La terra non è sferica, ma è comunque una superficie chiusa.
Grande quanto si vuole, ma chiusa.
Scappare, ma anche solo spostarsi, ha un senso se tu scappi, o ti sposti, e gli altri stanno fermi.
Ma anche così, a forza di muoverti, lento quanto vuoi, prima o poi torni dov’eri all’origine; il vettore spostamento ha modulo nullo.
A scuola, pubblica, ci hanno fatto studiare (all’epoca accadeva) che i nostri antenati, nomadi, erano pochi e sarebbero rimasti pochi perché la condizione per cui il loro stile di vita fosse sostenibile era che fossero una piccola quantità di persone.
Erano più “naturali” di noi, ma erano pochi e vivevano camminando.
E facevano una vitaccia, sopratutto dal punto di vista logistico.
Fossimo tutti nomadi, chi farebbe le strade per muoversi? Chi farebbe l’infermiera professionale o il chirurgo? Chi farebbe il barista? E il ristoratore?
Nessuno, saremmo tutti dediti alla pastorizia, ci sposteremmo stagionalmente in cerca di campi da pascolo, ci ammazzeremmo a coltellate o a colpi di pietra (chi avrebbe perso tempo a sciogliere i metalli sul fuoco?!) per rubarci le pecore.
Ci sarebbe un fatto apparentemente positivo.
Invece di stare a guardare la TV, che non avremmo inventato, la sera scoperemmo come ricci.
Certo, meglio che guardare la TV; ma a forza di scopare come ricci, non c’entreremmo più, perché ognuno di noi invece di avere bisogno di un appartamentino di 45mq in periferia, avrebbe bisogno di ettari di prato da pascolo.
Sarebbe tutto una copula ed una lapidazione.
Poi abbiamo inventato l’agricoltura.
I nomadi, oggi, sono sempre pochi ma non sono pastori, quasi più nessuno.
Girano in furgoni, vivono nelle periferie (o nei parcheggi del centro dove vengo attirati e poi cacciati sotto elezioni) e credo lavorino duramente impegnati in mestieri che noi non vogliamo fare più.
Ma per arrivare hanno percorso strade che non hanno costruito e non hanno contribuito a costruire con le tasse, guidano furgoni che non hanno contribuito a progettare e li stipano di vestiti tradizionali dai colori (spesso bellisimi) che le stronze nostrane in X5 sfoggiano in riviera.
Porsi fuori dal sistema, suppone che il sistema esista; andarci contro è come andarci insieme, ne suppone l’esistenza.
Il sistema schiavizza?
Bah, forse. Ma starne fuori o schiavizza peggio, o è pura finzione.
Possiamo decidere di fare downshifting.
Vi parla uno che l’ha fatto.
Decidere di avere in tasca trecento euro al mese al netto di tutto, ma con una qualità della vita molto maggiore.
Prima guadagnavo 4.400,00 euro/mese per 22 giorni lavorativi 09:00 – 17:00 e spendevo 4.100,00 euro al mese in minchiate.
Minchiate di pregio, s’intende, ma minchiate.
E tasse.
Lavoravo molto? No. O forse sì, ma non facevo nulla.
Sopratutto lavoravo per chi mi pagava? No.
Circa l’80% del mio tempo era autopromozione, perché allo scadere del contratto corrente avrei dovuto probabilmente cambiare indirizzo di lavoro e forse persino città. Del resto per fare l’upshifting (o come cazzo si dirà) ero dovuto andare a Milano.
Quindi una volta conseguito il risultato, ovvero firmare il contratto di consulenza con quello di turno cui non servivo affatto, dovevo darmi da fare per il prossimo, avendo come tempo massimo la durata di quello in vigore.
Perché questa scadenza cogente?
Perché nessuno vuole uno che non lavora già, sembri un fallito o un reietto.
Devi per forza andare a parlare con il tuo nuovo datore mentre sei col vecchio.
