Telefonare pallido ed assorto

Mi pare che il tema dell’uso del cellulare in auto torni periodicamente; temo di non poter essere originale rispetto alle altre volte che se ne è parlato.
La novità è che si propone l’obbligo di disattivare l’interfaccia del telefono mentre l’auto è in movimento1.

In macchina si può fare tutto: truccarsi, navigare tra otto sotto-menu nel bancomat a centro plancia per alzare la temperatura del clima, riconfigurare a 130 km/h parte del quadro TFT che ha sostituito gli strumenti, cercare di centrare il millimetro quadro del touch screen che consente di passare dal navigatore alla radio.
Tutte cose che non sono nient’affatto pericolose alla guida.

Però telefonare no, quello no.

Quindi il telefono è il babau, ma si continuano a leggere recensioni e prove entusiastiche per tutti questi ciaffi inutili e pericolosi, e si arriva persino a dire che “per auto di questa categoria” ce ne vorrebbero, ed uno se ne aspetta, pure di più.

Allora decidiamo una volta per tutte: o siamo contro tutte le distrazioni e cominciamo a stigmatizzarle tutte e con forza, oppure finiamola di lavarci la coscienza esecrando il cellulare mentre sdilinquiamo per tutto il resto.

Allora: facciamo che chi farcisce le vetture di ciaffi2 che distraggono li debba disattivare mentre la macchina è in movimento?
Dai facciamolo!
Facciamo che uno debba aspettare fino all’autogrill successivo per cambiare la fragranza di bordo dal sotto-menu del tablet a centro plancia?!

Sia chiaro, io sono contro tutte le distrazioni per chi guida.
Non mi rassicura sapere che potrei morire sulle strisce perché uno cambia la regolazione del massaggio dei sedili, invece che telefonare alla nonna, perché quest’ultima cosa, e solo questa, non può farla in movimento.

* * *

  1. Telefonini: e se toccasse a chi li produce impedirne l’uso alla guida? | Il blog
  2. eDue – I ciaffi

Thunderbolt 3 cables longer than 0.5m generally don’t support USB 3.1 speeds

Apple introduced USB-C to its user base with the retina 12-inch MacBook. At the time, it was a fancy USB port limited to USB 3.0 speeds of 5Gbit per second, and was officially called USB 3.1 Type-C Generation 1.

The same physical port was used in the 2016 MacBook Pro refresh, offering a faster, more capable Thunderbolt 3 port with the same USB-C physical connector. The Thunderbolt 3 protocol allows for 40Gbit per second —assuming the cabling for it is right.

But, right now, confusion reigns —and a simple choice that Apple made in the 2016 MacBook Pro is making it worse.

Da PSA: Thunderbolt 3 cables longer than 0.5m generally don’t support USB 3.1 speeds

Bambini abbandonati in auto o in redazione

Siccome se ne parla ogni estate, e siccome se ne parla sempre in termini sensazionalistici e mai in termini pratici, visto che pare che ogni giorno si inventino nuovi mirabolanti dispositivi per prevenirlo, e visto infine che anni fa ne discussi con Vincenzo BORGOMEO di Repubblica e poi non se ne fece nulla, allora metto qui qualche riga.
Così al prossimo che ne parla, o parla di un fantomatico inventore e della sua trovata geniale 2.0, potrete almeno consigliare di informarsi.

L’argomento è: bambini dimenticati in auto.
Alcuni di questi muoiono per colpo di calore e fanno notizia.
Bene, in attesa che il futuro ci regali soluzioni incredibili che promettono mortalità zero per una causa tanto fessa quanto letale come questa, sappiate che:

  1. da almeno dieci anni (dieci, almeno) esistono degli antifurto satellitari che hanno la capacità di mandare messaggi a dei numeri inseriti in una rubrica dedicata. Quelli della generazione precedente, potevano solo mandare messaggi ad un numero di servizio, e dovevano essere letti da un operatore, che poi doveva contattare il proprietario e/o altri soggetti indicati alle stipula del contratto di servizio. Non è più così, da almeno dieci anni, appunto. Quelli attuali possono mandare, direttamente o indirettamente, SMS a diversi numeri di telefono
  2. se la vettura ha un antifurto volumetrico compatibile col bus CAN, i due antifurto vengono interfacciati automaticamente
  3. siccome il satellitare non è di suo in grado di controllare perimetralmente la vettura (ha dei sensori di movimento o scuotimento, non quelli volumetrici), i due antifurto assieme garantiscono un controllo totale di quanto accade al mezzo
  4. nello specifico il volumetrico a ultrasuoni consente di sapere se vengono rotti i vetri della macchina, oppure se qualcosa si muove al suo interno

Ora, quelli che sono dotati di intelligenza minima, avranno già capito che se una persona viene lasciata in auto, e si muove anche solo di gesti spontanei durante un eventuale sonno, il volumetrico se ne accorge; a questo punto oltre ad attivare la sirena, che almeno può allertare qualcuno nei paraggi, passa il segnale al satellitare.
Il satellitare manda i messaggi (ripeto, direttamente o indirettamente attraverso un collegamento M2M – Machine To Machine con un centralino automatizzato) a tutti i numeri in rubrica, scrivendo che la macchina è in allarme e fornendo le coordinate satellitari precise al metro.
Se nessuno dei numeri in rubrica disattiva l’antifurto con un SMS (in genere targa + password) allora dalla centrale un operatore contatta gli stessi numeri.

