Bambini abbandonati in auto o in redazione

Siccome se ne parla ogni estate, e siccome se ne parla sempre in termini sensazionalistici e mai in termini pratici, visto che pare che ogni giorno si inventino nuovi mirabolanti dispositivi per prevenirlo, e visto infine che anni fa ne discussi con Vincenzo BORGOMEO di Repubblica e poi non se ne fece nulla, allora metto qui qualche riga.
Così al prossimo che ne parla, o parla di un fantomatico inventore e della sua trovata geniale 2.0, potrete almeno consigliare di informarsi.

L’argomento è: bambini dimenticati in auto.
Alcuni di questi muoiono per colpo di calore e fanno notizia.
Bene, in attesa che il futuro ci regali soluzioni incredibili che promettono mortalità zero per una causa tanto fessa quanto letale come questa, sappiate che:

  1. da almeno dieci anni (dieci, almeno) esistono degli antifurto satellitari che hanno la capacità di mandare messaggi a dei numeri inseriti in una rubrica dedicata. Quelli della generazione precedente, potevano solo mandare messaggi ad un numero di servizio, e dovevano essere letti da un operatore, che poi doveva contattare il proprietario e/o altri soggetti indicati alle stipula del contratto di servizio. Non è più così, da almeno dieci anni, appunto. Quelli attuali possono mandare, direttamente o indirettamente, SMS a diversi numeri di telefono
  2. se la vettura ha un antifurto volumetrico compatibile col bus CAN, i due antifurto vengono interfacciati automaticamente
  3. siccome il satellitare non è di suo in grado di controllare perimetralmente la vettura (ha dei sensori di movimento o scuotimento, non quelli volumetrici), i due antifurto assieme garantiscono un controllo totale di quanto accade al mezzo
  4. nello specifico il volumetrico a ultrasuoni consente di sapere se vengono rotti i vetri della macchina, oppure se qualcosa si muove al suo interno

Ora, quelli che sono dotati di intelligenza minima, avranno già capito che se una persona viene lasciata in auto, e si muove anche solo di gesti spontanei durante un eventuale sonno, il volumetrico se ne accorge; a questo punto oltre ad attivare la sirena, che almeno può allertare qualcuno nei paraggi, passa il segnale al satellitare.
Il satellitare manda i messaggi (ripeto, direttamente o indirettamente attraverso un collegamento M2M – Machine To Machine con un centralino automatizzato) a tutti i numeri in rubrica, scrivendo che la macchina è in allarme e fornendo le coordinate satellitari precise al metro.
Se nessuno dei numeri in rubrica disattiva l’antifurto con un SMS (in genere targa + password) allora dalla centrale un operatore contatta gli stessi numeri.

Capite bene che in questo modo, da dieci anni a questa parte e senza invocare o aspettare invenzioni del genio di turno, si potrebbe usare un meccanismo che ridurrebbe di molto il rischio che accadano (incidentalmente) questi abbandoni.

Poi se vogliamo continuare a parlare di dodicenni geniali, maghi della Silicon Valley ed altre minchiate del genere, possiamo sempre farlo, sapendo però che il pianeta ha già prodotto anni fa tutto quanto serve ad evitare morti assurde ed articoli di giornale da usare per riempire le sempre troppo vuote edizioni estive.

Bene, da oggi, con una decina di anni di ritardo, lo sapete.

Sublimare

Ho la netta impressione che Apple sia completamente allo sbando.

Fanno cazzate su tutti i prodotti, e mandano Schiller in TV a spiegare che è bene così.
Meno RAM della concorrenza? Per la batteria.
Cazzo per la BATTERIA?! Ma dì una cazzata qualunque, (D’Alema, dì qualcosa! Dì qualcosa di sinistra!©), ma la batteria?!
E poi comunque la batteria dura meno di quella delle vecchia macchine corrispondenti (sarà colpa della RAM? GOTO 10).

Vendono a prezzo d’oro (rosa) prodotti fatti male, e poi dopo due anni cominciano a sostituirli, dopo aver parlato di pochi casi isolati (iPhone 6s, per dire, sono TUTTI saldati male, sono milioni – nemmeno gli Exogini erano tanti).

Spostano gente tra i progetti: e questa è la cosa peggiore; significa che non riesci più a stare dietro alle cose, se devi spostare persone, quando ne hai decine di migliaia, intendo.
Però hanno un Campus 2 di cui stigrancazzi, come se mi fregasse qualcosa della sede centrale della fabbrica di elettrodomestici che ho in casa.