Non puoi togliergli il gusto di fottere la concorrenza, privandola di un pilastro. Di cosa chissà, ma non è importante.
Non è importante nemmeno per quelli che fanno selezione dei consulenti in questi ambienti, e che sono dei dipendenti che guadagnano più dei consulenti. Come fanno? Prendono una percentuale sui contratti che fanno stipulare, e lo fanno alla luce del sole essendo parte del loro incentivo. Incredibile?
Avendo firmato contratti per incarichi inutili ed avendo fatto finta di lavorare in alcuni casi, sì direi che è incredibile.
* * *
Non ho scritto un libro per raccontarlo.
Anche perché tutto quanto c’era da dire l’ho scritto qui sopra; riempirci un libro sarebbe tosto.
Lo sarebbe per chiunque, lo è anche per Simone PEROTTI, l’autore del libro “Adesso basta. Lasciare il lavoro e cambiare vita. Filosofia e strategia di chi ce l’ha fatta” (ISBN 9788861900851), che pure nella sua prima vita faceva lobbying e comunicazione.
E si vede, perché a parte ripetere all’infinito che tutti ce la possiamo fare, che tutti abbiamo virtù nascoste, che tra il dire ed il fare c’è di mezzo il volere, che i sogni aiutano a vivere e la vita è un sogno, quando poi si va al dunque, si scopre che tutti possono permettersi di comprare il libro, ma quanti sono quelli che possono seguirne i consigli?
È bene che siano davvero pochi.
Perché?
Beh, perché intanto i tre esempi concreti sono di uno che guadagna 34.000 euro e rotti netti l’anno, ed abbia metà delle sue necessità pagate dall’azienda; il secondo è di uno che, ceteris paribus, ne guadagna 56.000.
Il terzo è quello di uno che compra due mele a 1 euro, ne mangia una e rivende la seconda a un euro, con il quale compra due mele belle ed una brutta ma buona. Mangia quella brutta e rivende ad un euro l’una le altre due. Poi viene a sapere che è morto uno zio e che è beneficiario unico del suo patrimonio.
Quindi, ragazzi, cattive notizie: se guadagnate 750 euro/mese, fate il secondo lavoro per arrivare a 1000, vi restano quattro ore per il resto compreso il sonno e l’ultima vacanza è stata nel 1977 in colonia a Riccione, beh, il downshifting non è per voi.
Poi perché per fare downshifting ed andare a vivere in una casa con qualche ettaro di bosco attorno, ma vicino al mare, quello che avete nel porcellino non basta. Se avete il problema della quarta settimana, poi andate a chiedere in banca quale insulto fresco di conio abbiano per voi.
Infine perché per dedicarvi alla vostra passione che è navigare (ma potrebbero essere i rally o le ceramiche raku o i voli spaziali), vi serve gente che ha bisogno di uno skipper stagionale.
Quindi di gente che non ha fatto downshifting, ma che anzi è impaccata di soldi, ha preso la barca più lunga come simbolo fallico, ma non saprebbe portarla fuori dal porto e magari soffre pure il mal di mare e odia la puzza di pesce.
Siccome sono questi che potrebbero davvero fare downshifting, è bene che non lo facciano per permettere a qualcuno di farlo alle loro spalle.
Non solo, ma siccome il downshifting è una pratica che riporta l’uomo alla sua condizione naturale, servono:
– un SUV 3000, parco nei consumi e facile da posteggiare nella brughiera antistante il proprio bosco;
– un computer bello potente chissà perché, che comunque va a corrente;
– un’ADSL per tenere il blog per raccontare com’è bello il downshifting, per linkare il proprio canale TouTube con le interviste televisive ricevute in occasione dell’uscita del libro e sopratutto per mandare all’editore le bozze del seguito.
E qui il cerchio si chiude.
Intanto perché vendere il libro è condizione di base per il downshifting, ma sopratutto perché per far funzionare la tua ADSL di downshifter, c’è un esternalizzato che non arriva a 900 euro al mese che gira in Panda rossa.