Capite bene che in questo modo, da dieci anni a questa parte e senza invocare o aspettare invenzioni del genio di turno, si potrebbe usare un meccanismo che ridurrebbe di molto il rischio che accadano (incidentalmente) questi abbandoni.

Poi se vogliamo continuare a parlare di dodicenni geniali, maghi della Silicon Valley ed altre minchiate del genere, possiamo sempre farlo, sapendo però che il pianeta ha già prodotto anni fa tutto quanto serve ad evitare morti assurde ed articoli di giornale da usare per riempire le sempre troppo vuote edizioni estive.

Bene, da oggi, con una decina di anni di ritardo, lo sapete.

EPSON EcoTank ET-2600

Arrivato, consegnato con la sua scatola originale, senza nessuna scatola aggiunta; non ho nessun feticismo per gli imballi, però la sensazione di far sapere tutti i cazzi miei al vicinato è agrodolce.
Ecologica, ma agrodolce.

L’oggetto (a breve capite perché non lo chiamo stampante), è questo:

https://www.epson.it/products/printers/inkjet-printers/consumer/ecotank-et-2600

In pianta è poco più grande di un A4 con aggiunti tre centimetri attorno e il comparto taniche sul lato destro; come notate fa 3 cose:

– stampante
– scanner
– fotocopiatrice.

Leviamoci subito il dente: le plastiche sono piuttosto merdose al tatto, ma sono ben stampate e assemblate; l’oggetto è leggero ma solido, non scricchiola, non ha giochi eccessivi in nessuna delle tre direzioni dello spazio.
Arriva letteralmente imbottito di nastro azzurro (adesivo, intendo), e non ha nessun blocco fisico.

Oltre a dover rimuovere tutto questo nastro e parecchia plastica in film per proteggerlo, bisogna caricare le taniche, che sono quattro; è la parte pallosa per eccellenza, mi sono venuti in mente altre cento modi di farlo senza rompere i coglioni agli utenti.
Però è anche la parte libidinosa del tutto, perché si carica inchiostro e non immondizia inutile (evidentemente lo era). costosa e indifferenziabile come le maledette cartucce.

Qui si stappa e si versa: bellissimo.

Al primo lancio, il caricamento dei circuiti della testina richiede una ventina di minuti (eterno) e nel frattempo non si può fare nulla.
Poi però il software fa tutto da solo (fa MOLTO da solo, ha scaricato mezzo giga di software), ed alla fine funziona tutto sia USB che WiFi.

Tutto proprio, nel senso che si possono anche fare stampe e scansioni via WiFi, e stampare e scansionare da iOS con due app:

https://itunes.apple.com/it/app/epson-iprint/id326876192?mt=8
https://itunes.apple.com/it/app/epson-printer-finder/id463678539?mt=8

e funzionano.

In compenso ho tolto dalla scrivania uno scanner Epson A4 Perfection 1640 SU ed una Epson Stylus Photo R200, quindi ho mezza scrivania vuota.
Per non dire dell’unico cavo di alimentazione C7 in luogo di due cavi corrente (ovviamente C13) e due cavi USB di prima.

Pagata, finita 232,00 €, che forse può apparire molto; ma va considerato che le cartucce della Stylus adesso stanno a più di 100 € e durano SQRT(cazzo).
Quando saranno da rabboccare le bottiglie d’inchiostro stanno a 9,90 € cad. e sono date per 3000 copie in b/n e 4500 copie a colori; fossero pure la metà, ma pure un terzo nella vita reale, ma di che parliamo?

Le altre macchine, quella dalle quali non si è configurato intendo, lo vedono come periferica Bonjour (i Mac) e si configurano da soli per stampare/scansionare WiFi, se stanno sulla stessa sottorete; come stampante di rete (al limiute sempre tramite zeroconf o bonjour) le macchine Linux, ed ha un server interno raggiungibile via http.
Priam o poi provo da W7, ma solo perché avendolo sulla scrivania, lo configuro per curiosità su tutto quanto posso, non perché mi serva.

Notate solo che per poterlo usare come scanner da Acquisizione Immagine (ICA), dev’essere connesso USB, altrimenti si apre una finestra proprietaria EPSON, per la scansione WiFi; il che può essere un problema, perché ICA è scriptabile (AppleScript ed Automator) e quella Epson no.
Ma qui so’ io che sto male, capisco… 😉

Lo consiglio, comunque.

