Gli ultras e quel giornalista Rai | Stefano Nazzi

Già le aspetto le obiezioni: non bisogna generalizzare, non tutti gli ultras sono così. Vero, ma quello che emerge sempre più prepotentemente è l’indulgenza dei club nei confronti di quelle curve in mano a bande criminali. Il 20 settembre i capi della curva sud del Milan sono andati a Milanello per incontrare i giocatori e “invitarli” a un maggiore impegno. Sono stati accompagnati a incontrare i giocatori (ci provi un tifoso normale, se ci riesce). Tra loro c’era anche quel capo della curva sud che durante il derby del 2009, nel corso di una spedizione punitiva al primo anello, spappolò con un pugno l’occhio a un tifoso interista che era lì con il suo bambino. Ci fu un processo, il boss della curva sud venne condannato, insieme ad altri: fu stabilito un risarcimento di 140 mila euro, mai versato. La moglie del capo ultras, in aula, urlò a Virgilio Motta, il ragazzo che aveva perso l’occhio: «Quei soldi te le devi spendere tutti in medicine, infame». Non c’entrerà forse nulla, ma Virgilio Motta si è suicidato il 24 maggio scorso.

Segue su Gli ultras e quel giornalista Rai | Stefano Nazzi.

Autore: eDue

Bieco illuminista

3 pensieri riguardo “Gli ultras e quel giornalista Rai | Stefano Nazzi”

  1. Il giornalista RAI, in risposta alla dichiarazione di un tifoso che diceva “i napoletani sono tanti, come i cinesi” ha ribattuto – con evidente dileggio dell’intervistato – “Ma i napoletani li riconoscete dalla puzza…” e l’altro ha abboccato, senza cogliere il vero senso della frase.

  2. Ammetterai che nel pezzo che ho citato il giornalista Rai non c’è. Non è quello il punto cruciale dell’articolo.

  3. Si, mi sono fatto prendere dalla cosa del Post…

    Per quanto riguarda i cosiddetti “tifosi”… nessuna pietà: per loro, per i “noti” che li blandiscono e – qualcuno lo dovrà pur dire prima o poi – per le forze dell’ordine e la magistratura che di certe bestie conoscono nomi e cognomi. Da molto tempo non vado più allo stadio e le ultime volte – con i figli piccoli – mi confiscavano i loro “succhi di frutta” perché pericolosi. E durante la partita era tutto un esplodere di “simpatiche” bombe carta, senza che un responsabile della Questura abbia mai avuto il pudore di andare a far altro.

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