che sembra allergico ai profitti? Nell’accedere al mercato degli ebook, la Apple aveva due opzioni. Poteva essere più folle di Amazon, perché di certo aveva abbastanza riserve di liquidità da permettersi delle perdite simili sugli ebook, vendendoli a 9,99 dollari o anche a meno. Ma la Apple non aveva nessuna intenzione di adottare questa strategia.
Negli atti del tribunale si legge con chiarezza che l’azienda non ha considerato opportuno competere sui prezzi, soprattutto perché era convinta che l’iPad offrisse un’esperienza migliore del Kindle nella lettura dei libri elettronici. Inoltre, la Apple non aveva alcun interesse a perdere soldi: per la società i profitti sono inviolabili, l’unico motivo per compiere qualunque mossa.
Ma come poteva guadagnare sugli ebook se il prezzo più diffuso, fissato da Amazon, era svantaggioso? C’era un’unica possibilità: organizzarsi con gli editori per costringere Amazon ad aumentare le tariffe. Per ottenere questo risultato, la Apple ha proposto alle case editrici di adottare il “modello del distributore” per gli ebook.
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