Troppa roba, un casino ovunque, lineup chilometrici, a partire da iPhone di cui ci sono in giro 5 modelli (SE, 6s, 6s Plus, 7, 7 Plus), MacBook senza senso (Celeron a 1500 euro, per dire), iMac di anni fa, Mac mini che furono regrediti (ovvero aggiornati con specifiche peggiorate), linea Pro meglio tacere.

Apple Watch Edition da 10.000 USD che non ha comprato davvero nessuno, cinturini Hermès mai visti in giro che costano più dell’orologio; adesso fanno pure la versione Apple Watch Cesso in ceramica, con bracciale one shot: se ti si rovina non lo vendono separatamente.
E poi, comunque, due Serie.

Apple TV che continua ad essere la cosa più inutile della storia recente a parte qualche ciaffo di Google e Amazon.
Hanno annunciato anche lì la rivoluzione con l’app TV da mettere nell’Apple TV, per fare la TV, perché con le app di terze parti non capisce più un cazzo.
Senza tradire il minimo cenno di vergogna, senza rendersi conto che una cosa che si chiama TV, l’UQM la approccia come una TV. Maddài?!

Chiudono la divisione wireless e fanno causa ad un sito che riporta migliaia di Time (Super)Capsule morte Prematura(ta)mente.

Tastiere di merda con feedback da Sinclair QL, mouse del cazzo con bordi taglienti che si ricaricano cappottandoli, trackpad che loro stessi, durante gli annunci ed i keynote, usano come un anziano che cerca di programmare lo ShowView sul televisore, per quanto sono comode e intuitive; e NON ci fanno mai nulla di più che punta e clic, visto che sono multitouch, prima che magiche.

E taccio degli iPad, degli aloni gialli tutt’attorno allo schermo, che sembrano roba del secolo scorso, con processori a 64 bit, che perdono segnale che è una bellezza, e disconoscono accessori originali Apple (con i relativi prezzi di listino) come fossero robaccia cinese.
Ah, ehm…. già.

Lasciamo poi perdere le innumerevoli cacate come iCloud, AppleMusic e le cuffie da rapper coi denti d’oro (© Massimo MANTELLINI), come modello dell’azienda sobria dal design Bauhaus.
Lasciamo anche perdere il fatto che le poche cose buone e realmente virali, come iMessage, sono state confinate agli utenti Apple.
Facebook ringrazia.

Porte e connettori che cambiano ad ogni pie’ sospinto tanto per rompere il coglioni a chi le usa, a partire dal MagSafe.
Cambiano tutto solo per far vedere che innovano, ma non innovano più da anni.
Cambiano solo, e cambiano le cose fatte bene con cose fatte male.
Unable to innovate my ass™, disse quello delle batterie tre anni e mezzo fa…

Software ridotto a merda che nessuno usa più (FinalCut, Logic) e la concorrenza ringrazia incredula, o che nessuno ha mai usato (Foto anyone?!), o che nessuno è mai riuscito ad usare come iTunes e risorse sprecate nel vano tentativo di costruire automobili; salvo richiamare dalla pensione il peluche (Bob Mansfield) per farsi dire che non ce la faranno mai, e che pensassero a fare quel poco che forse sanno ancora fare.
Hanno dovuto richiamare un pensionato (che voleva andarsene, ma hanno tentato in tutti i modi di tenere, ed adesso sappiamo anche perché), con le decine di migliaia di ingegneri in servizio, Senior Vice President ad ogni angolo e su tutte le discipline che si trovano all’incrocio tra tecnologia ed arti umanistiche.

Cuffie che per cambiare il volume devi usare il telefono, che si ricaricano mettendole nella trousse, che va ricaricata e che ha una custodia in pelle con le borchie di pitone, che puoi mettere nella borsa Prada, che metti nel cofano del SUV, ma senza fili, che quelli impicciano. A parte quello per caricarle, che devi portare comunque appresso, assieme alla custodia.
come i primi cellulari, grandi come un citofono e con batteria automobilistica al traino.

Negozi in cui c’è gente che si caca sotto a farti vedere i prodotti, che non ti sta a sentire e se ti sente non ti capisce (“cinturino Sport Nero 42 mm”, “OK, di che colore?!”).
“Posso aiutarla?”
“Sì, mi servirebbe…”
“Scusi un attimo”.
Ma se c’hai da fa’, ma nun me rompe’r cazzo no?!

