Meglio ma non bene

Accanto alle celebrazioni per la vittoria dei diritti civili, però, c’è anche chi mette in guardia dal precedente segnato dall’Irlanda a prescindere dal risultato. Il Guardian fa notare che i diritti delle minoranze non sono merce da referendum, ma piuttosto prerogativa dei parlamenti e dei tribunali: “I diritti individuali non sono soggetti al voto e l’idea che la maggioranza possa legittimare i diritti di una minoranza è assolutamente sbagliata”.

Sono d’accordo.
Ne avevo scritto qui: Non posso essere d’accordo.

Sembra un paradosso, lo so, ma in effetti il tutto è paradossale. Ci sono alcune cose che sono pure allucinazioni:

  • stiamo ancora parlando di matrimoni gay; OK, oggi sono vietati, ma invece che rendersi conto che il divieto è sbagliato, lo evitiamo con una forzatura: a maggioranza diciamo che è permesso. Ennò, non dev’essere permesso come non può essere vietato: esiste il matrimonio, lo contragga chi vuole
  • stiamo ancora parlando dei diritti dei gay; questa cosa io non la concepisco proprio. Non è possibile parlare dei diritti delle persone dividendole per abitudini ed attitudini. Sono le persone, gli individui ad avere i diritti non i gay. Tutti devono avere gli stessi diritti, punto. Non stiamo facendo una concessione
  • “l’idea che la maggioranza possa legittimare i diritti di una minoranza è assolutamente sbagliata”; vero, verissimo, ma poi: siamo sicuri che si tratti di una maggioranza?
  • infine: tutto quello che una maggioranza può dare, un’altra maggioranza può togliere; magari nello stesso posto in istanti diversi, o in posti diversi allo stesso istante.

E non è che non mi renda conto del fatto che una cosa giusta (o meno ingiusta) comunque ottenuta sia migliore di una cosa sbagliata è che, appunto, non vorrei che i diritti si estendessero per rivalsa (“i cattolici continuano a credere in dio ma non credono più alla chiesa cattolica”) o con strumenti piegati (il referendum invece che il potere legislativo) o come concessione (vebbeh, sposate ‘mpo chittepare).

Perché a monte c’è il fatto che il divieto di riconoscere un diritto a tutti è contrario al principio di uguaglianza tra persone; e come tale il divieto va estirpato dal pianeta.

Poi, come ho sempre detto, sono pure contrario al matrimonio.
Proprio in quanto atto pubblico che ti estende i diritti e le possibilità.

E questo sarà molto più difficile da far passare.

* * *

Citazione da: La via irlandese al cattolicesimo che rispetta i diritti gay – Claudio Rossi Marcelli – Internazionale.

Autore: eDue

Bieco illuminista

4 pensieri riguardo “Meglio ma non bene”

  1. Posso dire che abbiamo letto bene il contratto matrimoniale prima di sposarci e ci sembrava ragionevole e lo è, ma con due caveat: 1) le clausole di recesso possono essere vessatorie o comunque costose e 2) quando si è innamorati al punto 1 non si pensa mai abbastanza.

    Questo referendum ha però reso evidente per l’ennesima volta una cosa: i cattolici non seguono più le indicazioni del clero. La cosa è significativa e sta creando un qualche imbarazzo.

  2. Lo so che l’amore copre ogni cosa, è per quello che la natura chi ha dotato di ormoni, per staccarci il cervello e far sopravvivere la razza.

    Ma non è questo il fatto; il fatto è: visto che dici di aver letto bene tutto quanto riguarda il matrimonio, ti sei mai chiesto cosa ti consenta quella firma in più rispetto chessò ad una coppia di fatto e, sopratutto, perché?!

  3. Abbiamo discusso qualche settimana su questi punti, con riflessioni molto personali che qui non vorrei affrontare. Ti posso dire, a titolo di esempio, che in caso di disgrazie familiari i coniugi si possono aiutare “meglio” l’un l’altro.

    Il perché è semplice: il matrimonio è un riconoscimento pubblico di un legame affettivo privato e come tale ha effetti “pubblici”, anche nei diritti. Il riconoscimento pubblico ha anche un valore simbolico molto forte, che personalmente sentivamo (O sentivo solo io?). Funziona tutto molto bene fino a quando si è innamorati. In caso contrario il livello della cacca su cui si deve nuotare è leggermente più alto. Tipo 900€, per la separazione. Con il divorzio perderò anche qualche diritto (giustamente), come la pensione di reversibilità e forse altri 900€.

    Se mi dici che il tutto si potrebbe fare altrimenti in modo più personalizzato, come un contratto di acquisto di una casa, la risposta è sì. Si potrebbe. Quando sarai tu dittatore e io tuo braccio sinistro. 🙂

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