Ma anche una sbagliata

Le 100 idee di Renzi1 & Co., sono vaporware per il 99%, ma ce n’è una che è proprio sbagliata.
Il vaporware deriva dal fatto che è facile fare asserzioni di principio senza indicare come realizzarle.

Esempio: “Eliminare la fame nel mondo”.

Non chiedetemi come, almeno finché non avrete chiesto conto ai renzisti delle novantanove suddette.

Quella sbagliata è questa:

75. Consentire a tutti gli studenti universitari di finanziarsi gli studi e le tasse. Obbligo per le Università di stabilire accordi con almeno tre banche (di cui almeno una locale e almeno una nazionale) per i finanziamenti agli studi universitari, garantiti da un fondo pubblico di garanzia.

E’ sbagliata perché certifica che il diritto costituzionale alle studio non esiste, e trattandosi di una proposta politica non può semplicemente prendere atto che la costituzione non viene rispettata, ed è sbagliata perché laddove si è introdotto questo modo di concepire gli studi, i risultati si sono visti2.

Segnalo infine che “Da Giorgio Gori a Martina Mondadori. Renzi affascina la galassia Fininvest”3. Ma va?!

* * *

  1. il Post.it – Le 100 proposte di Matteo Renzi
  2. eDue – Fiat divitia, pereat mundus
  3. il FattoQuotidiano.it – Da Giorgio Gori a Martina Mondadori. Renzi affascina la galassia Fininvest di Sara Frangini, 30.10.2011

Autore: eDue

Bieco illuminista

10 pensieri riguardo “Ma anche una sbagliata”

  1. Renzi è la quinta colonna Fininvest in casa PD. La cosa più triste però è che il PD è fatto solo di quinte colonne di qualcun altro.

  2. La verità è che il diritto allo studio non dovrebbe esistere per tutti, ma solo per i capaci e i meritevoli – e gli altri a fare gli idraulici e i panettieri, che sono professioni per bene. In UK o in Scandinavia all’università va una frazione degli studenti che ci vanno da noi. Finanziare l’università per tutti non solo costa troppo, ma abbassa il livello degli insegnamenti e dei laureati, e rende più probabile che poi farà carriera chi conosce qualcuno.

  3. La verità è che i diritti sono per tutti in una democrazia; in UK (non conosco la scandinavia) si sta praticamente duplicando la situazione statunitense, per cui solo delle ricche teste di minchia possono studiare, col risultato che il prestigio di un’università si misura essenzialmente col suo costo.

    Il che significherebbe che la CEPU è migliore del Politecnico di Milano.

    Finanziare l’università per tutti, visto che questo accade con le tasse di tutti, è semplicemente tautologico; innalzare il livello culturale di tutti significa dotare le persone di strumenti per decidere, quindi di essere cittadini migliori e quindi idraulici, panettieri e tutti gli altri qualunque cosa vogliano fare, migliori.

    Per la cronaca “meritocrazia” significa aiutare e non rompere il cazzo ai migliori, non abbassare la media in modo che i migliori siano dei mediocri.

  4. ricche teste di minchia (ma o passano gli esami o sono fuori) e meno ricchi ma con la testa. Noi spendiamo per far studiare anche teste di minchia non ricche, e creiamo laureati a vagonate e che non servono, imho.

  5. Non guardare il dito.

    Com’è che i nostri laureati qui non servono ad un cazzo, poi vanno all’estero (dove pure ci sono i loro laureati) e primeggiano?

  6. Pingback: Famo due | eDue
  7. scusate se non sarò tautologico ma apodittico. Non antinomico ma sicuramente maieutico escatologico: forse i’ renzi volea dire che potrebbero esseci delle banche che ti fanno un prestitino, a te studente, per compratti, che so, la lavatrice pe l’ appartamento in affitto o i’ motorino per andare in facoltà, i compiuter novo pe scrivecci la tesi senza fatti prestare i soldi da ‘i babbo che na spesi diversi e gli gira anche un po’ gli zibidei.

  8. Vedi figliuolo, ci sono due ordini di problemi ne i’ffatto icche tu stai in affitto mentre studi:

    1) evidentemente tu s’e’ dovuto migra’ perché dove te tu abbiti ‘un la c’è un’università degna di codesto nome; e questo è un problema politico, perché in italia abbiamo un’università che prende fondi pubblici ogni 0,34 abitanti. Sarà miha che la gran parte di codeste ‘un serve a un ‘azzo?!
    Ecco, il politi’o, nun po’ guarda’ iddito, deve guarda’ la Luna.

    2) gli affitti per gli studenti sono una delle piaghe più purulente dell’evasione fiscale. Se tu sei in un appartamento stipato di tuoi conterranei e dai soldi a uno che non paga tasse, lo stato non può farsi da garante per gli evasori che lucrano su di te.

    Il politico dovrebbe essere contrario a entrambe le cose: finanziamenti a pioggia su università con UN iscritto, in modo che chi sta in un posto non debba andare altrove a studiare, e semmai case per gli studenti fuori sede a prezzi calmierati E contratti standard pro emersione per gli altri.

  9. convieni con me che non possiamo fare un’ università in ogni borgo. Il resto è tutto giusto ma che c’ entra co’ i prestitino? Pe i buhaioli che affittano a’ i nero ci vole la finanza! Lo stato si fa garante con l’ individuo che studia, poi se lo sciagurato se li finisce a canne e fihe (o cazzi, pe non esser discriminante) sono affari sua.

  10. Convieni che ho detto appunto che non possiamo fare una università in ogni borgo, ma certamente possiamo evitare che gli studenti debbano emigrare per studiare e che questo sarebbe un impegno politico, invece che proposte da venditore di aspirapolvere con pentole a fondo 18/10 per cuocere senz’acqua e senza grassi in omaggio?

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