Questo è Google
è un buco nel quale scrivere e dare invio.
Oggi, in Italia abbiamo rivoluzionato il web; è infatti nato un motore di ricerca: Volunia.
Non è che se paragoniamo Google ad una macchina da 120 CV, questo Volunia è una macchina da 130 CV; questo è un elicottero1.
Ahem, sulla destra c’è un link
Ah, OK
Lo presenteranno (con la grafica del sito di Wind del 2003, notare….) il
VI II XII
Ah, ma è oggi…
Un numero limitato di richiedenti verrà selezionato come Power User.
I Power Users avranno:
- Accesso esclusivo all’anteprima mondiale di VOLUNIA.
- Un canale di comunicazione diretto con il Team VOLUNIA.
- Informazioni esclusive sulla roadmap VOLUNIA.
- Bonus di attivazione per i loro amici.
http://www.youtube.com/watch?v=xPzPHAJjxYs
* * *
Un utente Twitter durante la presentazione ha sintetizzato tutta l’Italia:
lucatsm re the “Italian Google” RT @glucacozzolino 30 mins wait, 30 mins acknowledgements. In 15 mins, Jobs introduced the iPhone #Volunia
E badate che pare che tale Massimo MARCHIORI pare abbia contribuito a ispirare2 il PageRank3, e ci credo pure; non mi meraviglierebbe affatto.
* * *
- La Repubblica.it – Volunia, ecco il motore social così l’Italia reinventa Google
- Gigaom.com – Is Volunia Italy’s answer to Google — or just hot air?
- Wikipedia.org – PageRank (EN)
Possiamo evitare o ci minacciano se non usiamo Volunia… che oltretutto mi da una strana assonanza con altre parole ambigue.
L’hai scritto chiaro e con semplicità?
Su che base?
L’hai utilizzato? Significa che se un Power User, ovvero che ti sei registrato.
Registrarmi per usare un motore di ricerca?! Un vero Power User non c’è che dire.
Non l’hai utilizzato?
Allora?!
Ecco io parlo di questo, qui: del fatto che non sia nemmeno possibile giudicarlo perché al lancio non ci si può arrivare se non dietro registrazione.
E dell’italianità tipica nella sua forma deteriore del tutto.
La domanda è una sola: a che serve? Ci vuole molto a scriverlo in chiaro e con semplicità? Stante che con queste premesse la rete ci mette un attimo a sbatterli nel dimenticatoio, qual’è l’obiettivo reale?