Per la posta c’è uno che gira in motorino e che se facesse downshifting girerebbe in bicicletta e consegnerebbe una volta al mese.
In questo paese ancora per un po’ la sanità è pubblica e estesa a tutti e gli ospedali sono pieni di persone che invece di fare downshifting fanno turni pazzeschi e si comprano gli zoccoli (obbligatori) con i loro soldi. E ti dovesse cadere in testa un ramo del tuo bosco sarebbero pronti a venirti a prendere in ambulanza e curarti a spese della collettività senza chiederti nemmeno il nome.
E prega che non ti venga una carie.
E se ti si rompe il SUV, che è di seconda mano, spera di trovare un meccanico appagato dalla sua vita, perché se si stesse preparando per il downshifting ti fodererebbe le chiappe con lo stesso tessuto di quello dei babbuini.
E visto che i SUV possono andare ovunque vi sia asfalto, spera che continuino a tapparlo almeno fino al porto.
Il tutto supponendo che i tuoi non abbiano mai bisogno di te, restino autosufficienti fino alla morte, possibilmente improvvisa e nel sonno; o che se la procurino con l’ultimo afflato di vitalità per non pesarti sulle spalle.
Supponendo di non essere costretti a lavorare per la badante che pure sarebbe una tua dipendente, senza la quale non potresti fare altro che dedicarti a tempo pieno alla persona per la quale accedi ai benefìci della Legge 5 febbraio 1992, n. 104.
Supponendo che non ti vengano figli, perché potresti pure lasciarli aggrappare ai rami del bosco fino all’età scolare, ma poi dovresti portarli e riprenderli da scuola, cosa che si concilia male con il fare lo skipper.
E sperando che la madre non ti mandi affanculo e te li lasci, perché sai cosa? mangiano tre volte al giorno e non gli basta alternare il secco con l’umido.
Sperando che non privatizzino l’acqua nel tuo comune perché sennò la pagheresti più di quella minerale.
Sperando cioè che tu sia l’unico a muoverti in questo mondo che fa guerra di posizione e sta in trincea tutti i giorni, perché tutta l’infrastruttura della tua liberazione la fanno gli altri; e sperando anche che il downshifting lo facciano in pochi, e nessun grafomane, perché altrimenti anche la concorrenza in libreria si farebbe serrata.
Stupendo!
Pezzo divertente, ben scritto. Complimenti. Non lo condivido, tuttavia. Mi pare una bella tirata per dire (come al solito) che non si può fare niente. Non si può cambiare. Peccato che io e molte altre persione l’abbiamo fatto…
Io vivo con 700 euro al mese. La mia casa non ha riscaldamento, taglio, trasporto e brucio la legna da me. La mia casa è costata 50mila euro (molto meno di quella in cui vive la maggior parte degli italiani), ma avendo tempo l’ho ristrutturata da me a bassissimo costo. Ho una macchina che costa 8000 euro (eBay), non avrò la pensione. Lavo barche (oltre a fare lo skipper), scrivo libri, faccio tavolini, panche per chi me li chiede. Vendo qualunque cosa io sappia o possa fare. Non avrò eredità, non ho una famiglia ricca alle spalle.
Però sono libero. Assai più libero, diciamo così.
Il che vuol dire che si può fare. Certo, bisogna assumere su di sé la responsabilità della propria vita, cosa non agevole. Certo, bisogna smettere di lamentarsi. Certo, bisogna essere sobri, divertirsi con poco, vivere di poco, stare molto da soli. Tutte cose che generalmente costano di più delle lamentele, ma producono anche di più.
Dunque non condivido quel che scrivi (“se guadagnate 750 euro/mese, fate il secondo lavoro per arrivare a 1000, vi restano quattro ore per il resto compreso il sonno e l’ultima vacanza è stata nel 1977 in colonia a Riccione, beh, il downshifting non è per voi”) Anche questa è un’iperbole, la solita per altro, che tende a dire che non si può fare nulla, siamo schiavi, resteremo schiavi. Non è così.
