Una volta c’era un filo che collegava due telegrafi.
Roba forte; il massimo della tecnologia di allora. Andavi in un posto che si chiamava PT (Poste e Telegrafi) e sceglievi il nuovo, la e-Mail di allora contro la posta tradizionale. La trasmissione del messaggio era immateriale, e lo si stampava a valle. In mezzo c’era il filo.
Poi venne la radio, che consentiva la stessa cosa ma senza il filo.
Non pensate alla radio come un oggetto necessariamente uno-a-molti, pensatelo come rice-trasmittente, ovvero uno a uno. Il messaggio viene trasmesso in via immateriale (all’epoca era l’etere, una sorta di flogisto) con in più due nuove aggiunte tecnologiche: l’immaterialità del mezzo e la simultaneità.
La prima significa che non c’era più il filo.
Capite che per allora fu una vera rivoluzione. Tutto immateriale e tutto così reale.
Poi venne la televisione, le televisione satellitare.
Poi la telefonia cellulare, poi la telefonia cellulare digitale, poi il digitale terrestre.
Tutto senza filo.
Tutta roba vecchia, istantaneamente invecchiata con la tecnologia delle fibre ottiche.
Ovvero il filo.
Ovvero cavi, scavi, polvere, costi folli, rumore, vibrazioni, inquinamento, traffico, ma tutto molto HD.
Quindi il fatto che oggi Apple presenti un carica batterie per fregni che riempono la scrivania per fare tutti assieme cose che con tastiera e mouse si fanno da trent’anni è solo segno del fatto che questi fregni hanno fatto il loro tempo e la prossima generazione, o forse dovremo dire frontiera, saranno gli stessi fregni col filo.
Magari, essendo Apple molto avanti, col filo di legno ed i pulsanti in bachelite su basculanti in ottone e rame a vista.
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Immagine da http://www.sri.com/news/imagebank/HighResVintageEngelbart/vengl0012.gif
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roberto