L’anal-isi giornalistica

Perché rivolgere attenzione, anche giudiziaria, a quello che potrebbe essere un comune troll, o un militante anonimo? Perché Beatrice si muove dentro quella che è configurata come una struttura: a un’analisi matematica si presenta disegnata a tavolino secondo la teoria della reti, distribuita innanzitutto su Facebook (dove gravitano 22 milioni dei 29 milioni di italiani sui social), e – per le élite – su Twitter.

Vorrei far notare “a un’analisi matematica”, ma ci torniamo. Adesso vorrei gioire: evvai sono parte dell’èlite.
Solo che la mia ha l’accento acuto e non grave.

L’account di Beatrice ha di volta in volta vari ghost. «Ghost», nell’analisi matematica sui dati della parte pubblica di twitter, non significa ghostwriter, cioè persone che scrivono per lei; significa account «matematicamente indistinguibili» da lei secondo alcuni parametri come interazioni, contenuti, e meta dati di riferimento (il tempo in cui un certo account fa determinate cose).

Nell’analisi matematica sui dati della parte pubblica di twitter i meta dati di riferimento sono “il tempo in cui un certo account fa determinate cose”.
L’analisi matematica di twitter, permette anche di valutare la quantità di principio attivo in uso a chi scrive determinate cose?

La condivisione esatta dell’andamento dei metadati, e la spartizione palese dei ruoli, non si configurano, algoritmicamente, come casuali. C’è una centrale che gestisce materialmente questi account? La Procura si trova ora a indagare anche su questo.

La condivisione esatta dell’andamento dei metadati, ma sopratutto i crimini di guerra contro sintassi, grammatica e logica fanno pensare che qualcuno vicino al movimento sia un infiltrato ne La Stampa.

Citazioni da Ecco la cyber propaganda pro M5S.La procura indaga sull’account chiave – La Stampa

La Stramba

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Già poche settimane fa, il totem italiano della legalità, Raffaele Cantone, aveva detto in aula di non essersi mai imbattuto in casi di 416 bis, appunto l’associazione di stampo mafioso. Eccola: questa è mafia capitale. A quasi due anni dall’inizio del grande scandalo, della scoperta della piovra coi tentacoli su Roma, resta un pugno di imputati con infiltrazioni sempre più ipotetiche e sempre più rare nell’amministrazione, e restano centinaia di articoli da stracciavesti buoni a gonfiare gli archivi, e resta qualche libro di successo e qualche film d’impatto. Restano, soprattutto, leader del Pd e del Movimento cinque stelle che continuano a rinfacciarsi rapporti con mafia capitale, cioè rapporti col nulla, che è la cifra dei nostri tempi.

Lo scrive Mattia FELTRI su La Stampa: La bolla di sapone di Mafia Capitale

È La Stampa, bellezza.

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Immagine di Favori, bugie e parcelle sospette: su Muraro si allunga l’ombra di Mafia capitale – La Stampa

La Renpubblica e il paradosso

ACCANTO al paradosso di Zenone sulla tartaruga più veloce di Achille, da ieri è entrato nella storia della filosofia anche il paradosso del Colosseo dove “la chiusura non è chiusura, ma apertura ritardata”. Questa perifrasi in sindacalese da bacheca, questo trucco retorico tra litote ed eufemismo non è solo la spia della vergogna che impedisce ormai agli stessi sindacati di chiamare sciopero lo sciopero e chiusura la chiusura. È la prova definitiva che in Italia c’è un’emergenza Colosseo.1

Tra litote ed eufemismo, tra carta da imballaggio che viene chiamata giornale e vaniloquenti, abbiamo assistito al miracolo del peggioramento qualitativo di un “giornale” che dopo aver perso gran parte del suo appeal con l’uscita di scena di Berlusconi, si è riposizionato sul mercato facendo il Fede di Renzi.

Che in Italia si continuino a sovvenzionare con fondi pubblici giornaletti e spedizioni a tariffe agevolate, per dirci quanto era santo Padre Pio e quanto fa bene il governo nella sua ennesima zingarata contro i lavoratori, ricomprendendo nottetempo i musei nei servizi essenziali, senza fare cenno ai tagli cui questi sono sottoposti e senza dotarli di tutti gli strumenti che questa classificazione imporrebbe se non per coerenza, almeno per logica, appare paradossale.

