As seen on PC!

Google fa la pubblicità di Google+ in TV.
Questo potrebbe far pensare che il problema sia di Google+ e forse è parzialmente vero.
Ma come sanno bene quelli di Facebook, un social network è uno strumento di osservazione indispensabile per la vendita di pubblicità che, lo ricordo, è l’attività principale di Google.

Quindi fare la pubblicità in TV di uno strumento come Internet, non significa solo ampliare la platea di quattro o cinque volte, ma sopratutto ampliarla verso un tipo di pubblico che ne potrebbe fare un uso meno consapevole e quindi più utile per il fornitore1.

Per dirla con Lewis2

* * *

  1. eDue – Non+
  2. eDue – You’re the product

Autore: eDue

Bieco illuminista

7 pensieri riguardo “As seen on PC!”

  1. In Italia il grado di alfabetizzazione su internet è bassissimo quindi Google sta pianificando una campagna – usando – google+ per far si che i contatti che una volta atterrati sulla piattaforma vadano successivamente a impattare sulle pagine di “Buono a sapersi”

    Questa è la dichiarazione dei G Italia.

    Pesare i contatti TV con i contatti internet è difficile da fare anche in merito al campione che ancora viene usato da auditel (15mila famiglie).

    Vero che Google e FB vendono pubblicità ma i margini maggiori li ottengono dalla vendita dei dati, il primo quelli di navigazione il secondo con gli stili di vita.

    In Italia oggi la rete è attualmente in primo media con 27milioni di utenti attivi che non sono paragonabili ai 40 passivi davanti ad una TV per le ovvie regole d’ingaggio.

    Un prodotto Internet pubblicizzato in non impatta su un bacino di 4/5 volte superiore perché sarebbe come dire che la rete conti solo 5 milioni di collegati

  2. Il fatto che tu supponi che la percentuale di utilizzatori di rete in Italia non sia poi troppo distante rispetto a quella televisiva, mi pare soffra del tipico bias di coloro che per mestiere usano la rete. Posso farti un esempio pratico: nel mio paese, SOLO IO ho Internet.
    E siamo qualche migliaio.

    Fuori dai centri urbani e sotto Frosinone è praticamente una condizione normale.

    Ma facciamo finta che davvero il rapporto sia 27/40; se fosse, useresti la TV, con i suoi costi, solo per aumentare il target potenziale di una probabilità massima dello 0,325 (o se preferisci del 32,5%) con una resa possibile del 3% (il 3% del 32,5%, bada bene)?

    Io no 🙂

  3. Bieco è un fatto che gli utenti internet siano 27mio*, come è un fatto che molti abbiano abbandonato la TV per posizionarsi su internet e basta. Le prestazioni** di piccoli centri urbani, che del resto contano poco anche nel calcolo dei GPR su grandi campagne strategiche, che passano comunque in TV, è ininfluente. Le aggregazioni vengono fatte su città campione che hanno una penetrazione minima di 100mila abitanti.

    Per quanto riguarda invece il costo e la resa qui le cose cambiano. La TV, che comunque sta perdendo investimenti a 2 cifre % da anni***, ha una fruizione diversa dal web perché è imposto l’adv, nel web l’adv non è imposto. In pratica in TV, come sulla stampa carta, di vendono tutte le teste che vedono o leggono sul WEB no. Perché sul web no? Per la frammentazione e per una colpa ancora più grande ovvero GLI EDITORI DEL PIANETA NON HANNO CAPITO UN BIIIIP DEL WEB SE NON ORA ergo ora è tardi per alzare i listini e gli spender si fregano le mani. Comunque non credere che l’ADV online sia a basso costo è che fino a poco tempo fa è stato praticamente regalato perché:” ma si dai ti regalo anche internet se mi fai due paginette.. se mi fai 200 spot…” (il pensiero comune nei corridoi dei grandi editori era – ma si è una moda, passerà! Oh si è visto come è passata, è passata come uno schiacciasassi su di una formica)

    Le considerazioni che fai tu, ovvero, “perché spendere di più per avere di meno?” Fidati le stanno facendo tutti ed infatti l’adv sul web, nonostante la crisi, è in crescita. (in UK gli investimenti sul web hanno superato da 2 anni quelli sulla TV)

    Allora detto questo perché G investe in TV? La mia risposta?

