Lasciate perdere quel che se ne dice.
Immaginate il tutto da un prospettiva diversa; quella di un avvocato, ad esempio.
Il Jobs Act ridefinisce il concetto di coglione.
Se un datore di lavoro ti licenzia e punto, allora il massimo che la legge ti permette è chiedere che ti venga riconosciuta un’indennità, non inferiore alla somma della serie di Mengoli, e non superiore ad una serie asintotica convergente. Calcolare k.
Le norme sono scritte così.
Però per un avvocato il tutto si traduce in: se t’ha licenziato senza motivarlo, al massimo je levamo du’ sòrdi.
Ma se il datore di lavoro è tanto coglione da motivare il la ragione per cui ti licenzia, allora un avvocato può sostenere che in realtà il motivo vero ascoso dalla motivazione pretestuosa è di carattere disciplinare/discriminatorio. Che sono i due soli casi (ci sono anche degli allineamenti astrali aggiuntivi, ma non ci conterei troppo) in cui il giudice può imporre il reintegro.
Poi possiamo discutere di tutto il resto: del tempo indeterminato a tutele crescenti che significa che se hai lavorato trent’anni (tipo dai 25 ai 55 per dire) e ti cacciano hai diritto a ben 24 mensilità di indennizzo, a cinquantacinque anni; oppure del cavillo attraverso il quale a seguito di un licenziamento il datore di lavoro debba anche versare oltre all’indennizzo anche i contributi dal momento del licenziamento, ed altre piccolezze del genere che sono servite e riempire quattro facciate su mezza colonna come alle medie.
Se poi fossi un datore di lavoro comincerei a levarmi dai coglioni gli antipatici contando anche sui tempi della giustizia civile.
Ora, gli antipatici.
Beh, puoi essere antipatico per due motivi, al lavoro:
- perché non fai quello che ti chiedono
- perché rispondi male
Il secondo caso è raro: in genere li mandi affanculo quando non ti sentono o mentalmente mentre sorridi. Se lo fai a viso aperto, rientri ancora nella ridefinizione del concetto di coglione.
Ma il primo caso si ha quando
- non vuoi fare né quello né altro perché non vuoi proprio fare un cazzo nella vita
- non vuoi fare proprio quello perché non è giusto, non è legale, ecc.
Il secondo caso è quello per cui dovreste essere preoccupati per il fatto che, ovviamente, il Jobs Act si applicherà anche alla PA.
Lo so viene molto più semplice dire che visto che voi lavorate e qualunque cosa ve s’enculano con proiettiana metodologia, non è giusto che almeno non si applichi a quest’altri che non fanno un cazzo e percepiscono uno stipendio.
Però è sbagliato.
Lo è in linea di principio (esticazzi, dai) ma lo è anche all’atto pratico; e lì sticazzi no.
Sembra che io stia difendendo qualcuno contro qualcun altro; ma no.
Io non ho mai detto che va bene così e non ho mai dato per scontato che qui prima o poi si dovesse arrivare.
E già il fatto che abbiano scelto di dare a questa roba un nome inglese la dice lunga. Se l’avessero chiamato fin dapprincipio Qui te se’nculamo, sarebbe stato tutto molto più difficile.
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- Approfondimento su Come cambiano i licenziamenti – Il Post
- Dirigenti pubblici e riforma PA: una replica sul Corriere della Sera | TANTOPREMESSO.it
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P.S.: il tutto si applica ai neoassunti. Tipo uno che vine licenziato da una società A che chiude, di proprietà di X, e assunto (il giorno dopo, che culo!) da una da una società B di proprietà di X (coincidenza) che fa le stesse cose di A con gli stessi clienti di A e la stessa sede di A. Tanto per.