Quando si dice il tempismo con la C maiuscola!

– 5 mesi fa, il 14 settembre 2015, proprio nei giorni in cui si accendeva Advanced LIGO, le due orecchie hanno captato un segnale. Un’onda gravitazionale prodotta 1,3 miliardi di anni prima e che, proprio in quel momento, stiracchiava la Terra. Quando si dice il tempismo con la C maiuscola!

Da Luca Perri – Procederò con ordine e calma interiore. -…

How to Unlearn Misspellings and Sync Your User Dictionary in OS X

If you’ve accidentally told OS X’s system-wide spelling checker to learn misspelled words, never fear, since there’s an easy way to remove them, either one at a time, or in bulk. And once you learn that, you’ll see how you can sync your custom words between Macs so you have the same set everywhere.

Da How to Unlearn Misspellings and Sync Your User Dictionary in OS X

12 a 10, per ora

Mio padre mi diceva che se volevo andare d’accordo con lui dovevo obbedire ad una sola legge, quella delle 12 P:

Prima Pensa, Poi Parla, Perché Parole Poco Pesate Possono Procurare Perenni Pene.

Non andammo molto d’accordo.

Per conto mio, dico agli utenti che chiamano in tragedia per aver perso il documento importantissimo che dev’essere pronto ieri e ne va della loro vita, che devono attenersi alle Legge delle 10 S:

Salva Spesso. Se Soprassiedi, Succedessero Sfracelli, Subisci Silente Senza Straziarci.

Install TrueCrypt On Mac OS X Yosemite 10.10 — Lazy Mind

First method
Open the .dmg You’ll find the .mpkg.
Right*click and “Show Package Contents” Open Contents Dir Open Packages Dir Install each of the 4 packages in this order:
OSXFUSECore.pkg,
OSXFUSEMacFUSE.pkg,
MacFUSE.pkg,
TrueCrypt.pkg

(It is possible MacFUSE.pkg will install the two before it, but we ran each to play it safe.).

That’s it; it’s Truecrypt has been working fine for us using this method.

Confermo, vale anche per OS X 10.11 El Capitan.

Da Install TrueCrypt On Mac OS X Yosemite 10.10 — Lazy Mind

Canvas Draw for Mac

Canvas Draw

Brand new for the Mac platform, Canvas Draw for Mac is a powerful software specifically designed to make it possible for small business owners, designers, illustrators, and professionals to advertise and communicate with confidence.

Bene, nel silenzio generale, mi sono accorto per puro caso che ACD ha rilasciato Canvas Draw for Mac.
Sul sito è disponibile una demo a 30 gg.
Costa 99 USD.

Intanto chiariamo subito che Canvas Draw for Mac ha i seguenti requisiti:
Mac computer with an Intel® processor with 64-bit support
4 GB RAM installed
1 GB free hard disk space (2 GB recommended)
1024×768 or higher screen resolution recommended
Mac OS X 10.9, 10.10, and 10.11.

Quindi sì, Canvas torna sul Mac.
Per chi come me ha usato per la prima volta Canvas 2.0.x nel 1991 su un Macintosh II fx, e poi si vide arrivare un paio di chili di scatola con i floppy del 3.5, questo Canvas Draw è più di un qualcosa di proustiano.

Per quanti non sappiano cos’è (sono 10 anni che manca dal Mac, 15 che non viene aggiornato e su WC non l’ha cacato nessuno, pun intended), beh scaricate la demo e provatelo.

Per tutti gli altri che, come il sottoscritto, hanno sempre detto che i due motivi per comprare un Mac erano Canvas e BBEdit, ed erano rimasti orfani del 50%, dico solo che:

  • Sono tornate tutte tutte le scorciatoie da tastiera; io le ho riprese in cinque minuti
  • Per passare da forme a curve di Bézier basta, come sempre, un doppio clic
  • i vecchi file .CVX si aprono tranquillamente, con alcuni problemi di riconoscimento di font, dovuti al fatto che quei documenti erano stati fatti quasi tutti con caratteri bitmap e/o TrueType che oggi non esistono più
  • Per cambiare il raggio di curvatura di un rettangolo con angolo arrotondati, c’è sempre la maniglia, da usare a posteriori
  • insomma è tornato Canvas 3.5

Perché dico Canvas 3.5?
Intanto non vuole essere una critica, anzi, e poi perché appunto tutto quello che ci hanno aggiunto dopo (dalla 5 fino alla X) era fuffa.

Evviva.

* * *

  1. Canvas for Macintosh again
  2. eDue – Antani Illustrator™
  3. eDue – Hic non sunt leones – Parte 2
  4. eDue – Canvas to Return to the Mac in 2014
  5. Your universal graphics tool – Canvas Draw

Rewriting the enormous theorem

elwes_thm

“This was an attempt to produce something that was analogous to the periodic table for the elements, for all the groups,” explains Solomon. “But the special challenge in maths that you don’t have in chemistry, is that in chemistry no one tries to prove you’ve discovered every possible element. Next year someone might discover a new element and nobody would be embarrassed. But if next year somebody discovers a new finite simple group, a lot of us will be somewhat embarrassed because we claim we can actually prove we know them all!”

