Chi serve a chi

Mi spiace per la salute di Jobs, e mi spiace perché ha accumulato nel corso del tempo tutte le patologie che la sua dieta imbecille, autoimposta, gli avrebbe dovuto evitare.
Come dire che questo per l’uomo Jobs è un fallimento e scommetto che è questo che gli da fastidio, più che tutto il resto.

Mi spiace che debba riscoprirsi umano ed immanente in questo modo, e mi spiace perché so cosa significhino quelle patologie.
A parte essere citato come caso da manuale ne Il metodo antistronzi1 di Bob Sutton, mi spiace che l’isterico per eccellenza finisca la sua esistenza (e non dico che sia questa volta, badate, dico in generale) in questo modo ovvero dopo lunghi problemi di salute.

Avendo vissuto un caso analogo personalmente, non glielo auguro.

E non vale, come scritto da qualcuno, il fatto che se non fosse ricco sarebbe morto da parecchio, perché in Italia sarebbe curato gratis; è tutto e solo avere la fortuna di un caso curabile e per quello i soldi non servono proprio.

E che secondo me (posso sbagliare), se esce dall’azienda per curarsi questo già per lui e’ un po’ come morire.
Quindi credo che volontariamente non ne uscirà mai.

Dunque Jobs ha bisogno di Apple.
Apple serve a Jobs.

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Jobs serve ad Apple?!

Mah, a parte il romanzo statunitense dell’uomo solo al comando (di coppiana memoria), non credo che un’azienda come Apple possa veramente contare su una sola persona per esistere.
Coloro che raccontano ed inventano storie sul suo ruolo in ditta, non sanno nemmeno di striscio cosa significhi progettare prodotti ad alta tecnologia.
E, probabilmente, ignorano anche la storia personale di Jobs, che al pari dell’altro guru della Silicon Valley che riteneva che 640 K fossero enough for everyone, avrebbe ucciso il Mac in culla, per esempio, per tuffarsi vestito nel fallimento del Lisa III.
Anche in questo Sutton docet.

In Apple, come dissi a suo tempo, quando hanno fatto le prove (in occasione della precedente lunga assenza causa trapianto di Jobs) hanno perso l’occasione di un’uscita di scena dignitosa; gli sarebbe servito solo un nuovo frontman.
E potrebbe anche essere una frontwoman, ad incarnare forse meglio il Think Different™ che sebbene abbandonato in termini pubblicitari, è ancora il motto che viene attribuito all’azienda nell’immaginario collettivo.

Quindi Jobs non serve ad Apple.

Non direttamente.
Ma in realtà, devo precisare, proprio in virtù di tutto quanto sopra, Jobs serve a tutti gli altri.
Serve un personaggio (personaggio, proprio come a teatro) carismatico che venda l’immagine dell’azienda, perché chi compra Apple vuole che non sia un Ballmer qualunque a venderglielo, non vuole nemmeno essere rassicurato su nessuna specifica caratteristica tecnica. Vuole essere parte di un sogno, confidando che quello sia il migliore dei mondi possibili.
Vuole qualcosa for the rest of us™.

Quelli di Apple non sono sognatori, hanno finito di esserlo da tempo. Non vogliono più fare cose for the rest of something.

I clienti Apple hanno bisogno di Jobs.
Non tutti certo, ma molti; forse la maggior parte.

Guardate la foto qui sopra. È quella ufficiale, e sarà stata scattata il giorno della prima comunione.
Tutti sanno che quel Jobs non esiste più da almeno sette anni, eppure la foto è ancora lì.
Sarà lui a volere sempre quella, oppure è chi ne cura l’immagine a non poter ammettere che il Jobs di oggi è un sessantenne con le analisi incasinate ed un aspetto di uno che guida, più che un’azienda, un’Ape?
Eppure quello è Jobs, ufficialmente, almeno quello ridotto ad icona.

Una specie di cristo nell’arte: o bambino in braccio o trentenne barbuto.
Nessuno che l’abbia mai immaginato come quindicenne che gioca a morra.

Bene, io per ridimensionarne l’ego e garantirgli quindi una dignitosa, tranquilla vecchiaia, augurerei a Jobs di vivere ancora a lungo, ma fuori da Apple.
Sarà perché non ho certo bisogno di lui per decidere se e quando comprare un prodotto.
Ma quanti siamo a volergli così bene?
E quanti siamo a volerci così bene?

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Note

  1. SUTTON, Bob – Metodo antistronzi (Il -). Come creare un ambiente di lavoro più civile e produttivo o sopravvivere se il tuo non lo è. ISBN 9788861920736

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Immagine da http://images.apple.com/pr/photos/execs/steveweb.jpg

Autore: eDue

Bieco illuminista

2 pensieri riguardo “Chi serve a chi”

  1. che cavolate che hai scritto..e quanto odio e malvagità. NON CONDIVIDO NEMMENO UNA RIGA e credo che internet si voglia dissociare da te e dal tuo post.

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