Quei “lavoratori” che ieri hanno indetto assemblea hanno creato un disagio. I turisti si saranno risentiti. Le “centinaia” di guide turistiche che il sottosegretario ha evocato forse pure.

Ma quei “lavoratori” stavano manifestando il disagio di non percepire parte dello stipendio.
E se quelle persone hanno le virgolette attorno al loro essere lavoratori, è perché i lavoratori sono quelli che vengono pagati per il lavoro che fanno.

Già i soliti sindacati dicono che bisogna protestare ma senza creare disagio. Siamo l’unico paese al mondo dove il sindacato è un gran parte filo-governativo eppure è attaccato dal governo.
Tutto già visto.

L’unica vera novità sarebbe eliminare il finanziamento pubblico di questa “carta per il pesce che non è carta per il pesce” perché è inchiostrata, e destinare i fondi ai musei, a partire da coloro che ci “lavorano”, perché ci lavorino.

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  1. Colosseo, il paradosso nazionale tra assemblee e centurioni – Repubblica.it

Ah, beh, se deve anche sfamarci

Il pene più grande del mondo e una vita di dolore. È la storia raccontata da un uomo messicano di 52 anni che ha rivelato a La Vanguardia che vorrebbe essere considerato un invalido perché l’ “ingombrante” presenza del suo organo gli impedisce di lavorare, costringendolo a vivere di assistenza e a procacciarci il cibo in altro modo.

Questa notizia deve averla scritta qualcuno, per il quale provo una pena indescrivibile; per lui sì.

Da: Le Grandi Inchieste dell’Huffington Post – “Il mio pene di 48 centimetri mi sta distruggendo la vita”. La storia dell’uomo con il pene più grande del mondo (VIDEO)

Grazie Matteo

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Vince con Rossi la nuova Italia di Renzi, l’uomo che ha risolto i problemi dei lavoratori, ha alleviato il peso delle tasse, contenuto le migrazioni di massa. Solo i gufi possono negare che questa nuova Italia risplende nel mondo con un un nuovo fulgore. E tutto per merito della lungimiranza del PD e del nostro Premier, in barba ai razzisti salviniani e ai buffoni grillini. Grazie, Matteo, per questo ennesimo trionfo della nostra Italia! Se non temessi di apparire retorico, cosa che repelle alla mia natura, al mio DNA, direi che Renzi ha supervisionato il motore di Valentino, dandogli nuova linfa!

Un giorno incontrerò la fata, che esaudirà ogni mio desiderio con l’uso della bacchetta magica.
Ma qualunque desiderio davvero?
Davvero.
Allora, voglio sapere, nel 2015, a cosa cazzo servono i commenti agli articoli di “giornale”.

Il virgolettato su giornale dovrebbe essevi chiaro leggendo l’articolo Motogp, capolavoro di Rossi a Silverstone, poi Petrucci e Dovizioso – Repubblica.it o guardando l’immagine qui sopra.

Il primo, di tutti

Il candidato alla redazione vaccate, oggi, si cimenti in un titolo ad effetto sull’informatica

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Announced in January 1986, the Mac Plus was the answer to complaints that the original Mac was not expandable. It doubled the ROM of the 512k from 64 kB to 128 kB, and increased the RAM to 1 MB (expandable to 4 MB). It was the first Mac to include a SCSI port, allowing for a variety of external peripherals, and was the first mac to use the now familiar platinum case color (although it initially shipped in beige). The Mac Plus originally sold for $2600, and was sold to educational markets as the Mac Plus ED.

Da apple-history.com / Macintosh Plus.

P.S.: tralascio per pietà lo ZX 81, gli ZX Spectrum 16 e 48K, i Commodore VIC 20 e C64, il Sinclair QL JM, JS e MGI, lo ZX88 della Cmbridge, l’Olivetti M10, il Nec V20 (overclockato, eh?!)…