If Republicans win the White House next year, they’ll almost certainly control the entire federal government. Many of them, running for president or aspiring to leadership roles in Congress, are trying to block the nuclear deal with Iran. This would be a good time for these leaders to show that they’re ready for the responsibilities of national security and foreign policy. Instead, they’re showing the opposite. Over the past several days, congressional hearings on the deal have become a spectacle of dishonesty, incomprehension, and inability to cope with the challenges of a multilateral world.
Certo, questo è un articolo in cui si parla dei politici statunitensi, ovvero del paese in cui la politica si fa con lacca e fard e si spendono cifre stellari per promettere a chi ha fame di fargliela passare (basterebbe spendere meno in campagne elettorali) ed a chi li affama che tutto resterà com’è (e quelli sganciano).
Però rileggendo la frase iniziale, si trova la stortura di un sistema politico in cui le elezioni possono consegnare al paese un’anatra zoppa (ovvero una presidenza che non ha appoggio parlamentare), oppure una specie di dittatura in cui oltre al presidente un partito abbia la maggioranza in entrambi i rami del parlamento (il che è vero perfino se chi perde ha preso più voti di chi vince).
E poi si dice che se questo accadesse (e salvo un miracolo accadrà perché in USA c’è l’alternanza, che prescinde da tutto) quelli che andrebbero a governare sarebbero perfetti incapaci rincoglioniti da lacca e fard e intossicati dalle tingiture.
Certo, questo è un articolo in cui si parla dei politici statunitensi, ma con la nuova legge elettorale, fatta e voluta da uno mai votato da alcuno, con un ego statunitense come il provinciale nostrano tipico messo sullo schermo da Alberto Sordi, e in un momento in cui è convinto di vincere tutto per i prossimi trent’anni, ma proiettato in un momento in cui cambia il vento e il popolo comincia invece a votargli contro, preferendo più lacca, più fard e più felpe addosso agli altri.
Beh, a me un brivido lo ha messo.