Mi pare di aver capito che il concetto alla base dei cosiddetti social network, ovvero posti in cui gente sola cerca socialità, sia il piacersi.
Non il piacersi davvero, eh, ma dirsi che ci si piace reciprocamente.
Non so se a voi è mai capitato, ma guardarsi negli occhi e dirsi “mi piaci” è una cosa pesante, impegnativa, una di quelle cose bellissime che ti prendono come uno un pugno allo stomaco dopo il quale, però, stai meglio.
Tanti tanti anni fa, uscii per caso con una ragazza.
Per caso perché in realtà avevo appuntamento con la sorella, ed ignoravo perfino che ne avesse una.
Ecco, tenendoci per mano e guardandoci negli occhi abbiamo passato un’intera serata, e forse saremmo ancora lì se intorno all’una e mezza di notte un cameriere non fosse venuto a dirci che se andavamo via, considerato che non avevamo ordinato e che l’ultimo cliente se ne era andato un’ora prima, ecco, loro andavano a dormire.
Certo è tutta chimica, ma in quei momenti è magia.
Ora, non lo so, ma non credo che se il tutto fosse avvenuto su Facebook, e se lei avesse schiacciato I like™ sul mio profilo io me ne ricorderei ancora.
Perché sul mio profilo potrebbe esserci finita in mille modi, ma aprire la porta ad uno sconosciuto che cerca tua sorella (che non c’è), sorridergli, vestirsi, uscire e tenergli la mano fino ad essere cacciati (bonariamente, da padre di famiglia) da un ristorante, è un po’ più impegnativo.
Ora, stamane su Google+ è comparsa la possibilità di creare delle “pagine”.
Creare una pagina ti mette in contatto con i tuoi clienti, ammiratori e follower su Google+.
che è l’anello mancante per la fotocopia, con un marcato effetto moiré, di Facebook da parte di Mountain View.
L’altro ieri, uno dei miei abituali fornitori, mi ha mandato una e-Mail nella quale mi diceva che se andavo sul suo profilo Facebook e cliccavo “I like™”, poi potevo fare un ordine con il 15% di sconto. La trovo una cosa davvero squallida concedere sconti (per finta, oltretutto, la stessa offerta l’avevano sul sitoe per tutti…) in cambio di un “mi piace”.
Ecco, adesso sarà possibile fare la stessa cosa su Google+.
Ora, siccome sia il giovane Zuckenberg che i meno giovani Page e Brin con questa roba si posizionano, sopratutto il primo, nella Fortune 500, vorrete seguirmi nella mia neonata impresa:
Ho già un nome in mente: USI, che suona come “You See” e sta per U Stick It™ – Stoppatelo.
Giusto, mi piace.