Non è vero quando dici “per fare downshifting ed andare a vivere in una casa con qualche ettaro di bosco attorno, ma vicino al mare, quello che avete nel porcellino non basta”. L’Italia è piena di posti dove si vive con poco, le case costano niente o quasi. Basta cercare. Più difficile di lamentarsi, più produttivo anche.
“Se avete il problema della quarta settimana, poi andate a chiedere in banca quale insulto fresco di conio abbiano per voi”. Basta consumare meno, autoprodurre qualcosa, smettere di buttare il tempo in un lavoro così poco remunerativo e darsi da fare in altri cento modi.
Quanto a “Infine perché per dedicarvi alla vostra passione che è navigare vi serve gente che ha bisogno di uno skipper stagionale”. Anche questa è una vecchia litania: “E se tutti facessero come te?! Dove andrebbe il mondo?!!” La diceva mio nonno, è quanto di più conservatore esista, non si associa bene con l’illuminismo. Mi pare invece che, come in ogni attività umana, il rischio non esista. Come sempre, alcuni faranno una cosa e altri ne faranno un’altra. Nessuno al mondo, neanche i lemmings, fanno tutti la stessa cosa. Il problema è solo un paradosso, per come viene posto.
Si dice inoltre “Siccome sono questi che potrebbero davvero fare downshifting, è bene che non lo facciano per permettere a qualcuno di farlo alle loro spalle”. Perché alle loro spalle? Io pago ogni cosa di miol comprese le tasse (poche in assoluto, ma tante percentualmente). Le ho pagate (tanto) per diciannove anni, e con i soldi della pensione che non avrò mi pago tutta la sanità e ogni altra cosa. Alle spalle di nessuno, dunque, ma sulle mie.
Idem riguardo macchina, computer, etc, che pago, ognuna di queste cose.
Quanto al libro (“Intanto perché vendere il libro è condizione di base per il downshifting”) guadagno 0,60 euro a copia, che vuol dire 24mila euro totali dopo questo grande successo. Soldi buoni, soldi miei, su cui pagherò le tasse. Non vedo quale sia il punto. Qui sembra di notare qualche punta di invidia, se posso permettermi, che nuoce al ragionamento generale.
“gli ospedali sono pieni di persone che invece di fare downshifting fanno turni pazzeschi e si comprano gli zoccoli (obbligatori) con i loro soldi. E ti dovesse cadere in testa un ramo del tuo bosco sarebbero pronti a venirti a prendere in ambulanza e curarti a spese della collettività senza chiederti nemmeno il nome” E’ vero. Massimo rispetto. Li ho pagati anche io e continuo a pagarli con le tasse. Grazie al cielo tra loro molti fanno un mestiere che amano, per vocazione. Il che li rende simpatici, oltre che utili.
“visto che i SUV possono andare ovunque vi sia asfalto, spera che continuino a tapparlo almeno fino al porto” A dire il vero i SUV vanno anche nello sterrato. Se qualcuno vuole abolire l’asfalto io voto a favore. A me che il mondo vada veloce e dovunque mi interessa zero. Meno di zero anzi.
“Il tutto supponendo che i tuoi non abbiano mai bisogno di te” già successo. Ho preso un treno e sono andato. Mio padre, persona sobria, non è ricco, ma sa pensare al suo sostentamento. Lo stimo anche per questo. Non ha mai chiesto niente a nessuno, e non ha potuto fare l’università perché era povero.
“sperando che non ti vengano figli…” Basta leggere sul mio blog http://www.simoneperotti.com quanta gente ha fatto questa scelta avendo due, tre, quattro figli.
