L’illusione del suono perfetto

Il numero prima di kHz indica il punto più alto che la registrazione è in grado di riprodurre per quanto riguarda i toni alti. La versione per Pono comprende quindi più altezze, ma secondo diversi ricercatori che studiano la fisiologia umana, con i 44,1 kHz si producono alti che vanno già ben oltre le nostre capacità di coglierli tutti con le nostre orecchie. Supera quel limite e stai spendendo soldi per suoni che solo il tuo cane può percepire.

Da: L'illusione del suono perfetto – Il Post.

Autore: eDue

Bieco illuminista

9 pensieri riguardo “L’illusione del suono perfetto”

  1. Un amico direttore d’orchestra un giorno mi chiese di accompagnarlo preso un noto centro HIFi per una seduta di ascolto comparativo. Andai e mi trovai ad ascoltare – dalla stessa cassa – una serie di 4 cavi diversi. Lui mi chiedeva: “Non ti pare un po’ più chiuso del precedente?” Io confessai che non percepivo alcuna differenza… ma perché porre limiti? In fondo conosco un sacco di persone che si comportano come cani…

  2. Io non pongo limiti nessuno. Avevo il vicino di casa che diceva che il cane lo chiamava papà. A lui anadava bene così e pace.

    Però dire che finalmente è uscito il libro che insegnerà a tutti a capire il linguaggio del cane e in omaggio un simpatico traduttore simultaneo ce ne vuole.

    Anch’io conosco uno fulminato per l’Hi-Fi, che dice che con certi cavi di mmerda è inutile discutere, però ha sessant’anni suonati (ahr, ahr) e certe frequenze non le sente più, quindi le affermazioni derivano da arteriosclerosi più che da una specifica conoscenza che purtuttavia nessuno gli nega.

    La cosa divertente del tutto è avere alterrima qualità per sentire Neil Young, come dire monitor 4K spento.

  3. Temo che l’autore dell’articolo abbia confuso la frequenza di campionamento con la frequenza acustica.

  4. Non mi pare.
    Dice solo che tagliare come si fa normalmente implica anche tagliare le frequenze (tanto in alto quanto in basso).

  5. Sì, ho chiaro cosa sia.
    L’unica cosa è che in qualità CD hai una quantità di informazione per unità di tempo costante. Devi tagliare rispetto al reale continuo per renderlo discreto.
    E tagli sia nella frequenza, che nell’ampiezza del campione.
    Lui diceva che aumentare l’ampiezza dello spettro campionato, farebbe felici solo i cani.
    Non credo che le abbia confuse, ha solo stressato quella che gli permetteva una battuta migliore 🙂

  6. Temo che l’autore del commento abbia dimenticato che frequenza di campionamento e frequenza acustica sono collegate dal teorema di Nyquist
    http://it.wikipedia.org/wiki/Teorema_del_campionamento_di_Nyquist-Shannon

    Con una frequenza di campionamento di 44.1 kHz, si possono ricostruire senza perdita di informazione suoni con frequenza acustica fino a 44/2 = 22 kHz. Per cui con una frequenza di campionamento di 44.1 kHz si riproducono tutti i suoni che un orecchio umano puo’ percepire (20-20k Hz).

    Per cui… “Supera quel limite e stai spendendo soldi per suoni che solo il tuo cane può percepire.”

  7. Io posso dire che pur non essendo audiofilo ed avendo un impianto stereo molto “basico”, la differenza fra un mp3 di altissima qualità, fatto con le mia manine, e un CD/(flac di qualità equivalente) la sento eccome. Certo, la registrazione di partenza deve permettere di fare questi confronti: ho usato una registrazione 4D della Deutsche Grammophone e il violino della Mutter. Le registrazioni degli anni 70 dei Led Zeppelin forse non sarebbero adatte. In auto e sui mezzi pubblici un mp3 va alla grande.

    Comunque, senza spendere capitali: uno smartcoso appena decente + app di VLC + file flac in qualità cd consentono di avere tutta l’hi-fi che si vuole a basso prezzo e ovunque. Da quando ho lo smartcoso aziendale di Pono mi sono dimenticato completamente.

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