The 1977 US EPA Graphic Standards System

Before 1970, the United States was in a radically different place.

Our environment, our cities, our people: abused, dirty, and sick after years of neglect.

President Nixon decided to change that. In 1970, the United States Environmental Protection Agency was enacted to protect the environment and the American people.

One of the Environmental Protection Agency’s (EPA) top priorities was consolidating numerous state offices––research activities, monitoring, standard-setting, and enforcement activities––to more efficiently carry out its goal of “working for a cleaner, healthier environment for the American people.”

But there was one area in which the EPA—like many government agencies of the time—was terribly inefficient: their graphic design and communications department. Millions of dollars were being wasted annually due to non-standardized formats, inefficient processes, and almost everything being designed from scratch.

Enter design firm Chermayeff & Geismar.

Un lavoro di altissimo livello; il buon design non solo non invecchia, ma spesso ridicolizza i nuovisti che ignorano le basi.
In questi giorni in raccolta fondi su Kickstarter c’è la riedizione del manuale.

Ceduo semplice per motivi eccezionali

Mio suocero deve tagliare il bosco. È un bosco piccolo, niente di speciale, anzi un pezzo di bosco che in mezzo ha anche un laghetto fangoso infestato di pesci gatto rattrappiti, così piccoli che sembrano rane, ma nelle notti d’estate il bosco si riempie di lucciole e diventa bellissimo, forse anche perché non si vede niente. Siccome è trent’anni che non viene pulito e ormai è pieno di rovi, e il sottobosco può provocare incendi, mio suocero ha deciso di recarsi nell’ufficio competente del Comune di competenza per presentare regolare domanda e ottenere il nullaosta così da procedere. Dice che trent’anni fa non era stato complicato: aveva compilato un modulo, e dopo qualche tempo si era presentato un funzionario a verificare che tutto fosse in regola e ad autorizzare l’operazione. Quest’anno invece la funzionaria gli ha comunicato che la richiesta va presentata online sul sito appositamente approntato dalla regione di competenza.

E il problema di questo paes(on)e sono

  1. i negri
  2. la sovranità monetaria
  3. l’Europa

Da Il taglio del bosco – Il Post.

Non è l’analogico, sono le cose fatte bene che sopravvivono

Grazie a internet e alla pubblicità, che ci vende una promessa di felicità e successo piuttosto che gli oggetti stessi, viviamo sempre più nel mondo dell’astrazione. Gli oggetti in sé spesso non valgono nulla. Cain racconta che i suoi amici lo prendono in giro perché ha speso 50 sterline per comprare una cucitrice che funziona perfettamente, ma lui dice: “Godo ogni volta che la uso”. E non sarebbe bello poter dire, sul letto di morte, di aver addirittura assaporato ogni singola graffetta?1

Però, come dicevo, non è vero il contrario:

Per dire cosa?
Che se comprate un temperamatite da 500 dollari, oltre a non capire un cazzo di matite è probabile che non l’abbiate mai usato. Meglio.
E quindi il prezzo ci sta tutto.
Pure poco.
Se volete un temperamatite pensando che siano tutti uguali, e quindi se costa di più dev’essere meglio, potreste scoprire che già solo il buco ha la sua importanza.
E provatelo prima.2

* * *

  1. L’analogico si rifiuta di morire – Oliver Burkeman – Internazionale
  2. eDue – Attenti a non sbagliare buco

Bare Bones Software to retire TextWrangler in favor of BBEdit

BBEdit

What you may not know is that last July, we released BBEdit 11.6. You can use this version unlicensed, forever, for free. Without a license, BBEdit now includes all of the features that TextWrangler offers, plus quite a few others. That’s right. You no longer have to pick between them.

Sì, hanno ritirato TextWrangler, però…

Da Bare Bones Software to retire TextWrangler in favor of BBEdit

Bit 22

Ricevo

Qualora abbiate ricevuto la presente comunicazione per errore siete pregati di rispedirla al mittente e di cancellare il messaggio originale dal Vostro sistema di posta elettronica. Grazie

e, il rigo sotto,

Nota: questa è un’e-mail generata automaticamente e non avremo la possibilità di leggere eventuali e-mail di risposta. Non rispondere a questo messaggio.

* * *

Vorrei anche far notare che, non bastassero le due righe a rendere risibile il tutto, già solo la prima in cui si chiede di rimandare indietro una e-Mail, e di cancellare l’originale, implica che se pure sono più idiota di loro e lo faccio, poi me ne rimane copia nella cartella Inviata.

Siamo un paes(on)e malato di burocratese e regolette del cazzo scritte dal primo mentecatto che si alza la mattina.
E molti ebeti che gli vanno pure appresso.