E ‘sti cazzo de cassetti ad apertura comandata da sandwich con in mezzo una fetta di iPhone che non si aprono mai?

E trimestrali in discesa, sempre miracolosamente poco rispetto alle minchiate che fanno.

In pratica è come se dopo Jobs (che forse è morto al momento giusto, da bravo visionario) si fossero finalmente scrollati di dosso la pressione per l’eccellenza ripiegando su una comoda mediocrità gassosa, in modo da riempire tutto il volume.

Aggiornamento

tops-digital-chart-1

Dicevamo?

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Immagine da Tops of 2016: Digital.

Galileo Ferrari

Devi regolare il tuo orologio? Hai bisogno di sapere esattamente che ore sono per un appuntamento importante?
La risposta è 42.161!
Componi il numero 42.161 da un telefono fisso Telecom Italia e il servizio ti fornisce la data, il giorno della settimana, l’ora, i muniti e i secondi al momento della chiamata. Puoi avere queste informazioni solo per l’Italia.

Il servizio è attivo solo da telefono fisso Telecom Italia, privato o pubblico.
Il costo del servizio da telefono fisso Telecom Italia è di 1,90€ (IVA al 22% inclusa).
Il costo del servizio da telefono pubblico Telecom Italia è di 40,66 cent (IVA al 22% inclusa).

Da Ora esatta | TIM

Notate i punti esclamativi.
Se vi domandate queste tariffe da dove escano, beh escono da un adeguamento del 31 marzo 2014.

Che portavi colui che non ritorna

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Mi arriva il conto telefonico Vodafone.
C’è una voce che recita

Altri addebiti e accrediti
Add. Storno carta di credito 10,00

Chiamo il 190.

* * *

Antefatto (nei thriller usa così, fa suspence. Arese, interno giorno): la precedente fattura, in scadenza il 12 giugno, ha avuto un problema di pagamento; avendo l’addebito su carta di credito non sono io che pago la fattura, viene addebitata sulla carta direttamente. Comunque il 4 giugno, 8 giorni prima della scadenza, mi arriva un messaggio da Vodafone che dice che ci sono problemi col pagamento di una fattura. So perfettamente dov’ero, ero al Cafè del Motor Village di Arese.
Telefono e una signora mi comunica che:

  • la mia banca ha rifiutato il pagamento (non è la banca è l’emittente della carta, semmai)
  • se vuole (ma anche no?!) possiamo riprovare a fare il pagamento (e riproviamo, va…)
  • tutto a posto, le confermo che lei ha pagato la fattura, ma che a seguito di questa operazione, il pagamento non avverrà il 12 giugno, ma oggi 4 giugno 2016, mi conferma che acconsente al pagamento anticipato? (ho acconsentito)

* * *

Roma, interno giorno: bene, chiamando il 190, ho appreso che quella voce di 10,00 euro dipende “dai problemi col pagamento di una fattura, ma non questa di agosto”.
Sì, dico, mi avete scritto a giugno, vi ho richiamato e vi ho autorizzato il pagamento; mi avete detto che per questo disguido avrei pagato con otto giorni di anticipo ed ho acconsentito anche a questo.
Perché adesso mi mettete in fattura 10,00 euro di addebito per uno “storno”, poi, che non è mai avvenuto, visto che non avete stornato nulla?

Risponde la signorinella: “perché per noi questo ha un costo”.

Per voi? Me state a chiede diec’euro pe’r fatto c’ho pagato in anticipo per problemi tra voi e l’emittente della carta di credito e per voi questo ha un costo?
Al momento, sono in attesa di essere richiamato, ma ci siamo lasciati che io blocco il pagamento e metto in moto il meccanismo Risolvi un problema con il tuo operatore – AGCOM.

* * *

Mi ha richiamato il 190: rimborsano.
Vi tralascio la supercazzola però una chicca merita: “perché l’addebito avviene in automatico quando si cambia modalità di pagamento, e lei, di fatto, è passato da addebito automatico su carta di credito ad addebito tramite operatore su carta di credito”. Io, eh, sempre io.

Alla fine abbiamo perso tempo tutti; e questo sì, ha un costo.

Novintàge

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Installato l’ennesimo aggiornamento di Firefox Developer Edition, mi viene proposto un tour delle novità, tra cui WebIDE, per Firefox OS, dismesso da mesi1, inutile da sempre.

