Diritto di cronaca “scaduto”: condannati direttore ed editore

Ed eccola la risposta del giudice: “La facile accessibilità e consultabilità dell’articolo giornalistico, molto più dei quotidiani cartacei tenuto conto dell’ampia diffusione locale del giornale online, consente di ritenere che dalla data di pubblicazione fino a quella della diffida stragiudiziale sia trascorso sufficiente tempo perché perché le notizie divulgate con lo stesso potessero soddisfare gli interessi pubblici sottesi al diritto di cronaca giornalistica, e che quindi, almeno dalla data di ricezione della diffida, il trattamento di quei dati non poteva più avvenire…”.

Straordinariamente e drammaticamente chiara la posizione del giudice: dopo due anni e mezzo – se non prima – il diritto di cronaca deve considerarsi “scaduto” con la conseguenza che continuare a raccontare – anche solo “passivamente”, lasciando online un articolo – una storia, sebbene vera e non diffamatoria, del passato, rappresenta una violazione del diritto di cronaca dei suoi protagonisti.

Banditi, corrotti, corruttori e omicidi di tutta italia, probabilmente, hanno una ragione per gioire.

Condannato per non aver commesso il fatto.

Da: Diritto di cronaca “scaduto”: condannati direttore ed editore – Guido Scorza – Il Fatto Quotidiano.

Autore: eDue

Bieco illuminista

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