“Sperando che non privatizzino l’acqua nel tuo comune perché sennò la pagheresti più di quella minerale”. Vero. Problema di tutti. Io comunque non ho MAI comprato una bottiglia di minerale in vita mia. La nostra acqua è ottima.
“Sperando cioè che tu sia l’unico a muoverti in questo mondo che fa guerra di posizione e sta in trincea tutti i giorni, perché tutta l’infrastruttura della tua liberazione la fanno gli altri…” Per me possono anche interrompere. Io non credo di disperarmi se il mondo la pianta di disintegrare l’ambiente producendo energia per far marciare televisori che dicono stronzate. Ma anche qui, colpisce l’iperbole millenarista. “Se tutti…”. Ma tutti chi, e quando, e cosa?
Grazie comunque di avermi dedicato tanta attenzione.
Saluti.
Simone Perotti
Ciao Simone.
Grazie a te per aver dedicato del tempo a questo post.
Non voglio controbattere punto a punto, ma solo puntualizzare qualcosa.
1) Ho molti difetti; dovessero inventare un generatore di energia a difetti illuminerei Italia e isole e potremmo vendere energia alla Corsica. Ma tra questi difetti non c’è l’invidia.
2) Tutte pippe per dire che il downshifting è impossibile e non assumersi responsabilità? Rileggerò il mio post perché dev’essere saltata la parte in cui dicevo che, appunto, l’ho fatto nell’anno 1998; per essere precisi il 2 ottobre.
Non capisco perchè per demolire le idee degli altri bisogna estremizzarle per renderle ridicole. Io penso che ci sia ancora la libertà di decidere quali sono i propri bisogni e soprattutto se uno ha l’intelligenza e la possibilità di farlo, decidere come soddisfarli, in che misura e a quale costo. Ora se io riesco a farlo ad un costo che è anche solo inferiore del 10% perchè non devo sentirmi libero di farlo? Perchè se il risparmio non è 100% non è degno di chiamarsi risparmio? E soprattutto se quel risparmio lo investo in qualcosa che a me piace e magari mi rende felice sto sbagliando? Solo perchè le mie scelte non migliorano l’effetto serra o salvano l’economia del pianeta non sono degne di essere fatte? Forse se impiegassimo meno tempo a categorizzare e filosofeggiare su ogni attività umana, avremmo più tempo per goderci i frutti di quello che abbiamo creato, sempre che ci interessi creare qualcosa e godercelo ovviamente. L’alternativa è fare come ho letto su di un muro “NASCI…CRESCI…CREPA” è pur sempre una scelta possibile e aggiungerei ugualmente rispettabile.
Non ho capito a chi ti riferisci quando parli di ridicolizzare, ma ti ricordo che “passiamo metà della vita a deridere ciò in cui altri credono e l’altra metà ad essere derisi per ciò in cui crediamo”.
Quindi mi pare fisiologico.
Mi sono divertito a leggerlo. Grazie.
Questo post è fantastico. E devo ammettere che la risposta di Simone Perotti mi è sembrata educata e sensata… Me la sarei aspettata diversa (non conoscendolo per niente). Bravo anche a Simone.
il bello è che hanno ragione tutti e due, che c’è del vero in tutte e due le posizioni……. perchè tutto dipende da quale punto di vista si vedono le cose……………..ma entrambi si dimenticano di dire la cosa principale e cioè che fare o non fare un downshifting dipende innanzitutto da una questione oggettiva, ovvero il tipo di carattere che madre natura ci ha dotati. Ho letto il libro di Simone Perotti e sono d’accordo su moltissime cose che dice. Infatti sono una che da sempre non riesce a capire come mai certa gente che potrebbe permettersi una vita agiatissima in posti stupendi senza dover lavorare continua a ostinatamente a farlo (un esempio per tutti Berlusconi, ma potrebbe valere per tantissimi altri nababbi italiani e non), ma evidentemente nella mente dele persone scattano altri meccanismi perversi legati alle proprie caratteristiche caratteriali che ti impediscono di cambiare perchè nemmeno te ne accorgi che ti condizionano e ti rendono più schiavo del lavoro e del denaro stesso. Non so se sono riuscita a spiegarmi, non sono così brava a scrivere quanto voi, ma spero di essere capita.
