Prezzo alla pompa

Una volta questo paese era in mano ai comunisti, oggi solo la magistratura.

Comunismo, quindi il prezzo di tutto era da ricondurre al governo ed allo Stato; anche e sopratutto quello dei beni che in una economia di mercato ed in un paese liberale nessuno si sarebbe sognato di tariffare per decreto.

Cose voluttuarie come l’acqua, il pane (il famoso prezzo imposto della ciriola) e la benzina.

Quando un ministro delle finanze con gli occhiali con una vistosa montatura nera andava in tivvù e digeva (sì, in genere con la g) che la benzina aumentava di 60 lire al litro, gli italiani attaccavano subito a lamentarsi (vicendevolmente) nei bar dicendo che era uno scandalo, che era una vergogna.

Il soviet supremo finiva col cedere alla pressione della piazza ed il prezzo del carburante aumentava “solo” di 30 lire/litro.

Vista con le capacità critiche odierne la situazione pare quasi incredibile: un intero popolo che si faceva prendere per il culo da un’informazione asservita al comunista di turno il quale, ben sapendo che un aumento di 25 lire/litro sarebbe stato necessario e ben sapendo che nessuno avrebbe voluto pagarlo, sfruttava gli spazi che la televisione (di Stato) gli metteva a disposizione per spararla grossa, spaventare tutti e poi fingere di dimezzare in estremis l’imposizione. Ricavandone introito per fini sconosciuti ai più e riconoscimento personale per la flessibilità dimostrata.

Per non parlare del sottobosco che fu di questo comunismo reale, ovvero di imprenditori che professavano il libero mercato e facevano fortune grazie alla politica, che si vedevano innalzare le tariffe per decreto, imporre tasse a loro piacimento, riconoscere il diritto o la delega alla riscossione di tributi e facevano il 99,9 periodico percento di bilancio con le forniture pubbliche.

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Massimo MANTELLINI dice che i giornali italiani stanno diffondendo una notizia non vera, ovvero che alcuni paesi europei starebbero per imporre una tassa sulla rete a compensazione degli utili persi dai detentori del copyright a seguito dell’uso fraudolento (ammesso che ne possa esistere uno diverso) dell’infrastruttura.

Notizia che si palesa non vera se le si rapporta con i fatti, ad esempio chiedendo ai tedeschi se a loro risulti.

Ma nel paese in cui paghiamo una tassa sui supporti vergini come compensazione per l’uso fraudolento cui sono inevitabilmente destinati, tassa poi estesa ai player come l’iPod per gli stessi motivi, e dove devi bollinare i CD con le distribuzioni GNU-Linux in modo da tutelare Mogol dall’uso che facciamo di Gimp, la gente che legge cosa pensa?

Magari, se non verifica, pensa che il giorno che dovessero imporre una tassa sul PC e sui cellulari per due-tre euro a pezzo che vengono motivati con la necessità di tappare il buco dell’evasione del diritto d’autore, ci si stia finalmente adeguando all’Europa.

E che se magari l’imposta finale fosse di un euro e mezzo, questo sia stato frutto dello sdegno con cui una simile proposta è stata accolta dal gruppo creato ad hoc su Facebook.

R 20110326 1128

Autore: eDue

Bieco illuminista

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