Da Rewriting the enormous theorem | plus.maths.org da cui è tratta l’immagine.

Come modificare la colorazione del sorgente in Firefox

FirefoxDeveloperEdition

In Firefox è possibile vedere il sorgente della pagina (o della selezione) corrente con l’apposita voce di menu oppure con la scorciatoia da tastiera CMD – U (su Mac) oppure CTRL – U (su WC e Linux).
Solo che quel che esce per default è di un brutto che manco a li cani.
Il problema è che una volta era facile personalizzare l’aspetto del codice, aggiungendo un CSS specifico in una determinata posizione sul file system.
Non ve lo riporto, tanto non vale più.

Oggi non è più così facile, perché il tutto non è documentato e si deve procedere per reverse-engeneering1,2.Mettendo assieme quel che si sa e quello che le interiora dicono agli aruspici, ne viene fuori che l’unico modo è quello di creare il famoso (o famigerato, fate voi)

userContent.css

in

~/Application Support/Firefox/Profiles/NomeDelProfilo/Chrome/

e laddove /Chrome/ non fosse presente, crearla.

Solo che questo CSS si applica a tutte le pagine web che il browser manda in terra.

La soluzione è quella di scrivere il CSS non proprio in maniera standard, forzandone l’applicazione sole alle pagine dei sorgenti e non a quelle di tutti gli altri siti.
Eggià, ma come si fa a dire a Firefox che un CSS che lui vorrebbe applicare al mondo intiero lo deve invece usare solo quando visualizza il sporgente delle pagine?
Beh, voi non lo vedete, ma in realtà la funzione di visualizzazione del sorgente di una pagina è la stessa pagina che state visitando, ma nell’URL non viene chiamata con un protocollo standard, ma con

view-source:

quindi la pagina
https://edue.wordpress.com/
ha per sorgente

view-source:https://edue.wordpress.com/

(provate col copia e incolla in Firefox, WordPress ha tra le sue numerose features da scassacazzi quella di intercettare gli URL e farne quel che vuole).

In questo modo la visualizzazione non viene presa in carico dal modulo di rendering consueto, ma da una libreria ad hoc che in realtà il rendering non lo fa, ma si occupa di fare solo la colorazione della sintassi (se è abilitata, ma questa è un’altra storia).

Bene, se nel CSS di cui sopra (userContent.css) mettete una direttiva che impone a Firefox di applicarlo solo alle URL che iniziano con il meta-protocollo view-source:, lui lo fa.

OK, ma come dirglielo?

Mettendo tutto il CSS dentro una direttiva non standard siffatta:

@-moz-document url-prefix(view-source:)
{
}

In questo modo si dice a Firefox (@-moz-document) che se l’URL inizia (url-prefix) con il meta-protocollo di cui sopra (view-source:), vale quello che c’è tra le due graffe più esterne ({,}).

Il codice completo con i selettori conosciuti e funzionanti ad oggi è quello che segue:

@-moz-document url-prefix(view-source:)
{
	/* 
	*|*:root
	{
		background: url(viewsource.jpg) top center no-repeat white !important;
	}
	*/
	#viewsource
	{
		font-family: Menlo !important;
		font-size: 9pt !important;
		white-space: pre;
	}
	.comment
	{
		color: red !important;
		font-style: normal !important;
		font-weight: normal !important;
	}
	.error
	{
		color: red !important;
		font-style: normal !important;
		font-weight: normal !important;
		background-color: rgba(255,0,0, .3);
	}
	.doctype
	{
		color: #004080 !important;
		font-style: normal !important;
		font-weight: normal !important;
	}
	.markupdeclaration
	{
		color: #004080 !important;
		font-style: normal !important;
		font-weight: normal !important;
	}
	.start-tag
	{
		color: #004080 !important;
		font-style: normal !important;
		font-weight: normal !important;
	}
	.end-tag
	{
		color: #004080 !important;
		font-style: normal !important;
		font-weight: normal !important;
	}
	.entity
	{
		color: #800040 !important;
		font-style: normal !important;
		font-weight: normal !important;
	}
	.attribute-name
	{
		color: green !important;
		font-style: normal !important;
		font-weight: normal !important;
	}
	.attribute-value
	{
		color: orange !important;
		font-style: normal !important;
		font-weight: normal !important;
	}
}

In giro se ne trovano altri, ma i selettori che contengono non sono (più?) riconosciuti da Firefox 36 e seguenti.
Se ne conoscete altri, ben lieto di aggiungerli, però prima provateli.

Nel caso, tenete presente che non funziona nulla se non aggiungete (sissignore, ad OGNI riga) !important prima del “;”.

Il motivo c’è: userContent.css viene caricato per ULTIMO dopo tutti gli altri, quindi dovrebbe andare naturalmente in override sulle regole omonime? Pare di no.

Aggiornamenti

  • 20150209: Aggiunto il selettore .error

* * *

  1. Messing With Firefox's View Source CSS File | CSS-Tricks
  2. How can I change view-page source (^U) background color? • mozillaZine Forums
  3. eDue – CSS – Cascading Style Sheet: Caratteristiche nominali, posizionali e contestuali | Zooid, il figlio di HAL