    5 euro e te la do 🙂

    G fa TV perché la paga poco, gli da brand, posiziona il marchio, fa PR, lega le campagne on line sedimentando i concetti, eccetera. E’ solo pura strategia per far vedere che esistono anche a quelli che di web masticano poco (la nonnina che pensa che il nipote sul web ci vada solo per le schifezze) così prendi quel target e gli imponi (per il discorso che la tv impone..) di vedere quello che di solito non vedono et volià sdoganati. In pratica dicono:” noi ci siamo, i tuoi figli anche, stai sereno!”

    *dati audiweb
    **risultati delle campagne in merito al loro ritorno tradotto in € o brand value
    ***dati nielsen

    Al Zalut

    🙂

  4. Ah dimenticavo:

    Ma facciamo finta che davvero il rapporto sia 27/40; se fosse, useresti la TV, con i suoi costi, solo per aumentare il target potenziale di una probabilità massima dello 0,325 (o se preferisci del 32,5%) con una resa possibile del 3% (il 3% del 32,5%, bada bene)?

    Non ho capito bene le formule che hai usato però una resa del 3% su qualsiasi mezzo a qualsiasi costo la farebbero tutti, ma tutti tutti.

    Il web ha una resa dello 0,03% quando va alla stragrande e stappano anche le bottiglie sia in agenzia creativa che dall’editore.

    La TV anche meno dello 0,01% in molti casi ma per i discorsi fatti sopra va bene.

  5. Quindi tu dici che la pasta pubblicizzata viene comprata da 400.000 persone?

    Comunque il 3% del 30% è lo 0,9% 😉

  6. Allora di base si dovrebbero – pesare – i prodotti sul media. Significa che si prende il prodotto e si cerca di capire quante persone possono essere colpite dal messaggio pubblicitario che verrà proposto sul media preso a campione. Per fare un esempio: la pasta va bene in TV ma non va bene su una rivista che tratta fisica nucleare.(Con tutto il rispetto per la fisica nucleare ed i loro fan)
    Perché? Per il semplice motivo che si incorre nella dispersione ovvero quella terribile vicenda che fa dire al cliente :” Perché il mio messaggio pubblicitario non ha funzionato?”. La dispersione, o per meglio dire la poca penetrazione, è la principale causa dei fallimenti delle campagne pubblicitarie. (creatività a parte).
    Un media può essere ottimo per un prodotto ma può essere anche un danno perché il messaggio giusto alle persone sbagliate è più controproducente di non fare assolutamente nulla.

    Quindi la risposta è: si (e se vendono 400mila confezioni di pasta durante in lancio di un nuovo prodotto, parlo dei primi giorni non dopo 3 mesi di campagna, stappano sempre le famose bottiglie). Tieni anche conto che fanno tutti i canali TV quindi duplicano molti contatti ma sono sicuri di fare tutto il target.

    Considera inoltre che la gran parte dei prodotti pubblicizzati in TV sono di largo consumo quindi prodotti a bassissimo costo, per lo più a scadenza, con creatività molto orizzontali (che vanno bene per tutti).

    La TV/Stampa ha sempre fatto credere di poter dare centinaia di ritorni ai loro clienti; ora con l’avvento di Internet e quindi la possibilità di misurare perfettamente le campagne, sempre che non facciano i furbi con click fraudolenti, i dati vengono a galla.

    I vecchi media in pratica non hanno detto tutta la verità. Verità difficilmente misurabile visto che chi investe/investiva in TV/Stampa faceva tutto quindi era molto difficile vedere quello che aveva effettivamente portato i risultati. (la nota formula dei Centri Media che facevano i famosi PIANI MEDIA MIX).

    Per dirne una a caso, i quotidiani di carta hanno sempre detto chele loro copie venivano lette da 3 persone di media; perché? Se fosse vera questa cosa, dati ufficiali consultabili da chiunque su audiweb, un giornale famoso dovrebbe avere al giorno come minimo 2,5 milioni di utenti unici, e non parlo di visite. Invece il loro giorno medio fa circa 1,4 milioni di utenti unici. Ballano 1,1 milioni di lettori, dove sono? Sono tutti senza PC? Ma come ci hanno detto che sono persone colte, informate, con potere di spesa alto, ecc.

    In ogni caso non diciamo troppo che poi magari mi trascinano in tribunale.

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