Partite Democratiche (Al 50%)

Discutevo con una donna del fatto che sembra che il 50% degli organi del PD sarà fatto di donne.

La stimo e pertanto resto sulla mia posizione: se un partito vuole fare davvero qualcosa di nuovo, non può guardare al sesso, deve guardare al valore delle persone; si scoprisse che l’80% dei candidati è donna ed è qualitativamente migliore, a quelle persone dovrebbe andare l’80% dei posti. Analogamente se scoprissimo che sono invece uomini.

Le dighe numeriche, esattamente come il numero chiuso universitario, servono solo a rendere il tutto più facilmente comprensibile a chi sta a casa in poltrona, a chi segue in TV, ma non rendono alcun servigio al paese.
Lei era d’accordo.

D’altro canto, se non si forza un po’ il meccanismo attuale, si finisce (guarda caso) alle percentuali correnti, ovvero pochi punti decimali; una sorta di garanzia contro il maschilismo, insomma.
Io ero parzialmente d’accordo.
Diciamo pragmaticamente d’accordo, ma contrario di principio per tutto quanto sopra.

Poi alla fine al nodo ci siamo arrivati.
OK, ma COME distinguere il candidato migliore?

Abbiamo tentato di tracciarne un profilo.
Civicamente istruito, onesto, sincero, libero, corretto, retto. Dotato di buone capacità organizzative ma pronto a lasciare il passo per il bene comune.

Insomma, sembrava che stessimo riproponendo il dialogo di Laganà con Cinthietta.

Lasciato il terreno degli aggettivi generici, ovviamente ognuno di noi ha iniziato a lavorare per affinità e per differenza con sé stesso, e quindi ne sono venuti fuori un candidato uomo ed una candidata donna, che non avrebbe eletto nessuno ma che piacevano molto a noi due, rispettivamente.

Abbiamo quindi desistito.
Solo su una cosa ci siamo trovati (a scherzare e) d’accordo.
Certe forme, certe analogie soffrono duemila e rotti anni di cultura maschilista.

Un candidato ideale (candidato ideale, forma maschile o impersonale?) avrebbe comunque dovuto essere uno che “non appende il cappello”, uno che “porta i pantaloni”, uno che al momento di far valere il giusto “tira fuori le palle”.
E non c’è nulla da fare, anche le donne ne sono vittima.
Infatti non avremmo voluto un candidato che non appenda la borsa, che porti la gonna lunga o che al momento giusto tirasse fuori le tette o le grandi labbra.

Forse dovremmo cominciare proprio dal colmare questo fossato che abbiamo scavato intorno alla nostra lingua madre.
Madre di tanti omuncoli e di tante metafore ormai datate.

R 20110309 1307

Autore: eDue

Bieco illuminista

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