Trentadue trentini entrarono, a Trento

Le suore di Trento hanno ragione. Per quale motivo un istituto scolastico cattolico, gestito da religiose, dovrebbe accettare un’educatrice omosessuale? Per chi considera l’omosessualità una devianza, una triste sventura, è del tutto legittimo porsi il problema di quanto un docente gay o una docente lesbica possa agire come esempio negativo sugli alunni e le alunne.

Il problema infatti non è delle suore, ma di uno stato laico e aconfessionale che finanzia le loro scuole e se ne vanta, affermando per legge (n. 62 del 2000) che quegli istituti fanno parte del sistema scolastico pubblico.

Da Internazionale » Opinioni » Le suore di Trento.

Autore: eDue

Bieco illuminista

4 pensieri riguardo “Trentadue trentini entrarono, a Trento”

  1. Se sei un privato puoi assumere chi ti pare e quindi puoi NON assumere un omosessuale (o uno che fuma, per esempio. O che ti sta semplicemente antipatico.). Ma una volta assunto siamo sicuri che si può licenziare perché lo si scopre omosessuale? (Sempre che lo sia, eh)

  2. Nossignore, le leggi valgono anche per i privati.
    Puoi selezionare un ingegnere piuttosto che un netturbino per costruire un viadotto, ma non puoi chiedergli che orientamento sessuale abbia.
    Non per altro hanno inventato il mobbing, proprio per costringerti ad andartene.
    Qui non si tratta di licenziamento, si tratta di mancato rinnovo.
    La storia non l’ho seguita e quindi non ne parlo, ma su una cosa il Collettivo ha ragione, ed è quella che ho quotato, appunto.
    Ovvero, basta dare soldi a scuole confessionali.

    Poi oggi, manco a farlo apposta…

    http://www.internazionale.it/opinioni/claudio-marcelli/2014/07/21/la-parita-e-un-buon-business/

    e non si parla di assunzione, ma dell’appetibilità della società che offre lavoro verso i candidati.

  3. Vero, ora ricordo. Era un rinnovo e quindi mi sa che la prof ha ben pochi appigli.

    I soldi alle scuole private invece sono una vera porcheria anticostituzionale.

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