E-Mail che inizia con Gentile Utente, segue con il tuo abbonamento alla rivista sta per scadere e termina con clicca qui per rinnovare.
Il tutto ebbe inizio un semestre fa, quando stufo di stipare i secchioni della carta con copie lette solo parzialmente di riviste, decisi di sottoscrivere, laddove possibile, abbonamenti in formato immateriale, comodi, a ingombro nullo e impatto molto minore per l’ambiente.
Ma così come sono un lettore di riviste (per non dir dei quotidiani) assai incostante (e un po’ scostante), parimenti lo sono per le stesse in qualunque stato di aggregazione della materia.
Morale.
Delle due possibilità, ovvero abbonamento a tempo e abbonamento a scalare, preferisco di gran lunga la seconda, in modo che solo quando voglio e posso mi dedico alla lettura.
Ma nella letterina che inizia con gentile non si faceva menzione di una piccola variazione contrattuale intervenuta nel frattempo e che cito:
# A partire dal primo accesso, ogni venerdì alle 08:30, data e ora di rilascio delle nuove edizioni, verrà scalata una copia dall’abbonamento.
Questo comodo servizio, consente a noi occidentali sempre troppo presi ed affaccendati di usufruire di un abbonamento che si scarica da solo anche se non fai un cazzo.
Dopo un tot di ottettrenta di venerdì, hai comodamente esaurito il credito senza fare nulla.
Quindi l’abbonamento a scalare, va inteso come una abbonamento al servizio di scalare, e non come all’antica s’intendeva, ovvero una abbonamento che andava a scalare a fronte del consumo che si faceva di un bene o servizio.
Se a quanto sopra aggiungiamo che se dovesse passare anche al Senato la proposta di legge Mastella i giornali sarebbero ufficialmente ridotti a chiacchiera da fermata dell’autobus su umidità, tempo atmosferico e frutta (ve-le-no, signora mia) non vedo proprio il motivo per continuare lo spreco di soldi.
R 20110109 1449