10 pensieri riguardo “V for Valletta”

  1. Non ho capito i segni. O meglio: non ho capito cosa devo capire dai segni. Se non ho capito male, erano delle prove e Mike stava facendo vedere cosa doveva fare la valletta. Cosa c’è di strano?

  2. Avresti voluto C come conduttore o S come Sabina? Era una signorina nessuno, poteva parlare, mettere una minigonna ed eravamo negli anni 70 in RAI. Adesso per terra probabilmente mettono F., la parte per il tutto. (con riferimento al documentario Il corpo delle donne, di Lorella Zanardo) Meglio allora.

  3. Vediamo se ci arrivo io. Un attimo solo che metto in azione il neurone. Ecco! “M” e “V” dovrebbero stare per “Mike” e “Valletta” ma in quel momento Mike occupava il posto della valletta ed ecco la gaffe. Gaffe che non era dovuta all’età poiché, all’epoca di Rischiatutto, Bongiorno aveva tra i 46 e i 51 anni. Poi, certo, avrebbero potuto scrivere “M(ike” e “S(abina)” ma la valletta era solo un ornamento e, come ha scritto “ilcomizietto”, non è che oggi la situazione sia migliorata tanto, anzi.

  4. Ma se, come immagino, quelle erano delle prove, è ovvio che Mike fosse al posto della valletta per dirle cosa doveva fare. Io non ci vedo nulla di strano. Sono troppo ingenuo?

  5. Sai perché si fanno le prove?
    Per non sbagliare dopo, per acquisire automatismi. 🙂

  6. Mike è riuscito a sfruttare in proprio favore l’idea che fosse un “coglioncello gaffeur”, e su questo ha costruito decenni di ricchissima carriera. Radunando intorno a sè un gruppo di ottimi professionisti della TV come Ludovico Peregrini, per dirne uno. Si può fregare qualcuno qualche volta, non tutti tutte le volte. Non fai quasi 60 anni di carriera se non sei bravo, molto.

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