Un giudizio sull’Italia tutta

«La circostanza che la contribuente abbia aderito bonariamente alla definizione pecuniaria – continua ancora la sentenza – non può far nascere alcuna presunzione di riconoscimento della costante irregolarità, dato che l’instaurazione di un contenzioso tributario avrebbe ragionevolmente comportato ben più onerosi costi professionali per poter esercitare il diritto di difesa».

Ragioni che hanno indotto i giudici ad annullare il provvedimento di sospensione dell’attività, però già avvenuto. Ecco perché la pronuncia sottolinea che «la sanzione accessoria, irrogata con la quadruplicazione dell’unico Pvc, appare spropositata, afflittiva e vessatoria rispetto all’affermata presunta irregolarità di mancato incasso per complessivi 1,50 euro».

E la Commissione tributaria va oltre e indica anche la strada per ottenere un riconoscimento del pregiudizio subito: «Appare sussistente l’eccepito patito danno economico e di immagine lamentato dalla contribuente che può essere rivendicato nella competente sede civile».

Riassumo:

  1. Vista la sproporzione del rapporto tra fisco e cittadino, al cittadino costa più ottenere ragione, supposta sussistere, e difendersi che non pagare. Cosa vi ricorda?
  2. Uno dipendente dello stato che, nel rapporto col cittadino, che dovrebbe essere il la ragione del suo lavoro, compie una atto spropositato, afflittivo e vessatorio, che fine avrà fatto?
  3. Lo stato, un giudice, dice al cittadino, di procedere in giudizio contro lo stato, malgrado il punto 1.
  4. Il tutto si è innescato perché il cittadino ha pagato tasse in più su cifre che non aveva incassato.

* * *

Da Il Fisco contesta lo sconto di 1,50 euro che non risulta dalle ricevute. Ma la chiusura del ristorante è illegittima – Il Sole 24 ORE.

Grazie a I Miserabili | Pizzeriaitalia.

Autore: eDue

Bieco illuminista

Lascia un commento