Vecchi orizzonti

Leggendo Pizzeria1, mi sono ricordato dei viaggi della speranza da Revolver a Via Rosazza (ci sarà ancora?!), al piano strada del palazzo brutalista dopo Piazza Nievo, per i dischi d’importazione Hard Rock ed Heavy, ma anche perché ci si trovavano gli originali di Columbia, Manticore ed altri di Progressive.

In Italia ad esempio Emerson, Lake & Palmer erano ristampati da Ricordi nella Serie Orizzonte che aveva due difetti mica da poco:

1) gli LP avevano la copertina a busta, indipendentemente dall’originale; ne segue che dischi come Tarkus, Pictures, Trilogy, che erano invece folded nell’originale, non avevano né testi e né illustrazione interna. E, sopratutto, nella serie Orizzonte le copertine erano stuprate con una cornicetta bianca ed una recchia dietro la quale la cornicetta diventava multicolore (orizzonte = arcobaleno?!) e si vedeva un cielo con le nuvolette brutto brutto brutto

http://www.massivemusicstore.com/images/cover/LPORL8214_01.jpg

2) i dischi erano probabilmente ristampati non da un master, ma da un calco dell’originale, quindi suonavano sempre come una radiolina tascabile.

Il vantaggio era che di Orizzonte ne potevo prendere anche uno al mese, gli originali importati necessitavano anche di quattro/sei mesi per poter mettere via abbastanza lire da poterseli portare via, dopo aver sognato un po’ davanti alle casse con i vinili in piedi.

E quell’odore di inchiostro, cartone e moquette…
Grazie per la Madeleine.

* * *

  1. Ti stimo, fratello | Pizzeriaitalia
  2. Immagine da: http://www.massivemusicstore.com/images/cover/LPORL8214_01.jpg

Autore: eDue

Bieco illuminista

Un commento su “Vecchi orizzonti”

  1. I vinili esteri erano spesso di qualità migliore… io attraversavo Roma perché laggiù al Tuscolano si risparmiava almeno il 30%

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