1) Madre natura non ci dà nessun carattere; leggi Freakonomics o Superfreakonomics e ci trovi dati numerici che lo dimostrano, oggettivamente 🙂
http://www.freakonomics.com/
2) Molti che potrebbero fare una vita agiatissima, se non lavorassero finirebbero male. Ogni riferimento a fatti o persone…
Ho già letto freakonomics, ho letto L’Orrore economico, ho letto Economia Canaglia, ho letto Contro il capitale globale, ho letto La trappola della globalizzazione, ho letto No logo , ho letto Mentire con le statistiche ecc. ecc……. insomma sono informata e conosco l’argomento. Quello che volevo dire – evidentemente non mi sono spiegata bene- è che per fare o non fare downshifting o qualunque altra cosa non basta la volontà, il semplice volerlo. La cosa è molto più complicata perchè l’essere umano è condizionato principalmente dalla propria personalità, dal proprio carattere…… che quello è certamente stato condizionato e forgiato anche grazie a meccanismi a noi superiori, ma che comunque ci condiziona a sua volta.
Riguardo a quelli che potrebbero fare una vita agiatissima e non la fanno perchè secondo te se non lavorassero finirebbero male è relativo al come e al quando. Esempio: se io ho 70 anni e ho dei figli che possono mandare avanti la baracca tranquillamente senza di me (ogni riferimento a Berlusconi è puramente casuale) perchè invece di stare qui in Italia non me ne vado alla Caiman a godermi la vita co ntutte le donnine allegre che mi pare? Evidentemente scatta qualcosa nella mente di quel signore che gli “impone” di rimanere qui, ovvero forse una sete di potere, un bisogno di visibilità o quello che vuoi tu che evidentemente non avrebbe se si trasferisse laggiù. Capisci cosa intendo?
Non hai letto “Il capitalismo ha i secoli contati” però 😉
Che l’imprinting derivi dall’ambiente (che è esattamente il contrario che dire che la natura ci dà un carattere) sono d’accordo, ed appunto ti parla uno che il downshifting l’ha fatto; non fino al punto di vivere nei boschi, ma abbastanza da aver diviso entrate e spese per quattro.
Il problema vero (ed in questo Simone ha ragione) è che a buona parte dei criceti piace girare nella rotellina. Ma è bene che sia così, perché se tutti facessimo downshifting non ne avremmo di che sopravvivere.
Sul fatto che uno non vada nella Cayman o sulle spiagge di Hammamet, tu presupponi che uno sia libero di fare quel che vuole; e non è affatto detto.
Ma lo leggero’…. grazie per la segnalazione ;-))
Comunque …..infatti …..avevo detto che sia tu che Simone avevate ragione!
Aspetta.
Lui ha ragione sul fatto che i criceti adorano la rotellina, ma dice che tutti possono abbandonarla. Io dico che se tutti la abbandonassero non avremmo di che vivere.
Siccome le due posizioni sono partizioni dello stesso insieme (e la loro unione fa l’insieme) la loro intersezione è nulla; quindi NON possiamo avere ragione entrambi.
,,,,,, e comunque – essendo appassionata anche di psicologia – la diatriba tra chi sostiene che conti di più la genetica e chi ritiene che conti di più l’ambiente è ancora viva. Personalmente trovo che le due cose interagiscano a pari merito in un tipo di ambiente libero ed eterogeno, ma se rinchiudiamo la persona o un gruppo di persone in un ambiente fortemente condizionatorio finiscono per soccombere quasi tutte le nostre inclinazioni “naturali”. Poi è sempre difficile generalizzare , specialmente per una come me che pensa sempre guardando da varie angolazioni. Una cosa che può spiegare molto meglio di mille parole questa cosa è vedere il comportamento dei nordcoreani dopo la morte di Kim Jong. http://www.youtube.com/watch?v=O1P1JXgkhkY
Se invece guardo i miei due figli di 13 e 15 anni trovo difficile non giustificare l’abissale differenza caratteriale e di comportamento tra i due se non giustificandola con un corredo genetico assai diverso.
