C’era un epoca in cui uno ti incontrava e ti diceva ciao e tu rispondevi ciao.
Tempi antichi; oggi non incontri più nessuno che faccia così. La nuova moda è infilare un complimento in offerta speciale alla fine della forma di saluto, tipo:
Ciao caro
Ciao bello
a volte in forma superlativa assoluta
Ciao carissimo
Ciao bellissimo
Queste puttanate escono in genere da bocche appartenenti a persone piuttosto scolarizzate.
Siccome i coatti e gli ignoranti vivono da sempre di luce riflessa, la macchia nera sulla nostra lingua si è estesa a coste e luoghi di villeggiatura popolari, quindi alle forme di saluto.
L’espressione risultante diventa quindi
Aò, cciò bbelló
Cciaocàro
Nella versione greve (volgare lo è sempre, in bocca a chiunque) può prendere oltre all’Aò, anche l’ab-:
Aò, cciò abbelló
Se provate con un po’ di esercizio, noterete che (proporzionalmente alla velocità) sia Aò che ab- fungono da ablativo, ovvero si usano per sputare i residui del panino del pranzo in spiaggia.
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