Uno vale uno

A Gianni Paciello, il 22enne alla guida della Bmw, aveva riavuto la patente da un anno dopo che gli era stata ritirata per il coinvolgimento in un altro incidente mortale, nel quale aveva perso la vita un giovane nel 2010, e in un altro incidente, sempre a Sassano. “Non credo nella cultura della rieducazione – ha concluso il sindaco di Sassano – questo fatto testimonia che c’è stata una sconfitta sul piano normativo in tema di sicurezza stradale. Siamo sgomenti”.

Se noi stiamo fermi qui sulla Terra ed il Sole sorge e cala, significa che è quest’ultimo a girarci attorno. No?!

Il reato cosiddetto di omicidio stradale (in realtà sarebbe un’aggravante al reato di omicidio) langue come del resto tutte le chiacchiere che questo parlamento fa da anni, e (a quanto leggo) il soggetto è intanto un alcolizzato prima che un assassino.

Ma questo non significa che in generale la rieducazione non funzioni, significa che non sempre funziona, e non significa che la normativa non funziona in generale.

E con questo non dico che funzioni; dico che non c’è nessun rapporto causa effetto tra una persona ed una legge.

Da La tragedia di Sassano, accusato di omicidio volontario il ragazzo che ha investito e ucciso quattro persone – Repubblica.it.

Autore: eDue

Bieco illuminista

4 pensieri riguardo “Uno vale uno”

  1. L'”Omicidio Stradale”, così come il “Femminicidio”, sono degli obrobri giuridici che servono solo a lavare coscienze sporche dal non aver mai fatto applicare le leggi esistenti. Al massimo placano la pancia dell’opinione pubblica che, invece di “calmanti” avrebbe bisogno di una bella serie di sberle che la sveglino!
    La strada sta diventando sempre più “jungla” dove si è in balia di prevaricatori, quando non di veri e propri criminali. La sicurezza, la prevenzione e le sanzioni si limitano ad autovelox e tutor. Sempre per lo shampoo delle coscienze.

  2. Sono d’accordo su quasi tutto quello che dici.

    Però attenzione a non basarsi su quanto scrive un giornale. Il reato di omicidio stradale, è un’invenzione giornalistica. La verità è che l’omicidio commesso con una vettura, sarebbe un’aggravante a quello generico; e il motivo è che oggi si dà d’ufficio l’attenuante (è sempre colposo1). Con questa attenuante si torna sulla strada dopo qualche mese, il che per certi individui non è ammissibile.

    Il femminicidio non c’entra nulla, perché non si può aggravare un reato in base a colui che lo subisce.

    Ma evitare che uno che si passa il tempo a ficcare sotto persone con la macchina possa almeno aspirare a vedersi riconsegnare la patente con tante scuse per l’incomodo mi pare più che sensato.

    * * *

    Nota 1: http://it.wikipedia.org/wiki/Omicidio_colposo_%28ordinamento_penale_italiano%29 contro http://it.wikipedia.org/wiki/Omicidio_doloso (“reclusione non inferiore a 21 anni”).

  3. Il beneficio del dubbio vale una volta: sbagli, paghi. Ma se poi ci sarà una seconda volta… dovranno mancare i presupposti di una terza. Un chip sotto pelle che ti stordisce appena tocchi il volante di una macchina od il manubrio di una moto…

  4. Sì, tutto bello, ma non si può fare.

    Quello che si può fare è votare una legge che preveda un’aggravante prevalente sull’attenuante prevista finora.

    E non si fa, come non si fa nulla che non sia chiacchiere.

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