* * *

  1. eDue – Byezilla OS

A proposito di novità, in realtà una c’è:

Banda ultralarga

Mettiamo che io abbia pubblicato qui un brief a colori di una ventina di pagine in cui abbia spiegato la genesi del logo che trovate in testa.
Mettiamo che io ci abbia messo molto inglese lombardo dentro (tipo performanza e reliabilità, per dire).

eDue icon

Se pubblicassi il logo di questo blog nel modo che vedete qui sopra, cosa pensereste del vostro ospite?
E se, per di più, me ne vantassi?
Beh, ecco

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* * *

  1. eDue – TIM – Telecom Icona Manzoniana

TIM – Telecom Icona Manzoniana

Sono sempre stato convinto che in genere si prende una cazzata e ci si costruisce attorno una spirale di chiacchiere, possibilmente piene di tecnicismi inventati sul momento in modo da non essere verificabili, che spaventi chi legge (o ascolta) e finisca per fargli credere che è meglio annuire che controbattere, per non prolungare l’agonia.

Il mondo del software, ad esempio, è pieno di queste cose; l’analisi viene in genere scritta dopo che il prodotto è stato finalizzato, e il TTM – Time To Market – abbondantemente lisciato; pensa se scrivevamo prima i requisiti, l’analisi ed i casi di test.
Però come l’economia si differenzia dalla contabilità, la comunicazione si differenzia dalla realtà.

Nella storia di un’azienda ci sono fatti, più di altri, che ne cambiano il corso, scelte che generano svolte. Non capita a tutti di avere il privilegio di determinare, o almeno proporre, queste scelte e di vedere che la tua idea esce dal PowerPoint e diventa atto concreto. Un rebranding non è un’attività di comunicazione, ma un passaggio culturale e industriale che determina l’identità lavorativa di migliaia di persone che tutti i giorni devono rappresentare e sentirsi rappresentati dall’azienda per cui lavorano.

Il privilegio di cui si parla è quello di aver preso un ideogramma che indica staticità e immobilità ed averlo applicato ad un’azienda di telecomunicazioni semplicemente perché ricorda, con i suoi contrografismi, una T.
Adesso occhio:

  • Brand
  • Walk The Talk che sussidia concretamente il Brand
  • l’Idea per rendersi concreta deve essere resa industria e finanza (Idea, maiuscola)
  • Vision e della Mission (…) creando identificazione e differenziazione
  • il brand è un asset (entrambi minuscoli, però)
  • analisi profonda, di contesto e di settore come di mood interno all’Azienda
  • I Global Brand di successo sono veri e propri ecosistemi
  • Informato dai dati, il brand ecosistema considera il contesto che circonda il cliente e identifica sinergie tra le esperienze
  • La lezione dei “GAFA Brand” (Google, Apple, Facebook e Amazon) in questo senso è lampante
  • tutti i brand GAFA offrono al cliente un log-in unico

Stiamo parlando di login unico?

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Andiamo avanti:

  • la convergenza delle reti fisso-mobile abilitata da Internet, dai nuovi device e dalle piattaforme digitali
  • I nostri clienti desiderano condividere emozioni, passioni e informazioni (telefonasse, insomma)
  • brand unico, capace di coniugare il dinamismo, la vicinanza e l’orientamento al futuro
  • Si è trattato di una operazione graduale ma veloce
  • OnLife, il nuovo territorio di marca
  • C’è uno spazio nella vita delle persone in cui il mondo dell’Offline si fonde con il mondo dell’Online, dove la tecnologia unisce l’analogico e il digitale.
  • TIM è l’abilitatore dell’OnLife grazie all’integrazione di prodotti, servizi ed esperienze con l’obiettivo di connettere persone e organizzazioni nel mondo del futuro.
  • abbiamo ridefinito la nostra brand proposition, ossia la sintesi estrema della nostra promessa: Connessi alla vita. Sempre. Ovunque. Meglio.
  • Telecom Italia scontava le difficoltà che derivavano dal suo doppio ruolo: da una parte quello di legal entity, dall’altro quello di brand commerciale
  • abbiamo pertanto razionalizzato questa situazione procedendo per step e su tutti i touchpoint
  • firma TIM con endorsement Telecom Italia
  • Una rivoluzione copernicana
  • in grado di supportare la creazione di una esperienza coerente e distintiva attraverso tutti i touchpoint, fisici e digitali

Dite la verità non vi ricordate più l’argomento.
Bene, era questo:

Per questo è nato il nuovo logo TIM, caratterizzato da una TIM-Icon rossa e dal wordmark bianco su fondo blu, e che risponde alle esigenze di semplicità, duttilità e iconicità dettate dal mercato. Il nuovo logo offre una più semplice customer experience ed esprime al meglio i valori e le caratteristiche di un’azienda proiettata verso il futuro avendo una base solida su cui costruire.