Anche io ho sempre vissuto in una specie di downshifting anche se più che così lo dovrei chiamare in un altro modo dato che non mi sono mai trovata nella condizione di UP…….. Sono sempre stata piuttosto DOWN .. ovvero nella fascia di reddito bassa (della fascia media) e ho cercato sempre di lavorare quel tanto che mi consentiva delle entrate sufficienti , ma anche tanto tempo libero. Non sono mai stata una persona ambiziosa (e qui tiro in ballo il mio corredo genetico) non mi interessava arricchirmi, accumulare, guadagnare per comprare più roba. , La mia ambizione era di godermi la vita senza strafare e ripettando gli altri. L’ho fatto finchè ero giovane, non sposata e soprattutto senza figli. L’ho fatto anche fino a quando trovare un lavoro era piuttosto facile e il potere di acquisto degli stipendi adeguato. L’ho fatto finchè anche la salute mi ha accompagnato. Ora che ho due figli è tutto più complicato e anche la situazione monetaria internazionale lo è. Fossi da sola certamente me ne andrei dall’Italia. Ho amici in posti esotici, con sole tutto l’anno e dove con la mia misera pensione camperei tranquillamente. Ma come faccio a trascinarmi dietro i miei figli? Facile a dirsi ma……
Simone fa l’esempio di coppie con figli che lo hanno fatto, ma se andiamo ad analizzare sono situazioni particolari…. sono esempi che non possono valere per tutti….ognuno alla fine è un caso a se’.
Anche per questo che alla fine molti finiscono per girare nella propria rotellina……………….. to be continued….?
Grazie comunque per il gustoso scambio di idee…. aspetto con impazienza di leggerne altri a questo lvello.
Se aspetti di leggerne altre a questo livello ti ci vuole MOLTA pazienza, altro che.
Beh!… quando dicevo che tutti e due avevate ragione intendevo dire che ne avevate un po’ entrambi…….. scusa (senza offesa, ma molto amabilmente) …….. credevo ci arrivassi!
Poi…..
Se tutti l’abbandonassero è da dimostrare che non avremmo di che vivere. Vivremmo solo in maniera differente.
forse quel modo non piacerebbe neppure a Perotti perchè a quel punto non avrebbe più da chi caricare sulla sua barchetta e nessuno a cui far leggere i suoi libri. Forse andrebbe in giro a fare il cantastorie in cambio di un tozzo di pane e un giaciglio sul quale dormire.. chissà.
A quel punto forse capirebbe che tutto sommato stava meglio prima e allora ri-decide di mettersi in giacca e cravatta e ritornare a fare il manager…. chi può dirlo.
In ogni caso mi sembrava che il “lo possono fare TUTTI” di Perotti volesse semplicemente dire che – volendo – tutti lo possono fare….e anche potendo aggiungerei io. Non credo che sia convinto nemmeno lui che lo possano realmente fare tutti, un TUTTI assoluto…. non foss’altro perchè sicuramente chi ha grossissimi problemi di salute o fisici, beh!… quelli non possono di sicuro. Estendere qualsiasi teoria a TUTTI – ma proprio tutti- è impossibile.
infine veniamo alla frase topica dela tua risposta:
“E siccome le due posizioni sono partizioni dello stesso insieme” ???????” e la loro intersezione è nulla”???????….. beh! … lo studio dell’insiemistica la lascio ai matematici…. va bene per te?
With love!
Ma nooo dài… non buttarti giù. Ho fiducia che lo farai presto.
Grazie ancora per il divertimento.