Turarsi il nez

Non credo alla retorica dell’emergenza, quella per cui a ogni elezione arriva qualcuno e cerca di convincerti che “stavolta” la situazione è straordinaria, che non è tempo per sottigliezze e grandi progetti, perché i fascisti sono alla porte, e bisogna turarsi il naso, bisogna adattarsi, c’è un nemico da fermare, “stavolta”. E chi gli dà retta dice “ok, li voto, ma è l’ultima volta”. Ogni volta.Questa retorica è stata non solo fallimentare, ma addirittura complice dell’inesistenza di progetti nuovi, alternativi, convincenti, adeguati ai tempi. A forza di seguirli, abbiamo mantenuto gli status quo di cui ci diciamo scandalizzati, abbiamo prodotto uova marce oggi, e siamo sempre rimasti senza galline domani, dopodomani, e per le generazioni che verranno.

Perfetto.

Da Turarsi il nez – Wittgenstein

Autore: eDue

Bieco illuminista

Un commento su “Turarsi il nez”

  1. È la cosa che più mi spaventa del doppio turno. Meglio unico, secco… pronti? Via! Fatto!

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