Wordmark bianco su sfondo blu?

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e sì, è la stessa immagine di prima.
Adesso mi perdonerete il citare il finale:

  • daremo vita nei prossimi mesi a un renaming di tutte le nostre realtà societarie
  • questo processo di brand semplification porterà il 60% degli italiani a percepire TIM come innovativa e all’avanguardia
  • non può mancare la semplificazione interna, quella della cultura organizzativa, che passerà anche dallo Smart Working, e da un rinnovamento nella nostra employee value proposition: “Crescere nel cambiamento”, per essere aspirazionali tra i talenti, per essere motivazionali tra i nostri dipendenti.
  • Abbiamo infine ridefinito il sistema di misurazione delle performance del brand integrandolo con nuovi strumenti di analisi (es. valore del brand) e tecniche di misurazione avanzate (es. Neuro-marketing, Share of Choice Modeling ecc.).

Bene, intanto diamo merito a chi ha concepito questo manzoniano incantaburini:

Carlotta Ventura è “Executive Vice President Brand Strategy & Media”, Alessandra Tavarnelli è “Brand Development Manager”, in Telecom Italia – Tim

Poi avvertiamo voi due lettori assidui che

Questo articolo uscirà sul numero di marzo 2016 della Harvard Business Review Italia.

A marzo, tu pensa a quelli che non avendo modo di leggerlo prima, dovranno aspettare fino ad allora; oppure, vista al contrario, tu pensa a chi si rivolge, se viene pubblicata in cartaceo su una rivista a pagamento, essendo stato già pubblicato su un giornale online, gratis.

Infine lasciatemi dire due parole sul logo, perché alla fine stiamo parlando del motivo per cui adesso devono cambiarlo su tutte le Panda Van:

e del mio rapporto di cliente, anzi customer experience con questa azienda future-oriented:

Ah,

beh, certe convinzioni personali sono dure a morire.

* * *

Citazioni da Come sta cambiando TIM – Il Post (che si può leggere gratis, cliccando sul link! pensa…)

Byezilla OS

Mozilla today announced an end to its smartphone experiment, and said that it would stop developing and selling Firefox OS smartphones1.

Mozilla annuncia ormai solo chiusure di progetti che se non avessero nemmeno aperto sarebbe stato meglio per tutti2.

Il problema è che non sono credibili quando dicono di voler dirottare le relative risorse su altro, a meno che non intendano quelle di coloro che devono gestire gli ulteriori abbandoni.

Sarebbe stato meglio che invece di buttare nel mucchio prodotti pessimi in fasi iniziali di sviluppo cui poi non sono seguite ulteriori novità che non fossero cosmetiche, avessero puntato sui due prodotti che aveva un senso sviluppare, ovvero Firefox e Thunderbird.

Invece il primo è ormai l’ombra di se stesso, lento e pesante; il secondo, già abbandonato di fatto da tempo, adesso vorrebbero “venderlo”.
E così come è stato per i terminali Firefox OS, uno si chiede chi sarebbe tanto coraggioso da comprarlo e poi per farne cosa.
A ben guardare le notizie sono due: una è che smettono e l’altra è che ne avrebbero venduti.

Non sono contrario a priori al concetto di comunità, anzi; però la storia di Mozilla insegna che non basta una comunità per fare di un’idea (anche buona, sebbene non sempre sia il caso) un prodotto.

Prodotto; ovvero qualcosa che qualcuno compra.

* * *

  1. Mozilla Will Stop Developing And Selling Firefox OS Smartphones | TechCrunch
  2. eDue – Firefox OS: io ce la sto mettendo tutta
  3. Firefox OS — Lo smartphone versatile — Un telefono ricco di funzioni, app e molto altro — Mozilla
  4. Geeksphone. Say ‘hola’ to the future
  5. Alcatel ONE TOUCH FIRE – Alcatel ONE TOUCH FIRE | TIM da cui è tratta l’immagine
  6. eDue – Firefox OS Simulator
  7. eDue – Fire forse, ma fox parecchio
  8. eDue – There Are Two More Things
  9. eDue – Cellulare con lentezza
  10. eDue – Bitterfox
  11. eDue – Non comprarmi non ti sento