Riformatorio

Converto in post un mio commento sul blog di Massimo MANTELLINI1.

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Ormai in Italia si tifa su tutto.

Se la Fiat non va è colpa della CGIL.
Se la scuola non va, dopo le famose tre “i” che alcuni smemorati destrorsi pare abbiano rimosso, dopo la riforma Berlinguer, dopo la riforma Moratti, dopo la riforma Gelmini, allora è colpa degli insegnanti.
Se c’è traffico è colpa dei vigili, se il paese d’estate brucia è colpa della forestale, se allo stadio c’è violenza allora è colpa della polizia.

Credo che il tutto si possa sintetizzare nel fatto che la scuola non funziona, ovvero non offra strumenti ai cittadini per elevarsi dal grado di bestie (che è quello al quali tutti i neonati sono fermi) a quello di persone, mentre consente loro solo di fermarsi a quello di gente.

Per dirla con Proietti in FDC “e la gente sono tanti”; ma sono tanti definiti con un singolare. Quindi non possiamo pretendere che la gente si interroghi sul perché dopo vent’anni di continue riforme della scuola il prodotto finale siano degli analfabeti di ritorno che sanno certo leggere, scrivere e far di conto, ma non capiscono ciò che leggono, scrivono come parlano e fanno di conto per le rate del telefonino nuovo senza capire la clausole che firmano.

Senza alcun dubbio la scuola ci costa tanto, assieme alla sanità sono le voci di spesa corrente maggiori del bilancio statale.

Dovremmo chiederci come un costo così alto produca servizi di livello così basso, e dovremmo farlo intanto cercando di capire2 e poi cercando di chiederne conto a chi le rese così squilibrate.

Invece da un lato continuiamo con la bulimia legislativa cui non seguono fatti (da quando è in carica questo governo NON ha emanato 380 decreti attuativi, rendendo di fatto inutili le leggi che ha fatto; o, se preferite, ha fatto solo marketing) e, come dicevo, col metodo Brunetta: esternazioni contro qualcuno mentre gli togliamo gli strumenti per fare ciò che dovrebbe: poliziotti panzoni e intanto tagliamo la sicurezza; ospedali come stalle e intanto tagliamo alla sanità, scuole che crollano e, vabbeh indovinate.

Dall’altro, il risultato lo vediamo qui ed ovunque: non appena viene fuori un problema, ognuno ha la soluzione, la afferma senza dubbio alcuno e passa oltre.

Esattamente come il calcio parlato, lo sport preferito dagli italiani.
Anzi, dalla gente.

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  1. MANTELLINI, Massimo – A parità di salario
  2. Lettera molto seria di una insegnante al Ministro Profumo » Non volevo fare la prof – Blog – L'espresso

Immagine da http://blogcomicstrip.blogspot.it/2012/10/inkspinster-di-deco_11.html © Elisabetta DECONTARDI (Deco).

Autore: eDue

Bieco illuminista

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